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§ 1° Alle ore 3 1/2 pomeridiane il Consiglio essendo in numero legale, il Sindaco dichiara aperta la seduta, in continuazione della sessione ordinaria di primavera.
Giustifica quindi l'assenza dei consiglieri Casana, Daneo, Palberti, Pasquali e Sineo, trattenuti a Roma dai lavori parlamentari, e dei consiglieri Arnaudon, Durio e Favale per ragioni di salute.
Il consigliere Arnaudon scrisse anzi una lettera in favore della canalizzazione unica, che egli deve astenersi dal leggere in omaggio alla massima adottata con esplicite deliberazioni del Consiglio.
§ 2° Il Sindaco pronunzia le seguenti parole:
Prima di entrare nello svolgimento dell'ordine del giorno mi tocca adempiere un gradito dovere.
Nella fastosa ricorrenza del 22 scorso aprile, unitamente ai Sindaci delle precipue città d'Italia io aveva l'onore di presentare nel palazzo del Quirinale agli augusti Sovrani gli augurii ed i voti della cittadinanza Torinese. Le LL. MM. vivamente commosse per l'imponenza delle dimostrazioni d'affetto, che in quella occasione loro pervenivano da ogni terra d'Italia, a noi affidavano l'incarico di esprimere alle rispettive popolazioni i sentimenti della loro profonda gratitudine.
Ed oggi compio il gentile mandato rivolgendomi al Consiglio, che tutta la cittadinanza rappresenta.
Ed un altro debito sono pure lieto di potere pubblicamente sciogliere inviando da questo seggio un riconoscente saluto al Sindaco di Roma, che in quella memoranda circostanza fu largo di ogni squisita cortesia ai Sindaci suoi colleghi. Questa prova di fratellanza, cara ad ogni città italiana, debb'esserlo tanto più per Torino, nelle cui mura avvenne la solenne proclamazione di Roma capitale d'Italia.
§ 3. Il Sindaco, richiamando i precedenti della questione dell'acqua potabile, informa il Consiglio che, essendosi riconosciuto che gli esperimenti di epurazione chimica dell'acqua, prima mediante il perossido di ferro, poscia mediante il ferro in trucioli, non davano risultati soddisfacenti, l'Assessore Tacconis, che li aveva suggeriti, propose alla Giunta o di proibire assolutamente l'immissione delle acque della bealera (canale) di Trana, limitando la condotta all'acqua di sorgente, oppure di continuare a permettere l'immissione, avvertendo però la popolazione, in modo ufficiale, dell'insalubrità dell'acqua. La Giunta non credette di adottare nessuna di tali proposte: non la prima perché l'acqua sarebbe stata assolutamente insufficiente, di fronte ai bisogni della popolazione e delle industrie; e neppure la seconda, perché il fatto era già noto per la pubblicazione fattane dai giornali e pareva meno conveniente gettare con una pubblicazione ufficiale un più grave allarme nella cittadinanza.
In seguito al voto della Giunta, l'Assessore Tacconis rassegnò le sue dimissioni, né le istanze dei suoi colleghi valsero a muoverlo dal suo proposito.
Alcuni giorni dopo, avvicinandosi questa seduta nella quale dovevasi presentare al Consiglio la proposta di rinnovare la votazione sulla spesa per la fognatura, gli Assessori Ajello, Biscaretti, Bollati, Fontana e Rinaudo, appartenenti alla minoranza favorevole al sistema di canalizzazione unica, sciogliendo la riserva precedentemente presa, presentarono essi pure le dimissioni.
E poiché il voto chiesto ora al Consiglio sulla spesa della fognatura potrebbe essere causa di altre dimissioni, sembra opportuno di non prendere per ora alcun provvedimento circa le dimissioni presentate.
§ 4° L'ordine del giorno reca: Fognatura generale della città - Rinnovazione della votazione sulla spesa.
Il Sindaco avverte che la Giunta non credette di presentare una nuova relazione in proposito, trattandosi soltanto di rinnovare la votazione amministrativa, che già ebbe luogo nella seduta del 7 aprile u.s. Ai signori Consiglieri venne tuttavia distribuito l'estratto di verbale di tale seduta, per cui al Sindaco non rimane che di ripetere le dichiarazioni fatte nell'adunanza del 10 aprile:
"Ricorda che nell'ultima seduta, in occasione della votazione della spesa per la fognatura, egli pregava i signori Consiglieri di voler ben ponderare le conseguenze del voto in correlazione all'urgenza di provvedere ad una delle più importanti esigenze della città. La proposta fu accolta dalla maggioranza dei Consiglieri intervenuti alla seduta, ma non raggiunse il numero dei voti prescritti dalla legge per poter addivenire all'operazione finanziaria necessaria per la relativa spesa.
"La Giunta, posta così nell'impossibilità di dare inizio ad opere da lungo reclamate, che formano parte importante del suo programma d'amministrazione, esaminò quale dovesse essere la sua condotta.
"Conscia della grave responsabilità che le incombe, sul riflesso che la proposta ebbe favorevole la maggioranza dei votanti, tenuto pur conto degli astenuti o per fattane dichiarazione o per abbandono dell'aula - che non era molto considerevole il numero dei Consiglieri intervenuti alla seduta, 61 in complesso - che nessuna esplicita dichiarazione della Giunta aveva preceduto la votazione, essa decise di provocare un nuovo voto del Consiglio sulla domanda dei fondi occorrenti all'esecuzione della fognatura in una prossima seduta da tenersi alla ripresa della sessione in fine del mese o nei primi di maggio, quando la sospensione dei lavori parlamentari renderà possibile l'intervento del magior numero dei Consiglieri alla importante adunanza.
E' esplicita la dichiarazione della Giunta, che allora mancava, è ora assai facile e assai semplice. Da troppo tempo si discute sulle modalità della fognatura senza che si addivenga all'esecuzione. Occorre omai che dal campo della teoria si entri in quello della pratica, trattandosi di esigenze urgentissime. Deciso per la terza volta dal Consiglio il sistema della doppia canalizzazione, se alla Giunta ora non si accordassero i mezzi finanziari per iniziarne l'attuazione, essa non potrebbe assumersi la responsabilità di procrastinare ulteriormente l'adempimento di una parte importantissima del suo programma amministrativo, e quindi si troverebbe nella imprescindibile necessità di lasciare il posto ad altri, che più fortunati riescano a risolvere la grave questione.
