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  Giovanni Codazza

Nato a Milano nel 1816, Codazza fu direttore del Regio Museo Industriale di Torino dal 1870 al 1877. Laureatosi in Ingegneria ed Architettura a Pavia nel 1837, Codazza ebbe una carriera scientifica lunga e prestigiosa.
Codazza insegnò a partire dal 1842 Geometria Descrittiva ed in seguito Scienza delle Costruzioni delle Macchine all'Università di Pavia. Nel 1863 il professore si trasferì all'Istituto Tecnico Superiore (poi Politecnico) di Milano per insegnare Fisica Tecnologica. Nel 1868 Codazza accettò la nomina di docente di Fisica industriale al Regio Museo Industriale di Torino. Le sue pubblicazioni, più di quaranta titoli, furono essenzialmente dedicate agli studi di Fisica Matematica, alla Geometria Descrittiva, alla Fisica Tecnologica.
Nel 1840 Codazza pubblicò il primo trattato organico di Fisica Matematica apparso in Italia, Sulla teoria della propagazione della luce omogenea nei mezzi omogenei. L'opera fu notevolmente apprezzata anche per il suo contributo alla diffusione delle teorie ondulatorie della luce di Fresnel, di Cullagh, di Cauchy.
Una certa risonanza, anche all'estero, riscossero le ricerche di Codazza sull'effetto Faraday, ricerche portate avanti sulla scorta delle considerazioni del fisico italiano Mossotti. Originali furono inoltre le opere di Codazza sulla Geometria Descrittiva e soprattutto sulla Termodinamica. In questo campo Codazza si distinse particolarmente: fu il primo ad introdurre in Italia le teorie di W. Thompson e R. Clausius. Sono inoltre importanti le analisi delle applicazioni industriali della Termodinamica, condotte da Codazza.
La notorietà scientifica e la lunga esperienza di insegnamento favorirono la nomina di Codazza alla direzione del Regio Museo Industriale nel 1870. Fu per opera del nuovo direttore che si avviarono innovativi indirizzi didattici e soprattutto si iniziò la collaborazione tra il Museo e la Scuola di Applicazione per Ingegneri. Codazza guidò il Museo in anni difficili, segnati dal calo degli allievi, dall'abbandono di professori di fama come Emilio Kopp e Gaetano Cantoni. Per rilanciare l'istituto Codazza collaborò attivamente alla commissione di riforma, diretta da Federico Sclopis, che tra il 1874 e il 1876, cercò di ridefinire obiettivi e organi di direzione del Museo.
Codazza, come molti uomini della sua generazione, coniugò l'impegno scientifico e culturale con quello politico, partecipando attivamente al movimento risorgimentale. Nel 1848 prese parte al moto insurrezionale in Lombardia e fu per breve tempo tra gli esuli accolti in Piemonte. Negli anni successivi collaborò al progetto, allo stesso tempo riformistico e di rinnovamento culturale, portato avanti da "Il Politecnico" di Cattaneo. Non mancarono infine incarichi di responsabilità: fu, tra l'altro, sindaco di Pavia tra il 1862 ed il 1863 e commissario ordinatore alle Esposizioni Universali di Parigi del 1867 e di Vienna del 1873. Codazza fu inoltre nominato socio dell'Accademia delle Scienze di Torino, dell'Accademia Nazionale dei Lincei, presidente del Collegio degli Ingegneri di Torino e Milano, commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia.
Il professore si ritirò dall'insegnamento nel 1877, anno in cui si spense a Como.


 
 
 
  
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