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  Aldo Bibolini

Nato a Sarzana (La Spezia) il 16 agosto 1876 e deceduto a Torino il 30 giugno 1930, Bibolini seguì gli studi universitari a Pisa. Nel 1898 conseguì la laurea in Ingegneria Civile presso la Scuola di Ingegneria di Roma, dove frequentò anche il corso speciale di Elettrotecnica.

Dopo essere stato assistente di Fisica Tecnica e di Meccanica Applicata alle Macchine, tra il 1900 e il 1902 Bibolini fu vicedirettore della Società Italiana dei Forni Elettrici in Roma e direttore tecnico della Società Italiana per Automobili Bernardi a Padova.

Nel 1902 egli vinse il concorso per ingegnere del Corpo delle Miniere presso l'Ufficio distrettuale di Firenze. Per questo motivo Bibolini seguì una serie di corsi di perfezionamento all'Ecole des Mines di Liegi, frequentando anche l'annesso Istituto elettrotecnico Montefiore, giungendo a laurearsi nel 1904 come Engenieur Civil des Mines e Engenieur Electricien.

Nello stesso anno Bibolini ritornò in Italia e venne destinato all'Ufficio distrettuale di Caltanisetta, dove insegnò Costruzioni, Mineralogia, Geologia ed Elettrotecnica nell'annessa Scuola mineraria, di cui divenne il vicedirettore. Sempre a Caltanisetta Bibolini diresse la miniera di Testasecca, occupandosi del riordino delle collezioni cristallografiche.

Il 1° novembre 1908 Bibolini fu trasferito nel distretto minerario di Vicenza con l'incarico della direzione della Scuola mineraria di Agordo (Belluno), dove insegnò Mineralogia, Geologia, Metallurgia, Preparazione Meccanica e Coltivazione delle Miniere.

Nel 1913-14 frequentò, come allievo esterno, il Laboratorio del Museo di Mineralogia e Petrografia di Parigi, annesso alla Sorbona.

Nel 1917 venne trasferito a Iglesias a causa dell'invasione austriaca.

Di questo periodo sono importanti i suoi studi minero-geologici e la realizzazione, in collaborazione con l'ingegnere Riboni, di una cernitrice elettrostatica e del corrispondente convertitore statico per alti potenziali, successivamente perfezionata e tutelata dai brevetti italiano, francese, inglese e statunitense.

Bibolini ideò altri apparati meccanici come un volumetro, un apparecchio diagrammatore, un mulino autoclassificatore per minerali e una nuova bussola da geologo costruita dalla Salmoiraghi. Nel 1918 il Governo lo incaricò di istituire e dirigere l'Ufficio Geologico e Minerario della Colonia Eritrea di Asmara. In questa occasione, Bibolini compì numerose esplorazioni di notevole interesse scientifico, fra cui quelle in Dancalia e nel nord-est dell'Eritrea.

Il 3 agosto 1920 Bibolini inizia ad insegnare Tecnologia Mineraria presso il Politecnico di Torino. Dal 1935 fino al 1947 insegnò Arte Mineraria sempre al Politecnico. In questo periodo si dedicò alla sistemazione definitiva della sezione di Ingegneria Mineraria, all'ammodernamento dei laboratori tecnologici del medesimo istituto, all'ampliamento dei musei naturalistici del Politecnico e al riordinamento delle rispettive collezioni. Bibolini venne nominato vicedirettore dell'Istituto Superiore d'Ingegneria (1933-38) e, nel 1945, direttore. Assunse l'incarico di diversi corsi, tra i quali: Geologia e Giacimenti Minerari dal 1924 al 1935, Mineralogia e Geologia dal 1931 al 1935 e Tecnologie Speciali Minerarie dal 1936 in poi.

L'intensa attività accademica di Bibolini è anche segnata dal ruolo di socio dell'Accademia Lunigianese delle Scienze Giovanni Capellini (dal 1927), di membro del Comitato per la Geologia nel Consiglio Nazionale delle Ricerche (dal 1929), socio Nazionale dell'Accademia delle Scienze di Torino (dal 1937) e membro effettivo dell'American Institution of Mining & Metallurgical Engineers (dal 1939). Bibolini fu autore di circa quaranta pubblicazioni, di argomento geologico e minerario.


 
 
 
  
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