Piana rileva la gravità eccezionale della questione posta dinanzi al Consiglio, la quale si riferisce non soltanto ad interessi materiali, ma ad un vero indirizzo amministrativo, e si augura che il Consiglio, nello interesse della città, possa trovare una via di conciliazione.
Il sindaco Voli, la cui opera a pro del Comune meritò sempre i più sinceri elogi, è oggi tratto al punto di mettere la questione di fiducia sulla spesa per la fognatura, e nello stesso momento la minoranza della Giunta si ritira dal posto cui l'aveva chiamata il voto del Consiglio. Non può esimersi dal manifestare la sua sorpresa dinanzi a tale procedere, perché, pur encomiando l'opera prestata dai dimissionari in altri rami dell'azienda comunale, deve riconoscere che manca nella maggior parte di loro la speciale competenza in materia di igiene ed ingegneria, vincolante la loro responsabilità personale diretta, che solo potrebbe giustificare una dimissione data per una questione tecnica.
Prega gli Assessori dimissionari di voler ponderare seriamente la situazione odierna e le gravi conseguenze che potrebbero sorgere qualora insistessero nella loro determinazione.
Le presenti deliberazioni del Consiglio in ordine alla fognatura non furono mai revocate, né la minoranza attuale della Giunta si valse del diritto che le spettava, di provocarne la revoca; pertanto, il concetto che li guidò alle conclusioni non è amministrativo e non può tornare utile né a loro, né alla cittadinanza.
Quanto alle dimissioni dell'Assessore Tacconis, del quale riconosce la piena competenza ed i servizi resi in materia d'igiene, chiede maggiori spiegazioni al Sindaco, e desidera sapere quali rapporti abbiano colle dimissioni degli altri cinque membri della Giunta.
Il Sindaco avverte che i sei Assessori costituenti la minoranza in materia di fognatura avevano già da tempo accennato all'intenzione di dimettersi per lasciare alla Giunta libertà d'azione. Siccome non si trattava di una vera questione di fiducia, ma piuttosto di libertà di apprezzamento in una speciale questione amministrativa, e poiché era d'altra parte necessario che alcuni affari in corso potessero spingersi colla massima alacrità, così egli pregò i colleghi di desistere da tale proposito almeno sino a quando la votazione sulla spesa venisse definitivamente portata al Consiglio.
Soltanto per deferenza agli altri colleghi della Giunta e al Sindaco essi restarono in carica fino alla vigilia della presente seduta; e non potrebbe farsi ai medesimi il menomo addebito, tanto più che alcuni nell'atto delle dimissioni si riservarono la più ampia libertà di voto, e, pur conservando i loro apprezzamenti circa il sistema di fognatura, dichiararono di votare la spesa per la doppia canalizzazione.
Quanto alle dimissioni dell'Assessore Tacconis, ricorda che le proposte dal medesimo presentate alla Giunta erano la conseguenza di esplicite dichiarazioni fatte precedentemente in Consiglio. La Giunta non poté aderire a quest'ordine di idee per le ragioni già esposte ed anche perché si sperava che nel frattempo, come fortunatamente avvenne, la pioggia avrebbe portato, almeno provvisoriamente, riparo agli inconvenienti. L'Assessore Tacconis ottenne colle sue dimissioni il risultato che desiderava, poiché i giornali, col pubblicare la notizia, ne fecero conoscere ampiamente il motivo. D'altronde, anche l'Assessore Tacconis riconoscendo la necessità e l'urgenza di risolvere il dissidio sulla fognatura, aveva dichiarato che si sarebbe dimesso, insieme coi colleghi della minoranza, prima dell'odierna seduta.
Dopo ciò fa dare lettura delle proposte della Giunta, discusse dal Consiglio nelle sedute 11, 13 e 16 gennaio 1893, avvertendo che oggi, come già il 7 aprile scorso, non si tratta che di ripetere la votazione sulla terza parte delle proposte stesse:
"1° Di approvare nuovamente il progetto particolareggiato di fognatura generale a doppia canalizzazione, studiato dall'Ufficio municipale dei lavori pubblici, del calcolato importo di lire 10.400.000.
"2° Di stabilirne il graduale eseguimento, deliberando all'uopo per intanto e fin d'ora che venga inscritta ripartitamente in cinque bilanci successivi, a cominciare da quello del 1893, la spesa di lire 2.620.000 per l'eseguimento in quattro anni del collettore lungo il Po, dell'emissario, dei campi di epurazione colle necessarie espropriazioni, delle opere relative alla traduzione e smaltimento delle acque di lavatura, non che per successivi prolungamenti di collettori ed opere accessorie, e costruzione dei più urgenti canali bianchi.
"3° Di far fronte alla indicata spesa di lire 2.620.000 coll'emissione graduale, in cinque esercizi, di obbligazioni, giusta il sistema già sanzionato dal Consiglio comunale con deliberazione in data 2 maggio 1892, approvando tale emissione a senso dell'art. 159 della legge comunale e provinciale, e confermando gli stanziamenti relativi già approvati nel bilancio attivo e passivo del 1893, pell'importo di lire 500 mila. "
Partecipa infine che gli fu presentata la seguente proposta:
"I sottoscritti, ritenuta la somma importanza della votazione sul n° 2 dell'ordine del giorno (fognatura), chiedono l'appello nominale".
G. CORSI - MICHELE LESSONA - G. BERRUTI - M. VICARI - G. PIANA - CACCIA - G. NIGRA
Villa, essendo uno dei pochi i quali possono esprimere un giudizio non vincolato da alcun voto, desidera chiarire la sua opinione di fronte alla manifestazione del Sindaco.
Egli si astenne nelle precedenti votazioni, perché riteneva che la questione della fognatura non fosse sufficientemente studiata e perché era suo convincimento che fra i due opposti sistemi, a lungo discussi, ve ne fosse un terzo preferibile ed immensamente più economico. Come giudice imparziale non crede che la dichiarazione del Sindaco debba essere accolta, e ritiene che la Giunta ancora in funzione non possa che ritirare una domanda, a suo avviso, ingiustificata ed ingiustificabile, perché costituisce, forse contro le intenzioni della Giunta stessa, una vera coazione morale su quella parte del Consiglio che si dimostrò favorevole al sistema della canalizzazione unica e che non può, a così breve distanza, aver mutato le proprie convinzioni.
