Il terzo volume della Storia della cultura italiana è dedicato alla città, alla casa, al paesaggio.
L’idea di fondo che ha ispirato questo volume -curato da Marco Romano e Marco Trisciuoglio- è che la cultura (non soltanto quella insediativa) sia il luogo dei conflitti: i saggi, pur dedicati a temi specifici e quindi monografici, hanno tutti avuto origine dalla riflessione su antinomie chiave, descritte e studiate nell’arco di quel millennio che ci separa dall’anno Mille.
La prima parte, quella sulla città, è strutturata, a partire dai concetti di urbs e di civitas, in modo da descrivere innanzitutto compiutamente il senso della città europea e quindi di restituirne gli spazi (con riferimento al ruolo dei monumenti antichi, al valore degli spazi sacri, alla presenza dei castelli, al rapporto del centro con la periferia). La seconda parte del volume è dedicata alla casa e, oltre a coglierne il rapporto con il giardino, ne descrive l’essenza funzionale, gli aspetti costruttivi e il rapporto con i linguaggi e gli stili della composizione architettonica. Alla terza e ultima parte tocca il compito di ragionare sul paesaggio, rileggendone le tracce antiche, cogliendone il rapporto antinomico con la città, descrivendo criticamente le innovazioni insediative che la letteratura urbanistica ha inteso ravvisare nella contemporaneità, rivelando infine il paesaggio attraverso i metodi e le forme della letteratura odeporica.