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  Federico Spantigati

Nacque ad Alessandria il 4 aprile 1831. Giovanissimo ottenne un posto al Collegio delle Province e proseguì gli studi alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Torino.

Laureatosi nel 1851, Spantigati iniziò la carriera legale sotto gli auspici di Urbano Rattazzi.

Ottenuta l'aggregazione alla facoltà di Giurisprudenza ebbe poi per supplenza la cattedra di Diritto internazionale. Nel 1859 Spantigati fu nominato dal Governo membro della commissione chiamata a riformare il codice civile. Insieme ad altri noti ed affermati giuristi, Spantigati lavorò intensamente alla formulazione del primo codice di legislazione civile, appositamente studiato per l'Italia unita.

Tornò successivamente all'insegnamento, ricoprendo la cattedra di Diritto alla Scuola di Guerra di Torino. Eletto deputato nel collegio di Bra, Spantigati iniziò la carriera parlamentare nel 1868.

Nelle successive legislature, che lo videro sempre riconfermato in qualità di deputato, Spantigati si occupò di questioni diverse, dai problemi delle istituzioni scolastiche ai temi fiscali e di carattere legale, come la riforma del codice commerciale.

Favorevole alla linea di rigoroso risanamento del debito pubblico perseguita dai governi della Destra storica, Spantigati appoggiò i provvedimenti più impopolari come la tassa sul macinato e quella sullo zucchero.

A partire dal 1876 fu affidata a Spantigati la carica di vicepresidente della Camera dei deputati.

Oltre all'attività parlamentare, che fu prioritaria, Spantigati svolse un ruolo di primo piano nelle istituzioni locali. Membro del consiglio amministrativo della provincia di Alessandria e del comune di Torino, Spantigati fu dal 1879 al 1884 presidente del Regio Museo Industriale Italiano. Spantigati, che assunse la presidenza in concomitanza con l'entrata in vigore del nuovo regolamento del 1879, si impegnò con passione per il rilancio del Museo.
Morì a Torino il 30 ottobre del 1884.


 
 
 
  
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