Esaminando i precedenti di questo argomento, ricorda che dopo lunghe discussioni, dopo studi, viaggi e spese, si provocò il voto del Consiglio sul sistema della doppia canalizzazione e sui fondi necessari all'attuazione dell'opera. Il Consiglio approvò il sistema con una maggioranza veramente meschina, e ciò non poteva avere che un valore platonico, perché uno o due voti non bastano per affrontare la responsabilità dell'esecuzione di un'opera grandiosa, che impegna l'avvenire della città, ed in cui i tecnici sono tanto discordi. Quel voto non poteva adunque avere alcuna conseguenza, e doveva interpretarsi nel senso che la questione della fognatura non era per anco risolta e sarebbe più tardi rimessa in discussione nel suo complesso, per lasciare tempo che una larga maggioranza si affermasse sopra il sistema migliore. Invece la Giunta provocò la votazione sulla spesa, e non ottenne i suffragi voluti dall'art. 159 della legge comunale. La questione di fiducia poteva essere opportuna prima di quel voto, ma non sarebbe possibile ora, a così breve distanza. Neppure gli pare parlamentarmente corretto che la stessa proposta non accettata legalmente dal Consiglio sia per tre volte presentata in breve volgere di tempo.
Spera quindi che la giunta non voglia insistere, e si riserva di presentare in tal senso apposito ordine del giorno.
Rossi crede che nessuno desideri oggi una crisi municipale e che tutti debbano procurare di evitarla: invita pertanto la Giunta a non insistere nella sua proposta ed a lasciare libero corso agli eventi.
Nella seduta del 16 gennaio 1893 la Giunta dichiarò esplicitamente che non intendeva di porre questione di fiducia in materia di fognatura; ugualmente non la pose il 7 aprile, quando venne rinnovata la votazione sulla spesa, e la proposta della Giunta non risultò accettata dal Consiglio.
Essendosene astenuta nelle due precedenti votazioni, la Giunta non dovrebbe ora sollevare la questione di fiducia; anzi, avrebbe dovuto seguire un'altra linea di condotta, e non portare al Consiglio per tre volte consecutive la stessa questione nelle identiche condizioni: fatto questo veramente nuovo nella storia dei Corpi amministrativi, e che non trova riscontro nel sistema parlamentare, perchè quando una proposta del Governo è respinta non può più essere presentata nella stessa sessione.
Si professa amico della Giunta, e come tale avverte che l'insistere sulla questione di fiducia significherebbe voler forzare la situazione, cioè tentare di indurre alcuni dei fattori della canalizzazione unica a votare contro le loro convinzioni solo per evitare una crisi.
Non essendo sorto nessun fatto nuovo in questo brevissimo intervallo che giustifichi il cambiamento, quei Consiglieri non possono mutare le loro opinioni, solo per dare una soddisfazione personale alla maggioranza della Giunta; quand'anche lo facessero, la votazione non potrebbe essere soddisfacente, perché le questioni d'interesse vitale, come questa, debbono essere risolte con voti convinti e sicuri, e perché non può dirsi che la causa della doppia canalizzazione abbia fatto progressi nel numero dei suoi partigiani.
Le questioni di fiducia, da parte dei Corpi esecutivi, si pongono nelle questioni di principio, non in questioni tecniche, e quando il Corpo esecutivo si presenta all'Assemblea deliberante compatto, unito e concorde. Anche sotto l'aspetto della costituzionalità, adunque, sorgono gravi dubbi, dal momento che la Giunta si trova ora quasi dimezzata. Perciò gli Assessori debbono restare tutti al loro posto, ed i dimissionari, che pur diedero prova lodevolissima di coerenza e di fermezza, debbono tornare nei banchi della Giunta, almeno sino a quando la cittadinanza siasi pronunziata nelle prossime elezioni amministrative.
Per queste considerazioni, se si dovesse assolutamente venire ad un voto, chiederebbe egli pure l'appello nominale.
E' dolente di dover muovere quasi un rimprovero alla Giunta, per non aver dato comunicazione al Consiglio di un'offerta, testé presentata al Municipio e di cui egli pure ebbe notizia di un'esecuzione à forfait della canalizzazione unica per parte di una Società che ha già compiuto importanti opere di fognatura a Milano ed in altre città lombarde.
Questa Società, a quanto gli consta, assumerebbe l'opera per la somma di L. 10.800.000, cioè col ribasso di L. 2.200.000 sul preventivo della Giunta, oltre a ribasso anche maggiore qualora venissero acconsentite alcune varianti tecniche al progetto. Con quest'offerta, sulla cui società non possono sorgere dubbi, viene ad eliminarsi una della più gravi obbiezioni contro la canalizzazione unica, perché la spesa si trova ridotta allo stesso limite di quella per la canalizzazione doppia.
Si manifesta adunque evidente la convenienza di sospendere ogni deliberazione per esaminare la proposta da lui riferita e quelle anche migliori che potrebbero venir presentate nel frattempo.
Per queste considerazioni, prega la Giunta di non insistere nel provocare una crisi, e spera che gli Assessori dimissionari vogliano ritornare al loro posto assegnato dalla fiducia del Consiglio. Se poi ciò non fosse possibile, crede che la votazione debba farsi soltanto a Giunta completa, e che per conseguenza debba precedere l'elezione di sei Assessori, in surrogazione dei dimissionari.
Rinaudo ringrazia il Sindaco, che lealmente ha chiarito al condizione delle cose, ma crede necessario aggiungere alcune considerazioni in risposta alle accuse mosse dal consigliere Piana alla minoranza della Giunta.
Nota anzitutto che nelle Assemblee deliberanti la maggioranza è sempre incompetente nelle particolari questioni che le sono presentate. Essa costituisce un giurì, il quale assiste ai dibattiti delle persone riconosciute competenti nelle singole materie. Anche nel nostro caso, la maggioranza del Consiglio si troverebbe nelle stesse condizioni di incompetenza imputate alla minoranza della Giunta.
