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Carlo Castellamonte
Padre di Amedeo Castellamonte. Nacque nel 1560 e morì nel 1641 a Torino.
Fu tra i primi patrizi piemontesi professionalmente attivi nel campo dell'architettura. Architetto, ingegnere civile e militare, Castellamonte studiò a Roma (1579), forse sotto Scamozzi, mentre a Torino fu assistente e collaboratore dell'ingegnere ducale Ascanio Vitozzi.
Nel 1598 fu aiuto di Ascanio Vitozzi nella costruzione della Madonna di Vico, mentre nel 1602 progettò l'Eremo dei Camaldolesi a Torino.
Nel 1615 Castellamonte venne nominato architetto di sua altezza reale, succedendo a Vitozzi, con cui si occupò anche della costruzione del Santuario di Vicoforte.
Il 26 aprile 1602 Carlo Emanuele I gli accordò un posto nella sua guardia, senza obbligo di servizio e due anni dopo gli affidò il progetto della chiesa dell'Arciconfraternita del SS. Sudario dei Piemontesi a Roma. Nel 1673 venne nominato sovrintendente alle fortezze e poi ingegnere e luogotenente di Artiglieria ed edifici dell'acqua (1626-1634).
Tra le opere architettoniche di Castellamonte ricordiamo: il Castello di Rivoli (1633), i lavori di decorazione al Castello del Valentino (1633-40), il Castello Reale di Moncalieri e numerose opere di fortificazioni.
Al 1639 risale il suo intervento su Palazzo Madama, dove la reggente stava trasferendo la sua residenza, ricavando un atrio-salone, destinato ad ingresso nobile e ambiente parata.
Nel 1620 Castellamonte si occupò del progetto di ampliamento noto come Città Nuova, volto a recuperare sul lato meridionale di Torino uno spazio da collegare a piazza Castello. Nel 1622 ampliò la piazza del Duomo. Inoltre progettò piazza Reale, oggi Piazza San Carlo (1637). Castellamonte fu anche scenografo per gli spettacoli allestiti nel 1606-1607 nel salone di Palazzo Madama. Fu autore della costruzione temporanea (1619) al Moncenisio per il torneo (La presa di Rodi), in occasione delle nozze di Vittorio Amedeo, e della provvisoria porta Nuova a Torino. Vanno inoltre menzionati il carosello Il trionfo delle allegrezze del mondo, allestito in piazza Castello a Torino, per la nascita di Francesco Giacinto (1632) e probabilmente l'addobbo della Cattedrale per le esequie di Vittorio Amedeo I (1638).
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