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  Federico Sclopis

Federico Sclopis   Nacque nel gennaio 1798 da famiglia nobile torinese. Sclopis si laureò in Giurisprudenza e fu subito chiamato da Prospero Balbo fra i collaboratori diretti della Segreteria degli Interni.

Nel 1822 Sclopis entrò nella magistratura sabauda, di cui divenne in seguito presidente di Cassazione.

Nel 1828, a soli trent'anni, Sclopis divenne socio dell'Accademia delle Scienze. Nel 1831 il re Carlo Alberto nominò Sclopis nella ristretta commissione per la redazione del codice civile: in quegli anni ferveva tra Europa ed America la discussione per la conservazione o meno del modello napoleonico di diritto codificato.

Nel 1833 sempre Carlo Alberto volle che Sclopis desse vita con altri studiosi alla Regia Deputazione di Storia Patria, una commissione di ricerca storica che ponesse il Regno di Sardegna sul piano dei principali stati europei.

Dal 1853 al 1878 Sclopis fu presidente della Deputazione. Nel 1840 uscì il primo volume della sua opera più nota, Storia della legislazione italiana, tradotta in francese, inglese, tedesco. Nel 1848 Sclopis si prodigò per la concessione dello Statuto Albertino da parte del re. Concesso lo Statuto, Sclopis fu scelto dal re per formare il primo governo costituzionale, compito che il giurista delegò all'amico Cesare Balbo. Eletto nel primo Parlamento subalpino, Sclopis contrastò col suo animo moderato le iniziative più accese.

Nel 1849 entrò in Senato con la nomina regia. Nel 1864, anno della Convenzione di settembre, con la quale l'Italia si impegnava a trasferire la propria capitale da Torino a Firenze, Sclopis, attaccato ai valori della più genuina tradizione piemontese, si dimise dalla sua carica di presidente del Senato. Nello stesso anno divenne presidente dell'Accademia delle Scienze.

Nel 1871 fu nominato presidente del Collegio Internazionale di Ginevra per la soluzione della controversia anglo-americana detta Arbitrato dell'Alabama. Sclopis agì da abile mediatore risolvendo una grave questione internazionale senza ricorrere alle armi. Negli ultimi anni di vita Sclopis prese parte al dibattito culturale e politico sull'identità del Regio Museo Industriale. Morì nel 1878, con la volontà di donare tutti i suoi scritti e la sua ricca biblioteca all'Accademia delle Scienze.


 
 
 
  
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