Missione archeologica italiana di Hierapolis di Frigia (Turchia)

PLUTONIO

Descrizione
Il Plutonion, già noto dalle fonti anche grazie alla descrizione di Strabone (XIII, 4, 14), era considerato nell'antichità uno degli ingressi agli inferi per le esalazioni e i vapori velenosi che da esso ancora oggi scaturiscono. Il geografo di Amasia ricorda una recinzione quadrangolare nella quale si sprigionavano fumi così densi da impedire di vedere il suolo sottostante; l'accesso alla grotta naturale, estremamente profonda, avveniva attraverso una stretta spaccatura.
Riconosciuto (1962-65) all'interno delle strutture monumentali pertinenti al tempio di Apollo, il Plutonion si presenta come una apertura - praticata lungo la parete di travertino- che conduce alla grotta vera e propria. L'andito, regolarizzato ed ornato da una nicchia marmorea, presentava al piano superiore, in corrispondenza dell'ingresso, un'edicola circolare; questa, una sorta di tholos anch'essa marmorea, connotava la sacralità del luogo.

Contesto cronologico
età ellenistica: attestazione archeologica di materiale proveniente dall'area del Plutonion, la cui esistenza come luogo di un culto indigeno (Cibele, la grande Dea Madre anatolica?) è senza dubbio anteriore alla formazione del centro urbano;
I secolo d.C.: realizzazione della nicchia e della tholos marmoree, a monumentalizzare l'ingresso dell'antro sacro;
III secolo d.C.: l'apertura naturale viene inglobata entro il podio del tempio di Apollo.


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