Per suo conto, potendo oggi manifestare liberamente il suo pensiero, ricorda che sin da quando ebbe l'onore di entrare in Consiglio considerò che la questione della fognatura si riferisca specialmente all'igiene, ed anche ora si stupisce che alcuni Consiglieri scherzino sulle ragioni igieniche della fognatura e poi ne sostengano uno dei sistemi. Chi non crede all'igiene non dovrebbe votare né la doppia, né l'unica canalizzazione; chi ha fede in questa scienza non può, senza mancare alla logica, disconoscerne i consigli in un argomento di tanta importanza. Chiamato a far parte della Giunta, sentì il dovere di studiare maggiormente la questione e riconobbe che gli igienisti si manifestano concordemente favorevoli alla canalizzazione unica quando, per le condizioni locali, essa sia possibile e l'esecuzione non torni gravemente incomoda anche in rapporto alle ragioni finanziarie. Ma la maggioranza degli ingegneri essendosi pronunziata per la canalizzazione doppia, egli si trovò in gravi incertezze, le quali però furono sciolte quando l'Ufficio tecnico municipale presentò il progetto della canalizzazione unica. Allora vide la possibilità dell'attuazione, rimanendo soltanto più le difficoltà della maggior spesa e della deficienza d'acqua. Ma lo stesso assessore Riccio dichiarò che la differenza di spesa fra i due sistemi sarebbe andata attenuandosi per scomparire del tutto coll'estendersi della fognatura ai nuovi quartieri della città; e quanto all'acqua ha ora potuto convincersi che manca assolutamente per l'uno come per l'altro sistema, e che in ogni caso è necessario provvedere ad una nuova condotta.
In tali condizioni di cose, non poté a meno di pronunziarsi per la canalizzazione unica.
Sul secondo punto delle critiche cui venne fatto segno coi colleghi dimissionari, osserva che egli trovò nella Giunta una consuetudine, a cui dovette sottoporsi finora, ma che non poté mai approvare. A differenza di quanto succede al Governo, si portano in Consiglio e si rinnovano le discussioni già seguite in seno della Giunta, senza che la minoranza, per quella solidarietà di cui appunto danno esempio i Ministeri, faccia atto di deferenza alla maggioranza e ne adotti le conclusioni, oppure si ritiri quando non creda di poterne accettare le responsabilità. Per tale sistema fu altra volta possibile al Sindaco di restare a capo dell'Amministrazione sebbene discorde dalla maggioranza della Giunta in materia di fognatura: ugualmente poté un Assessore combattere in Consiglio le proposte della Giunta, pur seguitando a farne parte.
Quando si accentuò, nel seno della Giunta, il dissidio circa il sistema di fognatura, la minoranza credette di doversi dimettere, ma in omaggio alla consuetudine ed aderendo alle cortesi insistenze dei colleghi, aspettò fino a questi ultimi giorni, nei quali, intendendosi porre la questione di fiducia, era indispensabile di riacquistare piena libertà di voto. Nulla adunque vi fu di meno lodevole nella loro condotta.
A suo avviso, la questione di fiducia non era necessaria in una questione essenzialmente tecnica, perché egli non può accettare la distinzione del sistema di fognatura dalla spesa relativa, in ordine alla quale la votazione assumerebbe un carattere amministrativo. Per la natura stessa delle cose, egli crede che l'opera non debba andare disgiunta dalla spesa: altrimenti il Consiglio cadrebbe in deliberazioni platoniche. Anche la legge non fa distinzioni al riguardo e chiede deliberazioni complessive e pratiche.
In base a tale interpretazione, la questione di fiducia appare non necessaria; ma se la Giunta insiste, egli dichiara che di fronte alle proprie convinzioni non voterà la spesa, ma conserverà piena la sua fiducia nel Sindaco e nella Giunta, con cui fu sempre concorde in tutte le altre questioni.
Il Sindaco, nell'interesse della libertà di discussione delle future Amministrazioni, fa presente la grande differenza che passa fra un ministero e la Giunta Municipale, a cui il consigliere Rinaudo vorrebbe applicare lo stesso sistema.
Anzitutto, il Ministero è l'espressione di un partito politico predominante, mentre la Giunta rappresenta un concetto amministrativo; inoltre, i vari Ministri, sebbene nominati dal Re, sono proposti dal Presidente del Consiglio, che in essi trova persone di sua fiducia, mentre la Giunta riceve direttamente il suo mandato dal Consiglio.
Ogni Assessore conserva quindi l'indipendenza delle idee, ben inteso in correlazione all'indirizzo generale dell'Amministrazione; quindi nelle questioni d'indole amministrativa può benissimo regnare ampia libertà anche in seno della Giunta. Egli ricorderà anzi sempre con soddisfazione di aver mantenuto colla maggior larghezza possibile questo sistema nel periodo della sua amministrazione sulla cui uniformità d'indirizzo certo nessuno potrebbe fare osservazioni.
Biscaretti ringrazia il consigliere Piana di avergli dato occasione di dichiarare che la sua assenza dalla seduta del 17 aprile fu erroneamente apprezzata, perché allora avrebbe votato, come oggi, la spesa per la fognatura.
Sebbene dissenziente, circa il sistema tecnico, dalla maggioranza della Giunta, e dolente per ciò che non sia stata accettata la canalizzazione unica, tuttavia distingue la questione di forma dalla questione amministrativa.
Non cambia di bandiera, ma poiché la forma fu già approvata dal Consiglio, egli non esita a votare la spesa, perché è convinto della necessità ed urgenza, da tutti affermata, di eseguire la fognatura, anche per togliere le ingiustizie ora esistenti di fatto tra le regioni della città che sono fornite di canali bianchi e neri, e le altre che ne sono assolutamente prive.
Gianolio osserva che in conseguenza dell'articolo 159 della legge comunale, molte volte avverrà che, accettata un'opera da un numero di Consiglieri che già costituiscano maggioranza, la minoranza debba accostarvisi, per non rendere impossibile l'attuazione dell'opera stessa.
E' questione di dignità pel Consiglio che la fognatura sia risolta, ed egli dichiara che, se fosse accertata una maggioranza a favore della canalizzazione doppia, non esiterebbe ad associarvisi.
Ma oggidì non può dirsi che esista una deliberazione esecutiva a favore di alcuno dei sistemi. Come giustamente notava il consigliere Rinaudo, non si può scindere l'opera dalla spesa: i progetti debbono essere precisi, completi, accompagnati da regolare perizia che fissi la spesa: se ne debbono indicare i modi di esecuzione ed i mezzi di pagamento. Qualunque deliberazione per opere straordinarie, che porti indicazioni generiche, è nulla e di nessun effetto, come lo dimostrano le esplicite disposizioni degli articoli 159 e 259 della legge comunale e la costante giurisprudenza del Consiglio di Stato.
Tale appunto è il caso delle passate deliberazioni sulla fognatura.
