Descrizione
L'agor� occupa la vasta piana tra la plateia e le pendici
della collina a Est della citt� con una grande piazza di 170x280
mt., racchiusa su tre lati da edifici a due navate porticati e sul
lato orientale da una stoa-basilica costruita sul primo
terrazzamento del pendio, raccordato al piano della piazza da una
scalinata marmorea di quattro metri.
La facciata della stoa-basilica, a due piani, � scandita da una
successione di arcate impostate su pilastri con semicolonne
addossate; questi presentano capitelli ionici, ornati da maschere
fitomorfe, sui quali poggia un dado modanato a trabeazione.
Al centro del colonnato aggetta un ingresso monumentale che
presenta una ricca decorazione scultorea di cui si segnalano
capitelli movimentati da leoni che azzannano tori e capitelli con
sfingi alate. Gli elementi costruttivi sono realizzati in marmo
locale proveniente dalle cave di Thiounta.
Contesto cronologico
fine I - II secolo d.C.: il progetto � unitario, compreso
nel piano urbanistico di ricostruzione della citt� dopo il
terremoto del 60 d.C.; la realizzazione del complesso, che si
dispone su una vasta area precedentemente occupata da necropoli e
fornaci, si protrae per l'intero secondo secolo, periodo di
maggiore fioritura economica della citt�;
met� IV secolo d.C.: un violento terremoto danneggia
irrimediabilmente le strutture delle stoai che racchiudevano la
piazza;
fine IV - inizio V secolo d.C.: la costruzione delle mura
teodosiane esclude dall'area urbana il crollo dell'agor�. Sullo
stilobate della stoa meridionale si imposta un tratto delle mura
nelle quali vengono reimpiegati elementi costruttivi dell'antico
complesso; grandi fornaci occupano i resti delle stoai;
V - VI secolo d.C.: nell'area dell'agor� prosegue
l'attivit� per la produzione di materiale fittile e piccole
abitazioni vengono costruite per gli artigiani;
post VI - XII secolo d.C.: attivit� agricola e pastorizia
si insedia sui resti sepolti dell'antica piazza.
Interventi di restauro
Il riassemblaggio degli elementi dell'ordine architettonico di un
pilastro della stoa-basilica consente una sia pur parziale lettura
della fronte monumentale, permettendo inoltre la salvaguardia di
parti architettoniche e scultoree di eccezionale valore
documentario per lo studio della decorazione dell'Asia Minore.
Modalit�:
1991: sostituzione del secondo rocchio del pilastro in
caduta, seriamente compromesso, con un blocco appositamente
preparato in conglomerato di cemento bianco, calce, polvere e
graniglia di marmo;
Risistemazione dei gradini marmorei della scalinata ed
esemplificazione di un tratto di essa con blocchi di travertino;
1992: anastilosi del pilastro con l'utilizzo del rocchio
precedentemente formato fino al dado di trabeazione. Il rocchio
sostituito � collocato accanto al pilastro rimontato;
1993: lavorazione e formazione delle scanalature del
rocchio sostitutivo.
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