§ 1° Alle ore 3 1/2 pomeridiane il Consiglio
essendo in numero legale, il Sindaco dichiara aperta la seduta, in
continuazione della sessione ordinaria di primavera.
Giustifica quindi l'assenza dei consiglieri Casana, Daneo, Palberti,
Pasquali e Sineo, trattenuti a Roma dai lavori parlamentari, e dei
consiglieri Arnaudon, Durio e Favale per ragioni di salute.
Il consigliere Arnaudon scrisse anzi una lettera in favore della canalizzazione
unica, che egli deve astenersi dal leggere in omaggio alla massima
adottata con esplicite deliberazioni del Consiglio.
§ 2° Il Sindaco pronunzia le seguenti parole:
Prima di entrare nello svolgimento dell'ordine del giorno mi tocca
adempiere un gradito dovere.
Nella fastosa ricorrenza del 22 scorso aprile, unitamente ai Sindaci
delle precipue città d'Italia io aveva l'onore di presentare
nel palazzo del Quirinale agli augusti Sovrani gli augurii ed i voti
della cittadinanza Torinese. Le LL. MM. vivamente commosse per l'imponenza
delle dimostrazioni d'affetto, che in quella occasione loro pervenivano
da ogni terra d'Italia, a noi affidavano l'incarico di esprimere alle
rispettive popolazioni i sentimenti della loro profonda gratitudine.
Ed oggi compio il gentile mandato rivolgendomi al Consiglio, che tutta
la cittadinanza rappresenta.
Ed un altro debito sono pure lieto di potere pubblicamente sciogliere
inviando da questo seggio un riconoscente saluto al Sindaco di Roma,
che in quella memoranda circostanza fu largo di ogni squisita cortesia
ai Sindaci suoi colleghi. Questa prova di fratellanza, cara ad ogni
città italiana, debb'esserlo tanto più per Torino, nelle
cui mura avvenne la solenne proclamazione di Roma capitale d'Italia.
§ 3. Il Sindaco, richiamando i precedenti della questione dell'acqua
potabile, informa il Consiglio che, essendosi riconosciuto che gli
esperimenti di epurazione chimica dell'acqua, prima mediante il perossido
di ferro, poscia mediante il ferro in trucioli, non davano risultati
soddisfacenti, l'Assessore Tacconis, che li aveva suggeriti, propose
alla Giunta o di proibire assolutamente l'immissione delle acque della
bealera (canale) di Trana, limitando la condotta all'acqua di sorgente,
oppure di continuare a permettere l'immissione, avvertendo però
la popolazione, in modo ufficiale, dell'insalubrità dell'acqua.
La Giunta non credette di adottare nessuna di tali proposte: non la
prima perché l'acqua sarebbe stata assolutamente insufficiente,
di fronte ai bisogni della popolazione e delle industrie; e neppure
la seconda, perché il fatto era già noto per la pubblicazione
fattane dai giornali e pareva meno conveniente gettare con una pubblicazione
ufficiale un più grave allarme nella cittadinanza.
In seguito al voto della Giunta, l'Assessore Tacconis rassegnò
le sue dimissioni, né le istanze dei suoi colleghi valsero
a muoverlo dal suo proposito.
Alcuni giorni dopo, avvicinandosi questa seduta nella quale dovevasi
presentare al Consiglio la proposta di rinnovare la votazione sulla
spesa per la fognatura, gli Assessori Ajello, Biscaretti, Bollati,
Fontana e Rinaudo, appartenenti alla minoranza favorevole al sistema
di canalizzazione unica, sciogliendo la riserva precedentemente presa,
presentarono essi pure le dimissioni.
E poiché il voto chiesto ora al Consiglio sulla spesa della
fognatura potrebbe essere causa di altre dimissioni, sembra opportuno
di non prendere per ora alcun provvedimento circa le dimissioni presentate.
§ 4° L'ordine del giorno reca: Fognatura generale della città
- Rinnovazione della votazione sulla spesa.
Il Sindaco avverte che la Giunta non credette di presentare una nuova
relazione in proposito, trattandosi soltanto di rinnovare la votazione
amministrativa, che già ebbe luogo nella seduta del 7 aprile
u.s. Ai signori Consiglieri venne tuttavia distribuito l'estratto
di verbale di tale seduta, per cui al Sindaco non rimane che di ripetere
le dichiarazioni fatte nell'adunanza del 10 aprile:
"Ricorda che nell'ultima seduta, in occasione della votazione
della spesa per la fognatura, egli pregava i signori Consiglieri di
voler ben ponderare le conseguenze del voto in correlazione all'urgenza
di provvedere ad una delle più importanti esigenze della città.