Sta bene che nella seduta del 16 gennaio siasi votata la prima parte della proposta della Giunta per accertare a quale sistema di fognatura fosse favorevole la maggioranza del Consiglio; ma essendo mancata la votazione sugli altri punti della proposta, cadde anche la votazione sulla prima parte. Anche per questa, d'altronde, non erasi formata una vera maggioranza; per semplice casualità, essendosi messo prima in votazione l'ordine del giorno Pacchiotti, in favore della fognatura unica, questa a parità di voti, non venne approvata: se si fosse votato prima sulla proposta della Giunta, la medesima sarebbe stata ugualmente respinta. Non si costituì adunque una maggioranza, e la votazione non può avere valore legale.
Non essendo venuta meno in lui la fiducia nella Giunta, la prega di non insistere nella questione di gabinetto e spera che si ricomponga e completi cogli Assessori dimissionari. Quanto alla fognatura, occorrerà rinnovare più tardi la votazione sul sistema; per suo conto, dichiara che se la maggioranza si affermerà sulla doppia canalizzazione, non mancherà ad essa il suo voto per la spesa relativa.
Piana non intese coi suoi appunti di muovere accuse agli apprezzamenti individuali dei Consiglieri, ma ripete che quando essi accettarono di far parte di un corpo collettivo le loro convinzioni personali dovevano cedere a quelle della maggioranza.
Fece appello alla conciliazione perché il Consiglio si trova dinanzi ad un programma di opere straordinarie, d'assoluta urgenza, di cui non si può maggiormente ritardare l'esecuzione, tanto più che per la fognatura doppia, regolarmente votata, non intervenne mai alcuna revoca e si ebbe invece l'approvazione dell'autorità tutoria.
Non si tratta adunque, nel caso presente, di una questione tecnica, che fu già risolta, ma di una vera questione amministrativa: pertanto, ripete che siccome la maggior parte dei dimissionari non aveva speciale competenza tecnica, doveva far sacrifizio della propria convinzione per evitare la crisi.
Berruti crede che la discussione sia ormai uscita dai limiti entro cui doveva tenersi.
Ricorda al consigliere Villa che pochi voti di maggioranza possono avere molto valore anche nelle più gravi questioni: infatti bastò un voto perché alla Camera fosse respinto il progetto di legge per la nullità degli atti non registrati, e quel progetto più non venne proposto.
La fognatura doppia fu approvata dal Consiglio fin dal 1888, cioè prima che la nuova legge comunale imponesse all'art. 159 l'obbligo della doppia votazione dei 41 Consiglieri. Da allora, con votazioni perfettamente regolari ed approvate dall'autorità tutoria, furono sempre respinte le proposte di revoca di quella deliberazione: dunque non può negarsi che la questione tecnica sia da lungo tempo risolta in favore della doppia canalizzazione, a cui dovrebbe accostarsi anche il consigliere Villa, perché è tale anche il sistema Waring da lui propugnato.
Quanto alla spesa, una discussione è possibile solamente sull'esistenza o meno dei mezzi per sopperirvi: ma nel caso attuale i mezzi non mancano, provvedendosi coll'operazione finanziaria approvata sin dal maggio 1892.
Osserva ancora che si parlò sempre della fognatura come di un'opera avente carattere straordinario, mentre invece sono comprese nella medesima molte opere le quali, a termini dell'art. 145, n. 8, della legge comunale, costituiscono spese assolutamente ordinarie ed obbligatorie. Ad es., per antica consuetudine, è obbligatoria in Torino la costruzione dei canali per lo scarico delle acque piovane; quest'opera, sempre rinviata in attesa di coordinarla colla costruzione dei canali neri, dovrebbe essere sostenuta coi fondi ordinari del bilancio, e non occorrerebbero per essa i 41 voti richiesti dall'art. 159 della legge per le opere straordinarie, cui si provvede con mutui, mentre l'operazione finanziaria in corso di esecuzione potrebbe, per esplicita dichiarazione fatta dal Sindaco nel piano relativo, essere destinata soltanto all'estinzione dei debiti.
Esistono adunque i mezzi finanziari, e non comprende come si possa ancora, dopo dieci anni di discussione, differire l'esecuzione di opere obbligatorie ordinarie.
Benintendi giustifica la questione di fiducia posta dalla Giunta, perchè non si può amministrare un comune quando non si possono adoperare tutti i mezzi necessari a tale scopo. Prega il Consiglio, che sempre ed anche recentemente approvò il sistema di canalizzazione doppia, di pensare alle conseguenze di un voto contrario alle proposte della Giunta. Non si farebbe più nulla di un'opera indispensabile ed urgente, non potendosi ricorrere all'altro sistema che non fu approvato. In ciò si associa all'avviso del consigliere Biscaretti, che diede un raro esempio di coscienza amministrativa.
Dichiara egli pure che per essere coerente voterà la spesa.
Il Sindaco comunica il seguente ordine del giorno, testè pervenutogli:
"Il Consiglio,
"Convinto della convenienza di rinviare ad altra sessione ogni deliberazione intorno alle spese relative alle opere di fognatura, esprime la fiducia che la Giunta intiera vorrà continuare nell'ufficio e recedere quindi dalle proposte dimissioni. "
T. VILLA
A. ROSSI
LAURA
Rabbi, sebbene meno competente in materia, sente da cinque anni discutersi in Consiglio la questione della fognatura e poté formarsi una convinzione, in base alla quale diede, a suo tempo, voto favorevole alla canalizzazione unica. Duogli che si voglia rinnovare oggi una votazione, sulla quale non si ebbe né maggioranza, né minoranza e che si conduca per tal modo l'Amministrazione ad una crisi, mentre tutti hanno piena fiducia nella Giunta.
In tanta disparità di opinioni propone il rinvio a tempo non indeterminato, ma da stabilirsi con precisione, per studiare se ed in quale parte della città possa convenire l'applicazione di un sistema ed in quali sia più utile l'applicazione dell'altro.
Prega la Giunta di voler rimanere in carica ed accettare la sua proposta conciliativa, deplorando che taluni, nella presente questione, siano mossi da puntiglio, come dimostra la stessa domanda di appello nominale.
Villa risponde al consigliere Berruti che il progetto di legge cui egli alluse, proposto dell'oratore, fu respinto per un voto, ma avrebbe potuto essere presentato in altra sessione, sebbene ciò non sia avvenuto, non per difficoltà statutarie, ma per ragioni di altra natura.
