Pi Day 14 marzo 2007
Intervento del prof. Paolo
Valabrega
PI DAY - Ricordiamo
il prossimo appuntamento, il 14 marzo 2008, e pubblichiamo l’intervento
del prof. Paolo Valabrega, del Politecnico di Torino, al Pi Day 2007.
Il π è forse il numero più noto ma meno conosciuto.
Fin dalle scuole medie si sa che vale 3,14 (circa). Poi nelle scuole
superiori si spiega che è il rapporto fra la lunghezza della
circonferenza e la lunghezza del suo diametro, qualunque sia il raggio
della circonferenza, ovvero che è il rapporto fra l’area
del cerchio e il quadrato del raggio. Io ricordo questo dai miei lontani
anni del liceo classico, e ricordo anche di esserne rimasto molto insoddisfatto,
e di avere conservato l’insoddisfazione fino agli anni dell’Università
e, in certo senso, fino ad oggi. Vorrei spiegare perché.
In realtà le definizioni di lunghezza della circonferenza e di
area del cerchio, senza fare uso degli integrali, non sono per nulla
banali. Nei trattati per le scuole secondarie superiori si trovano varie
considerazioni:
- RETTIFICAZIONE (mediante un filo inestendibile).
La lunghezza della circonferenza si ottiene rettificandola, cioé
distendendola (chissà come) su una retta, magari facendo riferimento
a un filo di ferro inestendibile (la fisica avrebbe da dire qualcosa
su questo filo)
-
LUNGHEZZA COME ELEMENTO SEPARATORE FRA I PERIMETRI DEI POLIGONI REGOLARI
INSCRITTI E CIRCOSCRITTI. La lunghezza della circonferenza si ottiene
considerando i poligoni regolari di n lati inscritti e quelli circoscritti,
per ogni intero n maggiore o eguale e 3, e si dice che i loro perimetri
formano due classi separate e contigue di numeri reali. Poiché
le classi separate e contigue di numeri reali ammettono sempre un
elemento di separazione, esiste uno e un solo numero c che separa
tali perimetri e che si chiama lunghezza della circonferenza. Qualche
testo considera addirittura poligoni convessi qualsiasi inscritti
e circoscritti, ovvero contenuti nella (o contenenti la) circonferenza.
- PROPORZIONALITA’ CIRCONFERENZA-DIAMETRO
MEDIANTE π. Usando poi sempre i poligoni inscritti e circoscritti,
si fa vedere la proporzionalità fra lunghezza della circonferenza
e raggio (o diametro).
- CLASSI SEPARATE E CONTIGUE DI NUMERI
REALI. Quanto alle classi separate e contigue, qualche testo spiega
che cosa sono
in generale i numeri reali, con le sezioni di Dedekind, qualche altro
si limita a cercare di far vedere che i perimetri dei poligoni inscritti
e di quelli circoscritti sono effettivamente separati (gli uni sempre
minori degli altri), e magari anche contigui, facendo vedere che si
possono trovare poligoni con perimetri vicini quanto si vuole.
- AREA DEL CERCHIO E NUMERO ?. L’area
del cerchio è definita in modo analogo, mediante le aree dei
poligoni regolari inscritti e circoscritti, che sono due classi separate
e contigue di numeri reali.
Le affermazioni precedenti, che vengono
in genere presentate come semplici ed evidenti, sollevano alcune questioni,
che cercherò di elencare.
- CLASSI SEPARATE E CONTIGUE DI NUMERI
REALI ED ELEMENTO SEPARATORE UNICO. Le classi separate e contigue
ammettono un elemento di separazione. Sotto questa affermazione c’è
la teoria dei numeri reali, che non sempre vengono insegnati nelle
scuole secondarie italiane e nemmeno nei corsi di laurea in matematica
delle nostre Università, salvo cavarsela con un elenco degli
assiomi che li caratterizzano (R è un campo
numerico dotato di somma e prodotto, ogni elemento non nullo ha inverso,
i suoi elementi sono ordinati, esiste l’estremo superiore di
ogni insieme superiormente limitato, vale l’assioma di Archimede).