La proposta fu accolta dalla maggioranza dei Consiglieri intervenuti
alla seduta, ma non raggiunse il numero dei voti prescritti dalla
legge per poter addivenire all'operazione finanziaria necessaria per
la relativa spesa.
"La Giunta, posta così nell'impossibilità di dare
inizio ad opere da lungo reclamate, che formano parte importante del
suo programma d'amministrazione, esaminò quale dovesse essere
la sua condotta.
"Conscia della grave responsabilità che le incombe, sul
riflesso che la proposta ebbe favorevole la maggioranza dei votanti,
tenuto pur conto degli astenuti o per fattane dichiarazione o per
abbandono dell'aula - che non era molto considerevole il numero dei
Consiglieri intervenuti alla seduta, 61 in complesso - che nessuna
esplicita dichiarazione della Giunta aveva preceduto la votazione,
essa decise di provocare un nuovo voto del Consiglio sulla domanda
dei fondi occorrenti all'esecuzione della fognatura in una prossima
seduta da tenersi alla ripresa della sessione in fine del mese o nei
primi di maggio, quando la sospensione dei lavori parlamentari renderà
possibile l'intervento del magior numero dei Consiglieri alla importante
adunanza.
E' esplicita la dichiarazione della Giunta, che allora mancava, è
ora assai facile e assai semplice. Da troppo tempo si discute sulle
modalità della fognatura senza che si addivenga all'esecuzione.
Occorre omai che dal campo della teoria si entri in quello della pratica,
trattandosi di esigenze urgentissime. Deciso per la terza volta dal
Consiglio il sistema della doppia canalizzazione, se alla Giunta ora
non si accordassero i mezzi finanziari per iniziarne l'attuazione,
essa non potrebbe assumersi la responsabilità di procrastinare
ulteriormente l'adempimento di una parte importantissima del suo programma
amministrativo, e quindi si troverebbe nella imprescindibile necessità
di lasciare il posto ad altri, che più fortunati riescano a
risolvere la grave questione.
Piana rileva la gravità eccezionale della questione posta dinanzi
al Consiglio, la quale si riferisce non soltanto ad interessi materiali,
ma ad un vero indirizzo amministrativo, e si augura che il Consiglio,
nello interesse della città, possa trovare una via di conciliazione.
Il sindaco Voli, la cui opera a pro del Comune meritò sempre
i più sinceri elogi, è oggi tratto al punto di mettere
la questione di fiducia sulla spesa per la fognatura, e nello stesso
momento la minoranza della Giunta si ritira dal posto cui l'aveva
chiamata il voto del Consiglio. Non può esimersi dal manifestare
la sua sorpresa dinanzi a tale procedere, perché, pur encomiando
l'opera prestata dai dimissionari in altri rami dell'azienda comunale,
deve riconoscere che manca nella maggior parte di loro la speciale
competenza in materia di igiene ed ingegneria, vincolante la loro
responsabilità personale diretta, che solo potrebbe giustificare
una dimissione data per una questione tecnica.
Prega gli Assessori dimissionari di voler ponderare seriamente la
situazione odierna e le gravi conseguenze che potrebbero sorgere qualora
insistessero nella loro determinazione.
Le presenti deliberazioni del Consiglio in ordine alla fognatura non
furono mai revocate, né la minoranza attuale della Giunta si
valse del diritto che le spettava, di provocarne la revoca; pertanto,
il concetto che li guidò alle conclusioni non è amministrativo
e non può tornare utile né a loro, né alla cittadinanza.
Quanto alle dimissioni dell'Assessore Tacconis, del quale riconosce
la piena competenza ed i servizi resi in materia d'igiene, chiede
maggiori spiegazioni al Sindaco, e desidera sapere quali rapporti
abbiano colle dimissioni degli altri cinque membri della Giunta.
Il Sindaco avverte che i sei Assessori costituenti la minoranza in
materia di fognatura avevano già da tempo accennato all'intenzione
di dimettersi per lasciare alla Giunta libertà d'azione. Siccome
non si trattava di una vera questione di fiducia, ma piuttosto di
libertà di apprezzamento in una speciale questione amministrativa,
e poiché era d'altra parte necessario che alcuni affari in
corso potessero spingersi colla massima alacrità, così
egli pregò i colleghi di desistere da tale proposito almeno
sino a quando la votazione sulla spesa venisse definitivamente portata
al Consiglio.