Passando all'argomento della discussione, espone le ragioni di convenienza per cui non può ammettere il concetto esposto dal consigliere Berruti, che l'opera sia definitivamente risolta.
Invero il Consiglio, interpellato sulla spesa, per ben due volte la respinse; non si può, a così breve distanza e senza che alcun nuovo fatto sia intervenuto, chiedere una terza votazione collo spauracchio delle dimissioni della Giunta.
In mancanza di esplicita disposizione della legge comunale si sarebbe almeno dovuto seguire il sistema parlamentare, per cui le proposte respinte in una sessione non possono essere ripresentate che in altra sessione.
Inoltre, quando si addivenne alla scelta fra i due sistemi si avevano calcoli circa la quantità dell'acqua, che l'esperienza dimostrò più tardi infondati; è evidente la necessità di nuovi studi in proposito.
Per ultimo, sono pervenute proposte da parte di imprenditori, i quali assumerebbero le opere per somma molto inferiore a quella preventivata. Tutto ciò dimostra l'utilità del rinvio, secondo la sua proposta conciliativa, che salva la dignità del Consiglio e della Giunta. Spera che questa voglia accettarlo e rispettare così le convinzioni di tanta parte dei Consiglieri.
Frescot si associa ai Consiglieri Villa e Rabbi nel voto di fiducia alla Giunta e nel desiderio che il progetto ritorni al Consiglio, colle opportune varianti.
Ricorda che, già in altra seduta, egli accennò alla difficoltà di raccogliere l'approvazione del Consiglio sopra una proposta che si basa su principii troppo assoluti. E' convinto che le plaghe della nostra città si trovino in condizioni troppo differenti dal nord al sud perché lo stesso sistema di fognatura possa convenientemente applicarvisi. Ritiene più adatta la canalizzazione doppia per la regione verso piazza d'Armi, e migliore invece la canalizzazione unica nel centro città, ove le strade sono strette, la popolazione densa e le acque bianche e nere difficilmente possono distinguersi.
Un progetto così studiato sulle condizioni di fatto della città raccoglierebbe certamente la maggioranza del Consiglio perché risolverebbe completamente la questione ed avrebbe il vantaggio dell'economia della spesa, potendosi utilizzare la canalizzazione esistente, coordinandola coi nuovi sistemi.
Corsi dichiara al consigliere Rabbi che la sua domanda di appello nominale non fu dettata da un vano puntiglio, ma dall'opportunità che in una questione tanto importante siano ben chiariti i sentimenti di ciascun Consigliere.
Riccio (Assessore) risponde al Consigliere Rossi, il quale si professò amico della Giunta, ma le rivolse le maggiori censure, che l'offerta di assunzione à forfait delle opere di fognatura sarebbe stata oggi stesso da lui comunicata al Consiglio, come lo fu alla Giunta, appena gli venne presentata. L'offerta medesima, di cui la lettura, non si riferisce soltanto alla canalizzazione unica, come potrebbe apparire dalle parole del consigliere Rossi, poiché gli assuntori si riservarono di presentare proposte concrete anche per la canalizzazione doppia appena abbiano compiuto gli studi relativi a questo sistema, da loro meno conosciuto.
Siccome il calcolo della spesa venne fatto dall'Ufficio lavori pubblici pei due progetti su basi analoghe, anche il ribasso dovrebbe essere proporzionale e rimarrebbe sempre la differenza a favore del sistema propugnato dalla Giunta. Chiede intanto se questa dovesse sospendere le sue deliberazioni, solo perché era sopravvenuta la proposta di assunzione à forfait di lavori che essa non ha approvati, mentre, come il riferente ebbe già occasione di dichiarare al Consiglio, egli sempre erasi astenuto dall'accettare simili proposte per questa e per altre opere pubbliche, nello scopo di non pregiudicare menomamente la libertà di giudizio per parte del Consiglio.
Le parole del consigliere Rossi a tale riguardo suonerebbero quindi quale mancanza di fiducia negli intendimenti dell'Assessore dei lavori pubblici.
Non può accettare la sospensiva perchè è persuaso che dopo dieci anni di studio si debba venire all'esecuzione materiale di un'opera, la cui necessità fu sempre affermata ed è conosciuta non solo a Torino, ma in tutta Italia.
I propugnatori dell'uno e dell'altro sistema hanno sempre concordemente propugnato la necessità, l'urgenza di fare la fognatura.
Colla sospensiva si rinnega il passato, si misconoscono i bisogni presenti, si fa un passo indietro. Egli non è disposto a questo regresso, a simile atto di debolezza.
Non dubita delle benevole intenzioni dei proponenti, ma la sospensiva non si può lealmente considerare che una repulsiva cortese.
La maggioranza della Giunta non può fare sacrifizio delle sue convinzioni e piuttosto cederà ad altri la cura di condurre in porto la questione della fognatura.
Deplora anche egli le precoci dimissioni dei colleghi della Giunta; deplora che si addivenga ad una crisi generale.
Perciò dopo il voto del Consiglio nella seduta del 7 aprile, egli rassegnò al Sindaco le sue dimissioni da Assessore, e non si indusse a rimanere che per le cortesi insistenze dei colleghi e per le contingenze speciali in cui si trovavano i pubblici servizi in conseguenza della mancanza di acqua; circostanze, queste che, a suo avviso, richiedevano maggior coraggio nel restare all'Amministrazione che nell'abbandonarla.
Le condizioni sono ora alquanto mutate: le pratiche della condotta d'acqua per forza motrice dal Ghiandone e quella dell'acqua potabile di Cafasse a cui si opposero con tanta vivacità alcuni fautori della canalizzazione unica, sono ben avviate: la maggioranza della Giunta può quindi seguire nel campo delle dimissioni l'esempio datole dalla minoranza: sebbene in altra occasione la minoranza abbia potuto esporre le sue ragioni a favore di un sistema di fognatura senza dimettersi.
Non riapre la discussione tecnica, ma ha la profonda convinzione di poter fare una buona fognatura col sistema che ha sempre propugnato, per il quale si può far bene con minore quantità d'acqua.
E a riguardo all'acqua è spiacente che i fatti dei giorni scorsi gli abbiano dato fin troppo ragione.
Per suo conto ripete che non vuole far pressioni, ma è convinto che quando un amministratore crede di non poter più fare il bene della città debba ritirarsi e lasciare ad altri il compito. Augura a questi di riuscire meglio e per quanto possibile né egli né i suoi colleghi mancheranno di aiutarli.
