Missione archeologica italiana di Hierapolis di Frigia (Turchia)

NECROPOLI
SARCOFAGI

Il primo dato che colpisce nelle necropoli di Hierapolis è rappresentato dal numero e dalla diffusione dei sarcofagi.
Si tratta di sarcofagi in marmo o in travertino con cassa rettangolare e coperchio a due spioventi, con frontoncino o acroteri angolari, collocati in posizione elevata rispetto al terreno. Molti infatti sono "esaltati" - come monumenti su podio a gradini - per essere sistemati su un basamento quadrangolare, o su una piccola camera (iposorion), o ancora, sul tetto di una tomba.
Tra i sarcofagi in marmo, molti furono importati dagli ateliers di scultura sorti nelle vicinanze delle cave di Docimio, tuttavia, la maggior parte furono realizzati da artisti locali che usavano il marmo di Thiounta, le cui cave sono state localizzate nel territorio di Hierapolis. Sono sarcofagi "lisci" o decorati, soprattutto, con motivo a ghirlande ed erano sbozzati e parzialmente lavorati in cava, prima del trasporto alle necropoli. La loro produzione è da collocarsi cronologicamente tra l'inizio dell'età imperiale e il III secolo d.C.
I sarcofagi di travertino, che sono presenti in maggior quantità, furono prodotti nelle cave situate sulla collina che sovrasta la necropoli Nord e trasportati in cantiere, anch'essi, semilavorati. Molti esemplari non ricevettero mai una completa rifinitura per ragioni economiche o perché nascosti parzialmente da altri monumenti.
In genere, su uno dei lati lunghi della cassa, è incisa liberamente l'iscrizione funeraria, che occupa un notevole spazio come anche negli edifici sepolcrali. I contenuti delle iscrizioni, che hanno una struttura di base pressoché uniforme, denunciano un interesse quasi esclusivo per la tutela dei diritti di proprietà del sepolcro, tralasciando le notizie biografiche dei proprietari della tomba.
Sono indicati i nomi dei proprietari, i reciproci rapporti di parentela, si vieta l'uso del sepolcro a persone estranee, si stabilisce l'entità dell'ammenda in denaro in caso di violazione della tomba o del diritto sepolcrale e, infine, si richiama l'avvenuta registrazione, nell'Archivio della città, delle disposizioni stabilite. Nonostante l'uniformità delle iscrizioni, il patrimonio di informazioni che se ne ricava è ricchissimo.


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