Soltanto per deferenza agli altri colleghi della Giunta e al Sindaco
essi restarono in carica fino alla vigilia della presente seduta;
e non potrebbe farsi ai medesimi il menomo addebito, tanto più
che alcuni nell'atto delle dimissioni si riservarono la più
ampia libertà di voto, e, pur conservando i loro apprezzamenti
circa il sistema di fognatura, dichiararono di votare la spesa per
la doppia canalizzazione.
Quanto alle dimissioni dell'Assessore Tacconis, ricorda che le proposte
dal medesimo presentate alla Giunta erano la conseguenza di esplicite
dichiarazioni fatte precedentemente in Consiglio. La Giunta non poté
aderire a quest'ordine di idee per le ragioni già esposte ed
anche perché si sperava che nel frattempo, come fortunatamente
avvenne, la pioggia avrebbe portato, almeno provvisoriamente, riparo
agli inconvenienti. L'Assessore Tacconis ottenne colle sue dimissioni
il risultato che desiderava, poiché i giornali, col pubblicare
la notizia, ne fecero conoscere ampiamente il motivo. D'altronde,
anche l'Assessore Tacconis riconoscendo la necessità e l'urgenza
di risolvere il dissidio sulla fognatura, aveva dichiarato che si
sarebbe dimesso, insieme coi colleghi della minoranza, prima dell'odierna
seduta.
Dopo ciò fa dare lettura delle proposte della Giunta, discusse
dal Consiglio nelle sedute 11, 13 e 16 gennaio 1893, avvertendo che
oggi, come già il 7 aprile scorso, non si tratta che di ripetere
la votazione sulla terza parte delle proposte stesse:
"1° Di approvare nuovamente il progetto particolareggiato
di fognatura generale a doppia canalizzazione, studiato dall'Ufficio
municipale dei lavori pubblici, del calcolato importo di lire 10.400.000.
"2° Di stabilirne il graduale eseguimento, deliberando all'uopo
per intanto e fin d'ora che venga inscritta ripartitamente in cinque
bilanci successivi, a cominciare da quello del 1893, la spesa di lire
2.620.000 per l'eseguimento in quattro anni del collettore lungo il
Po, dell'emissario, dei campi di epurazione colle necessarie espropriazioni,
delle opere relative alla traduzione e smaltimento delle acque di
lavatura, non che per successivi prolungamenti di collettori ed opere
accessorie, e costruzione dei più urgenti canali bianchi.
"3° Di far fronte alla indicata spesa di lire 2.620.000 coll'emissione
graduale, in cinque esercizi, di obbligazioni, giusta il sistema già
sanzionato dal Consiglio comunale con deliberazione in data 2 maggio
1892, approvando tale emissione a senso dell'art. 159 della legge
comunale e provinciale, e confermando gli stanziamenti relativi già
approvati nel bilancio attivo e passivo del 1893, pell'importo di
lire 500 mila. "
Partecipa infine che gli fu presentata la seguente proposta:
"I sottoscritti, ritenuta la somma importanza della votazione
sul n° 2 dell'ordine del giorno (fognatura), chiedono l'appello
nominale".
G. CORSI - MICHELE LESSONA - G. BERRUTI - M. VICARI
- G. PIANA - CACCIA - G. NIGRA
Villa, essendo uno dei pochi i quali possono esprimere un giudizio
non vincolato da alcun voto, desidera chiarire la sua opinione di
fronte alla manifestazione del Sindaco.
Egli si astenne nelle precedenti votazioni, perché riteneva
che la questione della fognatura non fosse sufficientemente studiata
e perché era suo convincimento che fra i due opposti sistemi,
a lungo discussi, ve ne fosse un terzo preferibile ed immensamente
più economico. Come giudice imparziale non crede che la dichiarazione
del Sindaco debba essere accolta, e ritiene che la Giunta ancora in
funzione non possa che ritirare una domanda, a suo avviso, ingiustificata
ed ingiustificabile, perché costituisce, forse contro le intenzioni
della Giunta stessa, una vera coazione morale su quella parte del
Consiglio che si dimostrò favorevole al sistema della canalizzazione
unica e che non può, a così breve distanza, aver mutato
le proprie convinzioni.