Rossi non crede di commettere indiscrezione nel dar notizia dell'offerta di esecuzione della fognatura, ed usò termini che non possono offendere alcuna suscettibilità, essendosi limitato a manifestare sorpresa che l'offerta non fosse subito stata comunicata al Consiglio. Tanto meno poi intese mettere in dubbio la diligenza dell'Assessore Riccio.
Tacconis, avendo l'assessore Riccio accennato all'atto di coraggio compiuto col rimanere nella Giunta sebbene il Consiglio non avesse accettato la sua proposta sulla fognatura, desidera spiegare la ragione per cui egli credette di dimettersi. Ciò avvenne perché, in una questione d'igiene, quando l'Assessore preposto a tale servizio, ed a cui incombe tutta la responsabilità di fronte alla Giunta ed al Consiglio, avendo mezzo di far conoscere alla popolazione se un alimento di prima necessità, come l'acqua, sia o no salubre, vede le sue opinioni respinte dalla Giunta, è in dovere di ritirarsi e non compirebbe un atto di coraggio col rimanere al suo posto.
Quanto al voto odierno, egli, che solo ieri lasciò l'Amministrazione, pur deplorando il dissidio in linea tecnica, dichiara che proverebbe un vivo rammarico se avvenissero cambiamenti, e che il suo voto non potrebbe esprimere né sfiducia, né minor riverenza verso la Giunta.
Goldmann, premesso che per l'uno e per l'altro sistema è necessaria un'abbondante quantità d'acqua, non sa come la fognatura potrebbe funzionare nella nostra città ove l'acqua è tanto scarsa, al punto da mancare quasi del tutto come accade in questi ultimi tempi.
Spera che il Sindaco e la Giunta non insistano nel provocare una crisi e tanto più ciò gli dorrebbe dopo la prova lodevolissima di energia data nei rapporti colla Società dell'acqua potabile.
Non può votare i fondi perchè è convinto che nelle attuali condizioni la fognatura sarebbe di impossibile esecuzione: invita pertanto la Giunta a risolvere prima la questione dell'acqua ed a presentare poi un'altra proposta dopo le elezioni amministrative.
Il Sindaco fa presente come, nella vivacità della discussione, siansi usate espressioni poco esatte riguardo agli intendimenti della Giunta, e siasene travisato il concetto. Si parlò infatti di ostinazione, di puntigli, di spauracchi e di pressioni, mentre la Giunta si limitò ad esporre francamente le condizioni difficili in cui verrebbe a trovarsi, quando non le fossero accordati i mezzi necessari all'esecuzione di un'opera, che figura fra le prime nel programma presentato al Consiglio, da questo in massima approvato e dalla Giunta stessa sempre affermato.
Osserva che non si tratta di una vera questione di fiducia, che può sorgere solo quando vi sia dissenso nell'indirizzo dell'amministrazione: ma aggiunge che certe questioni d'indole amministrativa, come la presente, portano alle stesse conseguenze.
Egli non vuole certamente far pressione sull'animo dei Consiglieri: in tutte le discussioni, ma specialmente in quella della fognatura, si attenne alla più scrupolosa e larga imparzialità, che a taluno pare quasi eccessiva. Ma la Giunta, che da varii anni assiste e contribuisce allo svolgimento della questione e colla massima libertà lasciò definire la parte tecnica, doveva pure venire ad una conclusione e porre ora sulla spesa la questione amministrativa, che per un'alta deferenza al Consiglio non aveva prima sollevato.
Nelle sedute del gennaio scorso la parte della questione riflettente il merito si definì con quella della spesa; e siccome egli aveva dichiarato di non fare questione di fiducia sul sistema, così non poteva farla subito dopo sulla parte amministrativa. L'Autorità prefettizia, che trovò perfettamente regolare la votazione sul merito, approvando la relativa deliberazione, invitò a ripetere la votazione sulla spesa. Allora si discusse in seno della Giunta se dovesse porsi la questione di fiducia amministrativa, ma egli dissuase i colleghi sperando che i Consiglieri avrebbero accettato l'appello alla concordia, loro rivolto in apposita relazione.
Sgraziatamente questo appello andò deserto, e nella seduta del 7 aprile, sebbene si raccogliesse la maggioranza sulla proposta della Giunta, mancarono i 41 voti richiesti dalla legge. L'indomani l'Assessore dei lavori pubblici, credendosi esautorato, presentò le sue dimissioni, che ne provocarono altre, alle quali egli si oppose, credendo più corretto di manifestare francamente prima del voto le loro intenzioni. Questa è la ragione per cui annunziò nella seduta del 10 aprile che sarebbe avvenuta una terza votazione, che egli crede perfettamente legale, perché nessuna disposizione di legge impone ai Comuni le norme segnate al Parlamento circa la presentazione dei progetti di legge respinti in una sessione.
Prima d'ora una crisi avrebbe potuto avere gravi inconvenienti, per le difficili condizioni in quel momento create alla città dalla mancanza d'acqua e per la necessità di avviare meglio alcune pratiche importanti, come quella dell'emissione del prestito per le somme definitivamente approvate, che ora è pressoché ultimata.
Il consigliere Gianolio osserva che sino a quando non siansi raccolti i 41 voti la deliberazione non sarà esecutiva, ma che ciò non ostante un esplicito e formale voto a favore della canalizzazione doppia già esiste e fu confermato in tre sedute del Consiglio, delle quali la prima nel 1888, cioè anteriormente alla nuova legge comunale. Anzi, lo stesso consigliere Gianolio, nella seduta del 21 aprile 1890, associandosi ad un ordine del giorno Spantigati per nuovi studi relativi alla canalizzazione unica, dichiarava ciò fare solo in quanto rimanesse bene stabilito che intanto il voto precedente del Consiglio sulla canalizzazione doppia non era revocato e rimaneva sempre in vigore.
Nota come l'art. 159 della legge comunale possa portare a conseguenze assurde, quando, discussa una questione tecnica e risolta nel merito, le minoranze non s'inducano a fare il sacrifizio delle proprie idee per il bene comune.
Di fronte a queste considerazioni, se il Consiglio non crede di accordare i fondi per la fognatura secondo il sistema approvato, la Giunta, a tutela della sua responsabilità amministrativa, deve lasciare il posto ad altri, i quali, come già disse in principio di seduta, più avveduti o più fortunati, riescano a risolvere praticamente l'urgentissimo problema.
