Editoriale

A cura della Redazione

  
DOI:10.30682/aa1903introITA
 

Alcuni prototipi abitativi elaborati tra gli anni Venti e gli anni Sessanta del Novecento sono stati fondamentali nel mettere a punto un’idea moderna dell’abitare in montagna e la loro influenza si riverbera fino a oggi. In generale si può affermare che, insieme ad altri temi come gli sporthotel o i sanatori e le colonie, la casa in montagna costituisce uno dei terreni privilegiati per le sperimentazioni della nuova architettura moderna, le quali, nella dialettica con lo spazio alpino, assumono declinazioni al contempo molteplici e specifiche. Come ha scritto lo storico dell’architettura Fulvio Irace, il progetto della casa montana permette innanzitutto l’esaltazione di quella «ricerca sull’oggetto isolato nel paesaggio che costituì momento rilevante dell’intero razionalismo europeo». Già solamente intorno a questo nodo – l’incontro tra le forme geometriche dell’architettura e la morfologia organica e transcalare dell’ambiente alpino – prendono corpo una serie di ipotesi e concettualizzazioni che mostrano la ricchezza e lo spessore delle sperimentazioni.
Ma oltre al tema della dialettica tra oggetto architettonico e paesaggio alpino e tra interno ed esterno, sono molti i terreni attraversati dalla ricerca progettuale sulla casa montana dai moderni: la costruzione, le tecniche, la sperimentazione dei nuovi materiali, i cantieri in condizioni talvolta difficili. Pensiamo inoltre al rapporto con la storia, con le tipologie e le figurazioni tradizionali, o ancora con le tecnologie ed i materiali locali, così come all’introduzione
di nuove modalità di abitare e consumare la montagna. L’obiettivo di questo numero è indagare le forme con cui l’architettura del Novecento prova a reinventare il suo rapporto con i diversi aspetti della montagna, dal paesaggio alpino alle tradizioni locali, dalla natura alle tecniche, dalle nuove forme di turismo ai modelli culturali e sociali.
I saggi contenuti nel volume illustrano alcune architetture conosciute e altre meno conosciute ma comunque fortemente emblematiche del periodo studiato, ricostruendone la contestualizzazione storico-sociale in rapporto al periodo, al costume e alla cultura dell’epoca, il ruolo della committenza, gli immaginari ed i riferimenti culturali dei progettisti. Accanto a queste letture viene inoltre messo l’accento sugli specifici dispositivi progettuali sviluppati, evidenziando per ogni edificio il rapporto tra interno ed esterno, la relazione con il paesaggio, la tettonica, l’assetto distributivo e l’articolazione degli spazi, la morfologia degli involucri e delle coperture, le tecniche costruttive, i materiali, e mettendo in relazione questi aspetti con le ragioni culturali sottese. Gli esempi studiati danno conto della profondità di questo patrimonio di sperimentazioni e di modelli che – attraverso sedimentazioni e stratificazioni – costituisce uno straordinario bacino di segni, linguaggi, atteggiamenti e approcci, che è ancora oggi un riferimento fondamentale per il progetto contemporaneo nel contesto alpino.