Esaminando i precedenti di questo argomento, ricorda che dopo lunghe
discussioni, dopo studi, viaggi e spese, si provocò il voto
del Consiglio sul sistema della doppia canalizzazione e sui fondi
necessari all'attuazione dell'opera. Il Consiglio approvò il
sistema con una maggioranza veramente meschina, e ciò non poteva
avere che un valore platonico, perché uno o due voti non bastano
per affrontare la responsabilità dell'esecuzione di un'opera
grandiosa, che impegna l'avvenire della città, ed in cui i
tecnici sono tanto discordi. Quel voto non poteva adunque avere alcuna
conseguenza, e doveva interpretarsi nel senso che la questione della
fognatura non era per anco risolta e sarebbe più tardi rimessa
in discussione nel suo complesso, per lasciare tempo che una larga
maggioranza si affermasse sopra il sistema migliore. Invece la Giunta
provocò la votazione sulla spesa, e non ottenne i suffragi
voluti dall'art. 159 della legge comunale. La questione di fiducia
poteva essere opportuna prima di quel voto, ma non sarebbe possibile
ora, a così breve distanza. Neppure gli pare parlamentarmente
corretto che la stessa proposta non accettata legalmente dal Consiglio
sia per tre volte presentata in breve volgere di tempo.
Spera quindi che la giunta non voglia insistere, e si riserva di presentare
in tal senso apposito ordine del giorno.
Rossi crede che nessuno desideri oggi una crisi municipale e che tutti
debbano procurare di evitarla: invita pertanto la Giunta a non insistere
nella sua proposta ed a lasciare libero corso agli eventi.
Nella seduta del 16 gennaio 1893 la Giunta dichiarò esplicitamente
che non intendeva di porre questione di fiducia in materia di fognatura;
ugualmente non la pose il 7 aprile, quando venne rinnovata la votazione
sulla spesa, e la proposta della Giunta non risultò accettata
dal Consiglio.
Essendosene astenuta nelle due precedenti votazioni, la Giunta non
dovrebbe ora sollevare la questione di fiducia; anzi, avrebbe dovuto
seguire un'altra linea di condotta, e non portare al Consiglio
per tre volte consecutive la stessa questione nelle identiche condizioni:
fatto questo veramente nuovo nella storia dei Corpi amministrativi,
e che non trova riscontro nel sistema parlamentare, perchè
quando una proposta del Governo è respinta non può più
essere presentata nella stessa sessione.
Si professa amico della Giunta, e come tale avverte che l'insistere
sulla questione di fiducia significherebbe voler forzare la situazione,
cioè tentare di indurre alcuni dei fattori della canalizzazione
unica a votare contro le loro convinzioni solo per evitare una crisi.
Non essendo sorto nessun fatto nuovo in questo brevissimo intervallo
che giustifichi il cambiamento, quei Consiglieri non possono mutare
le loro opinioni, solo per dare una soddisfazione personale alla maggioranza
della Giunta; quand'anche lo facessero, la votazione non potrebbe
essere soddisfacente, perché le questioni d'interesse
vitale, come questa, debbono essere risolte con voti convinti e sicuri,
e perché non può dirsi che la causa della doppia canalizzazione
abbia fatto progressi nel numero dei suoi partigiani.
Le questioni di fiducia, da parte dei Corpi esecutivi, si pongono
nelle questioni di principio, non in questioni tecniche, e quando
il Corpo esecutivo si presenta all'Assemblea deliberante compatto,
unito e concorde. Anche sotto l'aspetto della costituzionalità,
adunque, sorgono gravi dubbi, dal momento che la Giunta si trova ora
quasi dimezzata. Perciò gli Assessori debbono restare tutti
al loro posto, ed i dimissionari, che pur diedero prova lodevolissima
di coerenza e di fermezza, debbono tornare nei banchi della Giunta,
almeno sino a quando la cittadinanza siasi pronunziata nelle prossime
elezioni amministrative.
Per queste considerazioni, se si dovesse assolutamente venire ad un
voto, chiederebbe egli pure l'appello nominale.
E' dolente di dover muovere quasi un rimprovero alla Giunta,
per non aver dato comunicazione al Consiglio di un'offerta, testé
presentata al Municipio e di cui egli pure ebbe notizia di un'esecuzione
à forfait della canalizzazione unica per parte di una Società
che ha già compiuto importanti opere di fognatura a Milano
ed in altre città lombarde.