Quanto a lui, dichiara di non avere la menoma ombra di animosità, ma sente di non poter più oltre rimanere in carica quando dovesse rinunciare alla esecuzione di opere pubbliche, di cui la sua amministrazione aveva assunto ripetutamente pubblico impegno verso la cittadinanza.
Ciò premesso, dichiara che la Giunta mantiene la sua proposta, e non può accettare la sospensiva contenuta nell'ordine del giorno dei consiglieri Villa, Rossi e Laura, la cui approvazione significherebbe il rigetto della spesa.
Rossi chiede la votazione per appello nominale anche sulla proposta sospensiva, sulla cui accettazione, a suo avviso, la Giunta non potrebbe fare questione di fiducia.
Compans dichiara che egli si asterrà dal voto su tutte le proposte e stima inutile di ripetere le ragioni, già esposte in altre sedute, per spiegare la sua astensione.
Ruggeri Edoardo dichiara di astenersi dal votare sulla proposta della Giunta, non sulla sospensiva. Sa che, in questo caso, l'astensione equivale a voto contrario, poiché non concorre a formare i 41 voti necessari, e si astiene, non solo perché non trova ragioni di mutare la sua convinzione sul sistema di fognatura, massime in cospetto ad una maggioranza di soli due voti, su questione di supremo interesse igienico, e che impegna il Municipio per diecine di milioni, ma essenzialmente ancora, perché non intende con atto d'iniziativa personale di concorrere a un voto di sfiducia alla Giunta, e specialmente al benemerito Sindaco senatore Voli. Subisce una posizione angustiante, non ci va incontro.
Il Sindaco rilegge l'ordine del giorno dei consiglieri Villa, Rossi e Laura, non accettato dalla Giunta, e procede all'appello nominale per la votazione.
Votanti: 61
Rispondono si i consiglieri: Abrate, Ajello, Antonelli, Badini, Bertetti, Bracale, Demichelis, Diatto, Dumontel, Frescot, Gianolio, Gilardini, Goldmann, Laura, Merlani, Perroncito, Rabbi, Rinaudo, Roggeri Edoardo, Roggeri Carlo Felice, Rossi, Soldati, Tacconis, Valle, Villa.
In totale: 25
Rispondono no i consiglieri: Arcozzi-Masino, Avondo, Badano, Bassi, Benintendi, Berruti, Biscaretti di Ruffia, Bollati, Bruno, Caccia, Cadorna, Carle, Ceppi, Chapuis, Corsi di Bosnasco, Fabretti, Ferraris, Gioberti, Lessona, Luserna di Rorà, Martini, Mosca, Negri, Nigra, Perrone di San Martino, Piana, Reycend, Riccio, Rignon, Scarampi di Villanova, Silvetti, Tensi, Thaon di Revel, Vicari, Voli.
In totale: 35
Astenuto Compans di Brichanteau.
L'ordine del giorno Villa, Rossi e Laura non è approvato.
Il Sindaco procede ad altro appello nominale per la votazione sulla proposta della Giunta nei seguenti termini:
"Di far fronte all'indicata spesa di L. 2,620,000 coll'emissione graduale, in cinque esercizi, di obbligazioni, giusta il sistema già sanzionato dal Consiglio comunale con deliberazione in data 2 maggio 1892, approvando tale emissione a senso dell'articolo 159 della legge comunale e provinciale, e confermando gli stanziamenti relativi già approvati nel bilancio attivo e passivo del 1893, pell'importo di L. 500.000.
Votanti: 61
Rispondono si i consiglieri: Abrate, Arcozzi, Avondo, Badano, Bassi, Benintendi, Berruti, Biscaretti di Ruffia, Bollati, Bruno, Caccia, Cadorna, Carle, Ceppi, Chapuis, Corsi di Bosnasco, Fabretti, Ferraris, Gioberti, Lessona, Luserna di Rorà, Martini, Mosca, Negri, Nigra, Perrone di San Martino, Piana, Reycend, Riccio, Rignon, Scarampi di Villanova, Silvetti, Tensi, Thaon di Revel, Vicari, Voli; in totale 36.
Rispondono no i consiglieri: Ajello, Antonelli, Badini, Bertetti, Bracale, Demichelis, Diatto, Dumontel, Frescot, Gianolio, Gilardini, Goldmann, Laura, Merlani, Perroncito, Rabbi, Rinaudo, Roggeri Carlo Felice, Rossi, Soldati, Tacconis, Valle, Villa; in totale 23.
Astenuti: Compans di Brichanteau e Roggeri Edoardo.
Il Sindaco proclama l'esito della votazione ed avverte che non avendo la proposta riportato i 41 voti prescritti dall'art. 159 della legge comunale, la spesa per la canalizzazione doppia non è approvata.
Per conseguenza, richiamando le dichiarazioni fatte al Consiglio nel corso dell'odierna seduta, anche a nome dei colleghi della Giunta, presenta le dimissioni dalle rispettive cariche di Sindaco e di Assessori, ringraziando il Consiglio della benevolenza sempre dimostratagli ed augurando ai successori una miglior fortuna di quella loro toccata, perché possano condurre in porto la grave questione.
Il Sindaco e gli Assessori dimissionari resteranno in carica ancora pochi giorni pel disbrigo degli affari: intanto il Consiglio sarà nuovamente convocato venerdì 5 maggio per l'esaurimento dell'ordine del giorno, trattandosi di pratiche amministrative importanti ed urgenti: e quindi si terrà seduta nel giorno di mercoledì 10 per l'elezione del Sindaco e della Giunta.
Compans chiede che questa seduta sia anticipata oppure rinviata alla fine del mese, per dar agio ai Consiglieri membri del Parlamento di recarsi sollecitamente a Roma.
Ajello prega di non tener seduta nel giorno di lunedì in cui avrà luogo l'inaugurazione del Congresso delle Società economiche.
Dopo brevi spiegazioni del Sindaco, il Consiglio fissa le sedute pei detti giorni di venerdì 5 e mercoledì 10 maggio, e l'adunanza viene sciolta alle 6,40 pom.
[manoscritto] Il presente verbale venne letto e fu approvato dal Consiglio Com.le in adunanza 5 maggio 1893.
Firmato:
Il Segretario Capo Il Consigliere anziano Il Sindaco

 

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