Quand’anche si introducano le sezioni di Dedekind (o loro varianti),
i punti più delicati non sempre vengono approfonditi. E senza
la teoria dei numeri reali il numero π non può che essere
misterioso. E’ soprattutto indispensabile conoscere e capire
il cosiddetto principio di completezza, che si può enunciare
in vari modi equivalenti:
a- ogni insieme superiormente limitato ammette estremo superiore
b- ogni insieme inferiormente limitato ammette estremo inferiore
c- classi separate e contigue ammettono uno e un solo elemento di
separazione
d- l’intersezione di intervalli incapsulati non è mai
vuota.
Il numero π si può quindi presentare come un quoziente,
fra l’estremo superiore dei perimetri dei poligoni regolari
inscritti e il diametro, ovvero fra l’estremo inferiore dei
perimetri dei poligoni circoscritti e il diametro, ovvero come quoziente
fra l’elemento di separazione unico fra tali perimetri e il
diametro, … .
- CALCOLO EFFETTIVO DEI PERIMETRI DEI POLIGONI
INSCRITTI E CIRCOSCRITTI A UNA CIRCONFERENZA. Il calcolo del perimetro
di un poligono regolare di n lati inscritto in una circonferenza richiede
il calcolo della lunghezza del suo lato. Generalmente per fare questo
si usano le funzioni trigonometriche. In modo analogo si può
calcolare la lunghezza del lato del poligono regolare di n lati circoscritto.
Ma occorre poi far vedere che i perimetri dei poligono inscritti sono
sempre minori dei perimetri dei poligoni circoscritti (anche quando
confronto un poligono inscritto di n lati e uno circoscritto di m
lati, che m sia maggiore uguale o minore di n). Alcuni testi di Geometria
si pongono effettivamente questa domanda e, in qualche caso particolare,
propongono una risposta. Se si vuole semplificare i ragionamenti si
può limitare lo studio ai poligoni con 4, 8, …, 2n,
… lati e quindi far vedere che si può passare da 2n
a 2n+1 lati grazie a un semplice ragionamento. Si può
poi confrontare il poligono inscritto con quello circoscritto e infine
concludere, sempre usando proprietà non facilissime dei numeri
reali, che l’elemento di separazione fra i perimetri molto speciali
considerati è in realtà l’elemento di separazione
generale che stiamo cercando. I ragionamenti precedenti sono poi indipendenti
dal raggio. Sarebbe quindi interessante capire che cosa avviene se
si considerano poligoni, inscritti o circoscritti, ma non regolari,
cioè se si prendono a caso dei punti sulla circonferenza e
si uniscono formando i lati di un poligono, ovvero se si prendono
le tangenti alla circonferenza in tali punti. Qui viene sollevato
un ulteriore problema: un poligono circoscritto, regolare o no, è
formato di lati tangenti, ma che cosa significa tangente a una circonferenza?
- COME VEDERE CHE π VALE 3.1415…
Una volta calcolati (ammesso che si sappia fare) i perimetri, si può
dire che esiste ed è ben definito il numero π, ma non
si sa ancora quanto vale. Per capire che cosa significhi valutarlo,
occorre di nuovo avere nozioni sui numeri reali. E occorre incapsularlo
effettivamente fra 3 e 4, poi fra 3.1 e 3.2, quindi fra 3.14 e 3.15,
con tecniche legate al calcolo dei perimetri (già Archimede
quasi 23 secoli fa aveva idea di come fare). In pratica occorre trovare
un poligono inscritto di perimetro almeno 3 e uno circoscritto di
perimetro al più 4, poi un poligono circoscritto di perimetro
almeno 3,1, ….. Su questo punto qualche testo liceale propone
delle costruzioni effettive.
- π E’ IRRAZIONALE E
TRASCENDENTE. Resta ancora da capire che tipo di numero sia. E’
facile vedere che non è intero, meno facile vedere che si tratta
di un numero che non è nemmeno razionale e che non è
radice di una equazione polinomiale di alcun grado (si dice che è
un numero trascendente). Per vedere ciò occorre la teoria degli
integrali. Qualche testo spiega che è irrazionale (cioè
non razionale), qualche altro si spinge fino a parlare di trascendenza.