Questa Società, a quanto gli consta, assumerebbe l'opera
per la somma di L. 10.800.000, cioè col ribasso di L. 2.200.000
sul preventivo della Giunta, oltre a ribasso anche maggiore qualora
venissero acconsentite alcune varianti tecniche al progetto. Con quest'offerta,
sulla cui società non possono sorgere dubbi, viene ad eliminarsi
una della più gravi obbiezioni contro la canalizzazione unica,
perché la spesa si trova ridotta allo stesso limite di quella
per la canalizzazione doppia.
Si manifesta adunque evidente la convenienza di sospendere ogni deliberazione
per esaminare la proposta da lui riferita e quelle anche migliori
che potrebbero venir presentate nel frattempo.
Per queste considerazioni, prega la Giunta di non insistere nel provocare
una crisi, e spera che gli Assessori dimissionari vogliano ritornare
al loro posto assegnato dalla fiducia del Consiglio. Se poi ciò
non fosse possibile, crede che la votazione debba farsi soltanto a
Giunta completa, e che per conseguenza debba precedere l'elezione
di sei Assessori, in surrogazione dei dimissionari.
Rinaudo ringrazia il Sindaco, che lealmente ha chiarito al condizione
delle cose, ma crede necessario aggiungere alcune considerazioni in
risposta alle accuse mosse dal consigliere Piana alla minoranza della
Giunta.
Nota anzitutto che nelle Assemblee deliberanti la maggioranza è
sempre incompetente nelle particolari questioni che le sono presentate.
Essa costituisce un giurì, il quale assiste ai dibattiti delle
persone riconosciute competenti nelle singole materie. Anche nel nostro
caso, la maggioranza del Consiglio si troverebbe nelle stesse condizioni
di incompetenza imputate alla minoranza della Giunta.
Per suo conto, potendo oggi manifestare liberamente il suo pensiero,
ricorda che sin da quando ebbe l'onore di entrare in Consiglio
considerò che la questione della fognatura si riferisca specialmente
all'igiene, ed anche ora si stupisce che alcuni Consiglieri scherzino
sulle ragioni igieniche della fognatura e poi ne sostengano uno dei
sistemi. Chi non crede all'igiene non dovrebbe votare né la
doppia, né l'unica canalizzazione; chi ha fede in questa scienza
non può, senza mancare alla logica, disconoscerne i consigli
in un argomento di tanta importanza. Chiamato a far parte della Giunta,
sentì il dovere di studiare maggiormente la questione e riconobbe
che gli igienisti si manifestano concordemente favorevoli alla canalizzazione
unica quando, per le condizioni locali, essa sia possibile e l'esecuzione
non torni gravemente incomoda anche in rapporto alle ragioni finanziarie.
Ma la maggioranza degli ingegneri essendosi pronunziata per la canalizzazione
doppia, egli si trovò in gravi incertezze, le quali però
furono sciolte quando l'Ufficio tecnico municipale presentò
il progetto della canalizzazione unica. Allora vide la possibilità
dell'attuazione, rimanendo soltanto più le difficoltà
della maggior spesa e della deficienza d'acqua. Ma lo stesso assessore
Riccio dichiarò che la differenza di spesa fra i due sistemi
sarebbe andata attenuandosi per scomparire del tutto coll'estendersi
della fognatura ai nuovi quartieri della città; e quanto all'acqua
ha ora potuto convincersi che manca assolutamente per l'uno come per
l'altro sistema, e che in ogni caso è necessario provvedere
ad una nuova condotta.
In tali condizioni di cose, non poté a meno di pronunziarsi
per la canalizzazione unica.
Sul secondo punto delle critiche cui venne fatto segno coi colleghi
dimissionari, osserva che egli trovò nella Giunta una consuetudine,
a cui dovette sottoporsi finora, ma che non poté mai approvare.
A differenza di quanto succede al Governo, si portano in Consiglio
e si rinnovano le discussioni già seguite in seno della Giunta,
senza che la minoranza, per quella solidarietà di cui appunto
danno esempio i Ministeri, faccia atto di deferenza alla maggioranza
e ne adotti le conclusioni, oppure si ritiri quando non creda di poterne
accettare le responsabilità. Per tale sistema fu altra volta
possibile al Sindaco di restare a capo dell'Amministrazione sebbene
discorde dalla maggioranza della Giunta in materia di fognatura: ugualmente
poté un Assessore combattere in Consiglio le proposte della
Giunta, pur seguitando a farne parte.
