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  Secondo Frola

Secondo Frola


Secondo Frola
  Nacque a Montanaro (Torino) il 27 novembre del 1850. Dopo aver compiuto le scuole primarie e secondarie a Chivasso, Frola si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Torino.

Allievo di giuristi di fama come Mancini, Melegari, Mattirolo, Frola si laureò giovanissimo nel 1871. Egli intraprese la carriera forense, come era tradizione della sua famiglia.

Particolarmente versato nelle questioni economiche e sociali, Frola iniziò ben presto a ricoprire incarichi amministrativi e politici. Nominato nel 1881 rappresentante al consiglio provinciale dei comuni di Montanaro, Volpiano e San Benigno (Torino), l'anno successivo Frola fu eletto alla Camera dei deputati nel secondo collegio di Torino.

Vicino al gruppo del centro sinistra di Depretis, l'avvocato si occupò principalmente di questioni finanziarie, di università e di lavori pubblici. Relatore di numerosi testi legislativi, Frola svolse un ruolo non secondario nelle accese discussioni sul riordino del sistema bancario. Sottosegretario al Tesoro nel 1891 e nel 1898, Frola divenne Ministro delle Poste e Telegrafi nel secondo Gabinetto Di Rudinì del 1898.

Egli rivestì un ruolo di primo piano anche nella vita politica ed amministrativa torinese. Convinto sostenitore della cultura tecnica, Frola promosse e finanziò diverse istituzioni delegate all'istruzione professionale di base, come la Scuola Elettrotecnica Popolare.

Dal 1897 al 1903 fu presidente del Regio Museo Industriale Italiano. Sotto la sua direzione furono avviati e rapidamente portati a termine i lavori di ampliamento del Museo. L'opera, affidata ad Enrico Bonelli, permise di fornire aule e laboratori assolutamente necessari per accogliere il grande numero di studenti che ormai da tutta Italia arrivavano a Torino per frequentare i corsi di Ingegneria industriale. Eletto consigliere comunale nel 1903, Frola fu sindaco di Torino dal 1905 al 1911. Frola, coadiuvato da un gruppo di esperti del Politecnico, operò in maniera lungimirante favorendo la costruzione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo industriale della città.

Rompendo con l'ideologia liberista dominante, Frola inaugurò un vasto programma di intervento pubblico nella gestione economica. Il problema energetico fu risolto attraverso la costruzione di un'imponente centrale termoidroelettrica presso Chiomonte, capace di rifornire la città di 18 milioni di kWh. Furono costruiti acquedotti municipali (a Venaria ed al Pian della Mussa). La rete tramviara, gestita dalla Società privata Alta Italia, fu municipalizzata e potenziata, collegando più strettamente le aree residenziali a quelle industriali. Contemporaneamente si pose mano al riassetto urbano. Furono rese edificabili numerose aree militari dismesse, costruiti i palazzi per il Telefono e quello delle Poste e Telegrafi, costruiti ponti sulla Dora e sul Po. Il centro cittadino fu ridisegnato aprendo via Pietro Micca ed avviando i lavori per sistemare via Roma. Non furono poi trascurate l'edilizia popolare e quella scolastica. Notevoli attenzioni furono rivolte infine alle linee di comunicazione, favorendo la localizzazione di due nuove stazioni ferroviarie (a Lingotto e a Barriera di Milano), migliorando i collegamenti con Savona e Genova, con la Francia e Milano. Frola fu nuovamente sindaco tra il 1917 ed il 1918. Negli anni successivi si allontanò dalla vita politica attiva per manifestare la sua estraneità al fascismo.

Morì a Torino il 4 marzo 1929.


 
 
 
  
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