- FUNZIONI TRIGONOMETRICHE. Il punto 2
precedente richiede l’uso delle funzioni trigonometriche e di
alcune proprietà di queste. Ad esempio il calcolo del perimetro
del poligono inscritto di n lati vale n.r.sin(θ). Ma è
il confronto con il poligono di 2n lati inscritto che richiede nozioni
meno facili, e precisamente la formula di bisezione (2sin2(θ/2)
= 1-cos(θ)), che a sua volta dipende dalla formula per l’addizione,
ed è quindi basata su proprietà non banali di geometria
euclidea. Anche qui ci sono dunque problemi, in quanto la trigonometria
è basata sulla geometria euclidea, i cui concetti fondamentali
richiederebbero qualche approfondimento (fatto da Hilbert nei Grundlagen
der Geometrie nel 1900, in realtà), che non tutti i testi liceali
considerano. Naturalmente si possono aggirare le dimostrazioni sintetiche
usando la geometria analitica (ed è quello che, senza dirlo,
faceva il mio vecchio libro di trigonometria, dove si parlava di distanza
di due punti e sua espressione analitica).
- CONFRONTO EFFETTIVO FRA PERIMETRI DI
POLIGONI INSCRITTI E CIRCOSCRITTI (ANCHE NON REGOLARI E CON NUMERI
DI LATI DIVERSI) Se con qualche fatica si calcola il perimetro del
poligono di n lati inscritto o circoscritto, ovvero si confronta il
perimetro relativo a n con quello ralativo a 2n, molto più
diffcile è confrontare i perimetri di un poligono (inscritto
o circoscritto) di n lati con uno di n+1 lati, e la cosa si fa ancora
più difficile se si considerano poligoni non regolari. Ma anche
limitarsi a poligoni di 2n lati e inscritti ha qualche
problema, risolubile conoscendo proprietà (non ovvie) dei numeri
reali (degli estremi superiori).
- COME SI ARRIVA A π MEDIANTE DERIVATE
E INTEGRALI. Il tutto in realtà si semplifica e si vede più
agevolmente se si fa uso delle derivate e degli integrali. Basta quindi
definire la lunghezza della circonferenza come integrale di una certa
funzione ricavabile dall’equazione cartesiana della circonferenza.
Tale integrale in realtà consente di arrivare direttamente
al numero ? mediante considerazione sulla funzione da integrare e
questo può essere un modo di definirlo. Ciò significa
in pratica che la lunghezza della circonferenza è l’estremo
superiore dei perimetri di tutti i poligoni (anche non regolari) inscritti.
Ma per vedere ciò occorre avere qualche nozione (non elevata)
di analisi, riguardante le derivate, gli integrali e le loro proprietà.
- COME INTRODURRE LE FUNZIONI TRIGONOMETRICHE
SENZA FAR USO DELLA GEOMETRIA EUCLIDEA. Le funzioni trigonometriche
sono strettamente collegate al numero π. Come si vede l’andamento
di sin x e cos x? Ad esempio come si vede che sin π = 0 e che
cos π = 1? Ovvero che si tratta di funzioni periodiche? E come
si dimostrano le proprietà più riposte? Tutto può
essere basato sulla geometria euclidea (o analitica), ma si possono
aggirare le difficoltà con l’uso degli integrali. Una
via particolarmente valida e completa è basata sul principio
che sin(x) è una funzione invertibile e che la sua inversa,
nell’intervallo [-π/2, +π/2], cioè l’arcoseno,
ha come derivata la funzione 1/(1-x2)1/2. Si
può definire l’arcoseno come integrale di quest’ultima
e poi il seno come inversa, ottenendo (facilmente) tutte le proprietà.
Quanto al numero π, ci si arriva di qui come detto in 7.
- AREA DEL CERCHIO E π. Probabilmente
sarebbe più semplice definire il numero π a partire dall’area
del cerchio, in quanto le aree dei poligoni inscritti e circoscritti
si trattano meglio dei perimetri e si vede più facilmente,
almeno a livello intuitivo, che sono classi separate e contigue, trattandosi
di poligoni contenuti gli uni negli altri.
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