Quando si accentuò, nel seno della Giunta, il dissidio circa
il sistema di fognatura, la minoranza credette di doversi dimettere,
ma in omaggio alla consuetudine ed aderendo alle cortesi insistenze
dei colleghi, aspettò fino a questi ultimi giorni, nei quali,
intendendosi porre la questione di fiducia, era indispensabile di
riacquistare piena libertà di voto. Nulla adunque vi fu di
meno lodevole nella loro condotta.
A suo avviso, la questione di fiducia non era necessaria in una questione
essenzialmente tecnica, perché egli non può accettare
la distinzione del sistema di fognatura dalla spesa relativa, in ordine
alla quale la votazione assumerebbe un carattere amministrativo. Per
la natura stessa delle cose, egli crede che l'opera non debba andare
disgiunta dalla spesa: altrimenti il Consiglio cadrebbe in deliberazioni
platoniche. Anche la legge non fa distinzioni al riguardo e chiede
deliberazioni complessive e pratiche.
In base a tale interpretazione, la questione di fiducia appare non
necessaria; ma se la Giunta insiste, egli dichiara che di fronte alle
proprie convinzioni non voterà la spesa, ma conserverà
piena la sua fiducia nel Sindaco e nella Giunta, con cui fu sempre
concorde in tutte le altre questioni.
Il Sindaco, nell'interesse della libertà di discussione delle
future Amministrazioni, fa presente la grande differenza che passa
fra un ministero e la Giunta Municipale, a cui il consigliere Rinaudo
vorrebbe applicare lo stesso sistema.
Anzitutto, il Ministero è l'espressione di un partito politico
predominante, mentre la Giunta rappresenta un concetto amministrativo;
inoltre, i vari Ministri, sebbene nominati dal Re, sono proposti dal
Presidente del Consiglio, che in essi trova persone di sua fiducia,
mentre la Giunta riceve direttamente il suo mandato dal Consiglio.
Ogni Assessore conserva quindi l'indipendenza delle idee, ben inteso
in correlazione all'indirizzo generale dell'Amministrazione; quindi
nelle questioni d'indole amministrativa può benissimo regnare
ampia libertà anche in seno della Giunta. Egli ricorderà
anzi sempre con soddisfazione di aver mantenuto colla maggior larghezza
possibile questo sistema nel periodo della sua amministrazione sulla
cui uniformità d'indirizzo certo nessuno potrebbe fare osservazioni.
Biscaretti ringrazia il consigliere Piana di avergli dato occasione
di dichiarare che la sua assenza dalla seduta del 17 aprile fu erroneamente
apprezzata, perché allora avrebbe votato, come oggi, la spesa
per la fognatura.
Sebbene dissenziente, circa il sistema tecnico, dalla maggioranza
della Giunta, e dolente per ciò che non sia stata accettata
la canalizzazione unica, tuttavia distingue la questione di forma
dalla questione amministrativa.
Non cambia di bandiera, ma poiché la forma fu già approvata
dal Consiglio, egli non esita a votare la spesa, perché è
convinto della necessità ed urgenza, da tutti affermata, di
eseguire la fognatura, anche per togliere le ingiustizie ora esistenti
di fatto tra le regioni della città che sono fornite di canali
bianchi e neri, e le altre che ne sono assolutamente prive.
Gianolio osserva che in conseguenza dell'articolo 159 della legge
comunale, molte volte avverrà che, accettata un'opera da un
numero di Consiglieri che già costituiscano maggioranza, la
minoranza debba accostarvisi, per non rendere impossibile l'attuazione
dell'opera stessa.
E' questione di dignità pel Consiglio che la fognatura sia
risolta, ed egli dichiara che, se fosse accertata una maggioranza
a favore della canalizzazione doppia, non esiterebbe ad associarvisi.
Ma oggidì non può dirsi che esista una deliberazione
esecutiva a favore di alcuno dei sistemi. Come giustamente notava
il consigliere Rinaudo, non si può scindere l'opera dalla spesa:
i progetti debbono essere precisi, completi, accompagnati da regolare
perizia che fissi la spesa: se ne debbono indicare i modi di esecuzione
ed i mezzi di pagamento. Qualunque deliberazione per opere straordinarie,
che porti indicazioni generiche, è nulla e di nessun effetto,
come lo dimostrano le esplicite disposizioni degli articoli 159 e
259 della legge comunale e la costante giurisprudenza del Consiglio
di Stato.
