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    Giacinto Berruti

Nacque ad Asti il 29 gennaio del 1837. Berruti si laureò in Ingegneria Idraulica ed Architettura Civile nel 1859. Durante gli anni di università, Berruti ebbe modo di far valere le sue qualità di studioso conquistandosi, tra l'altro, la fiducia di Quintino Sella, di cui divenne in seguito collaboratore.
Dopo un soggiorno di studi in Francia all'Ecole des Mines, Berruti entrò nel corpo reale delle miniere. Nel 1862 fu inviato all'Esposizione Universale di Londra al seguito dell'ingegnere capo delle miniere Grabau e del commissario regio Giuseppe Devincenzi. Su suggerimento di Sella si fermò a Londra per osservare il lavoro di redazione della carta geologica inglese.

Tornato in Italia nel 1863, Berruti ebbe modo di mettere a frutto quanto appreso partecipando alla stesura della carta geologica della provincia di Biella, come saggio della carta geologica d'Italia, assieme a Quintino Sella ed a Bartolomeo Gastaldi.

Nel 1865 fu affidato a Berruti l'incarico di impiantare a Torino un ufficio governativo per la stampa di francobolli e carte-valori. In pochi mesi, acquisiti macchinari e tecniche in Inghilterra, l'officina potè produrre i primi esemplari, ponendo così fine alla commessa in carta-valori a ditte estere. L'iniziativa avviata da Berrutti si sviluppò al punto che nel 1901 l'officina poteva disporre di un capitale industriale superiore ai due milioni di lire ed il numero di operai era passato da 15 a 437.

In seguito all'approvazione nel 1867 della tassa sul macinato si rese necessario progettare e costruire i contatori meccanici da applicare alle macine dei mulini al fine di misurare la quantità di cereale tassabile. Berruti ricoprì un ruolo centrale in tutta l'operazione. Diresse la costruzione dei contatori presso la ditta torinese Thiabaud e Calzone, ne assunse la manutenzione presso l'Officina Carte-Valori, fornì al Ministero del Bilancio la formula matematica per rendere tecnicamente più equa l'applicazione della tassa, conteggiando variabili precedentemente non considerate (qualità del grano, della macina e altri). Fu Berruti a studiare gli apparecchi per misurare la potenza delle macine, sostituendo all'inadeguato freno di Prony un freno dinamometrico a circolazione d'acqua, divenuto poi di uso corrente.

Nel 1872 Sella, per la terza ed ultima volta Ministro del Bilancio, nominò Berruti ispettore capo delle Finanze e gli affidò la direzione della amministrazione del macinato con sede a Firenze.

La sua collaborazione con il governo centrale non venne meno anche negli anni successivi. Promosso a capo del distretto minerario di Torino, nel 1873 Berruti diventa capo delll'amministrazione dei Canali Cavour. Successivamente Berruti partecipò, assieme a Sella, alla revisione degli accordi tra lo stato e le società ferroviarie. In particolare tra il 1875 e il 1876 si occupò della delicata questione del riscatto della Società Ferroviaria Alta Italia, ancora formalmente di proprietà delle società ferroviarie austriache.

Berruti non mancò di pubblicare i risultati delle sue ricerche scientifiche. Nel 1869 tradusse un'importante raccolta di scritti del tedesco J. R. U. Meyer sulla meccanica del calore; tra il 1870 e il 1872 si collocano i lavori dedicati ai problemi tecnici della tassa sul macinato come, Perequazione delle quote fisse per la tassa sul macinato, Sulla determinazione delle quote di tassa per cento giri di macina in esecuzione della legge 7 luglio 1868 e la Descrizione e teoria di un termodinamometro.

A causa della precoce scomparsa di Giulio Axerio, direttore del Regio Museo Industriale di Torino, il governo decise di affidare ad un uomo di provata esperienza come Berruti il compito di guidare l'Istituto torinese. Lasciato il Corpo delle Miniere, nel 1881 assunse il nuovo incarico che tenne fino al 1896. Gli anni della direzione di Berruti coincisero con un grande sviluppo del Regio Museo Industriale. Il nuovo direttore contribuì a riorganizzare l'offerta formativa del Museo. Il corso di Ingegneria Industriale iniziò a funzionare a pieno regime e lo stesso valse per i corsi speciali biennali di Ingegneria Chimica e Meccanica per direttori di fabbrica. Notevole anche lo spazio dedicato alla formazione del personale insegnante per gli istituti tecnici e per le scuole professionali. Soprattutto fu importantissima l'attenzione di Berruti ai nuovi settori tecnologici in espansione. Berruti, assecondando l'opera di Galileo Ferraris, che per primo in Italia nel 1886 avviò un corso superiore di Elettrotecnica, permise al Museo di guadagnarsi un prestigio durevole.

Agli impegni didattici ed organizzativi Berruti sommò anche l'impegno politico. Membro del consiglio comunale di Torino dal 1887 al 1902, Berruti diede il suo contributo di tecnico nella discussione sulla sistemazione della rete fognaria. Progettò poi la riforma della cassa pensioni dei dipendenti del municipio, riforma che fu in seguito applicata da mumerose altre amministrazioni pubbliche.

Presidente della Società degli Ingegneri negli anni 1874, 1879, 1891, Berruti appartenne dal 1871 alla Reale Accademia delle Scienze di Torino.
Morì a Torino l'11 febbraio del 1904.


 
 
 
  
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