Tale appunto è il caso delle passate deliberazioni sulla fognatura.
Sta bene che nella seduta del 16 gennaio siasi votata la prima parte
della proposta della Giunta per accertare a quale sistema di fognatura
fosse favorevole la maggioranza del Consiglio; ma essendo mancata
la votazione sugli altri punti della proposta, cadde anche la votazione
sulla prima parte. Anche per questa, d'altronde, non erasi formata
una vera maggioranza; per semplice casualità, essendosi messo
prima in votazione l'ordine del giorno Pacchiotti, in favore della
fognatura unica, questa a parità di voti, non venne approvata:
se si fosse votato prima sulla proposta della Giunta, la medesima
sarebbe stata ugualmente respinta. Non si costituì adunque
una maggioranza, e la votazione non può avere valore legale.
Non essendo venuta meno in lui la fiducia nella Giunta, la prega di
non insistere nella questione di gabinetto e spera che si ricomponga
e completi cogli Assessori dimissionari. Quanto alla fognatura, occorrerà
rinnovare più tardi la votazione sul sistema; per suo conto,
dichiara che se la maggioranza si affermerà sulla doppia canalizzazione,
non mancherà ad essa il suo voto per la spesa relativa.
Piana non intese coi suoi appunti di muovere accuse agli apprezzamenti
individuali dei Consiglieri, ma ripete che quando essi accettarono
di far parte di un corpo collettivo le loro convinzioni personali
dovevano cedere a quelle della maggioranza.
Fece appello alla conciliazione perché il Consiglio si trova
dinanzi ad un programma di opere straordinarie, d'assoluta urgenza,
di cui non si può maggiormente ritardare l'esecuzione, tanto
più che per la fognatura doppia, regolarmente votata, non intervenne
mai alcuna revoca e si ebbe invece l'approvazione dell'autorità
tutoria.
Non si tratta adunque, nel caso presente, di una questione tecnica,
che fu già risolta, ma di una vera questione amministrativa:
pertanto, ripete che siccome la maggior parte dei dimissionari non
aveva speciale competenza tecnica, doveva far sacrifizio della propria
convinzione per evitare la crisi.
Berruti crede che la discussione sia ormai uscita dai limiti entro
cui doveva tenersi.
Ricorda al consigliere Villa che pochi voti di maggioranza possono
avere molto valore anche nelle più gravi questioni: infatti
bastò un voto perché alla Camera fosse respinto il progetto
di legge per la nullità degli atti non registrati, e quel progetto
più non venne proposto.
La fognatura doppia fu approvata dal Consiglio fin dal 1888, cioè
prima che la nuova legge comunale imponesse all'art. 159 l'obbligo
della doppia votazione dei 41 Consiglieri. Da allora, con votazioni
perfettamente regolari ed approvate dall'autorità tutoria,
furono sempre respinte le proposte di revoca di quella deliberazione:
dunque non può negarsi che la questione tecnica sia da lungo
tempo risolta in favore della doppia canalizzazione, a cui dovrebbe
accostarsi anche il consigliere Villa, perché è tale
anche il sistema Waring da lui propugnato.
Quanto alla spesa, una discussione è possibile solamente sull'esistenza
o meno dei mezzi per sopperirvi: ma nel caso attuale i mezzi non mancano,
provvedendosi coll'operazione finanziaria approvata sin dal maggio
1892.
Osserva ancora che si parlò sempre della fognatura come di
un'opera avente carattere straordinario, mentre invece sono comprese
nella medesima molte opere le quali, a termini dell'art. 145, n. 8,
della legge comunale, costituiscono spese assolutamente ordinarie
ed obbligatorie. Ad es., per antica consuetudine, è obbligatoria
in Torino la costruzione dei canali per lo scarico delle acque piovane;
quest'opera, sempre rinviata in attesa di coordinarla colla costruzione
dei canali neri, dovrebbe essere sostenuta coi fondi ordinari del
bilancio, e non occorrerebbero per essa i 41 voti richiesti dall'art.
159 della legge per le opere straordinarie, cui si provvede con mutui,
mentre l'operazione finanziaria in corso di esecuzione potrebbe, per
esplicita dichiarazione fatta dal Sindaco nel piano relativo, essere
destinata soltanto all'estinzione dei debiti.
Esistono adunque i mezzi finanziari, e non comprende come si possa
ancora, dopo dieci anni di discussione, differire l'esecuzione di
opere obbligatorie ordinarie.
Benintendi giustifica la questione di fiducia posta dalla Giunta,
perchè non si può amministrare un comune quando non
si possono adoperare tutti i mezzi necessari a tale scopo. Prega il
Consiglio, che sempre ed anche recentemente approvò il sistema
di canalizzazione doppia, di pensare alle conseguenze di un voto contrario
alle proposte della Giunta. Non si farebbe più nulla di un'opera
indispensabile ed urgente, non potendosi ricorrere all'altro sistema
che non fu approvato. In ciò si associa all'avviso del consigliere
Biscaretti, che diede un raro esempio di coscienza amministrativa.
Dichiara egli pure che per essere coerente voterà la spesa.
Il Sindaco comunica il seguente ordine del giorno, testè pervenutogli:
"Il Consiglio,
"Convinto della convenienza di rinviare ad altra sessione ogni
deliberazione intorno alle spese relative alle opere di fognatura,
esprime la fiducia che la Giunta intiera vorrà continuare nell'ufficio
e recedere quindi dalle proposte dimissioni. "
T. VILLA
A. ROSSI
LAURA
Rabbi, sebbene meno competente in materia, sente da cinque anni discutersi
in Consiglio la questione della fognatura e poté formarsi una
convinzione, in base alla quale diede, a suo tempo, voto favorevole
alla canalizzazione unica. Duogli che si voglia rinnovare oggi una
votazione, sulla quale non si ebbe né maggioranza, né
minoranza e che si conduca per tal modo l'Amministrazione ad una crisi,
mentre tutti hanno piena fiducia nella Giunta.
In tanta disparità di opinioni propone il rinvio a tempo non
indeterminato, ma da stabilirsi con precisione, per studiare se ed
in quale parte della città possa convenire l'applicazione di
un sistema ed in quali sia più utile l'applicazione dell'altro.
Prega la Giunta di voler rimanere in carica ed accettare la sua proposta
conciliativa, deplorando che taluni, nella presente questione, siano
mossi da puntiglio, come dimostra la stessa domanda di appello nominale.
Villa risponde al consigliere Berruti che il progetto di legge cui
egli alluse, proposto dell'oratore, fu respinto per un voto, ma avrebbe
potuto essere presentato in altra sessione, sebbene ciò non
sia avvenuto, non per difficoltà statutarie, ma per ragioni
di altra natura.
Passando all'argomento della discussione, espone le ragioni di convenienza
per cui non può ammettere il concetto esposto dal consigliere
Berruti, che l'opera sia definitivamente risolta.
Invero il Consiglio, interpellato sulla spesa, per ben due volte la
respinse; non si può, a così breve distanza e senza
che alcun nuovo fatto sia intervenuto, chiedere una terza votazione
collo spauracchio delle dimissioni della Giunta.
In mancanza di esplicita disposizione della legge comunale si sarebbe
almeno dovuto seguire il sistema parlamentare, per cui le proposte
respinte in una sessione non possono essere ripresentate che in altra
sessione.
Inoltre, quando si addivenne alla scelta fra i due sistemi si avevano
calcoli circa la quantità dell'acqua, che l'esperienza dimostrò
più tardi infondati; è evidente la necessità
di nuovi studi in proposito.
Per ultimo, sono pervenute proposte da parte di imprenditori, i quali
assumerebbero le opere per somma molto inferiore a quella preventivata.
Tutto ciò dimostra l'utilità del rinvio, secondo la
sua proposta conciliativa, che salva la dignità del Consiglio
e della Giunta. Spera che questa voglia accettarlo e rispettare così
le convinzioni di tanta parte dei Consiglieri.
Frescot si associa ai Consiglieri Villa e Rabbi nel voto di fiducia
alla Giunta e nel desiderio che il progetto ritorni al Consiglio,
colle opportune varianti.
Ricorda che, già in altra seduta, egli accennò alla
difficoltà di raccogliere l'approvazione del Consiglio sopra
una proposta che si basa su principii troppo assoluti. E' convinto
che le plaghe della nostra città si trovino in condizioni troppo
differenti dal nord al sud perché lo stesso sistema di fognatura
possa convenientemente applicarvisi. Ritiene più adatta la
canalizzazione doppia per la regione verso piazza d'Armi, e migliore
invece la canalizzazione unica nel centro città, ove le strade
sono strette, la popolazione densa e le acque bianche e nere difficilmente
possono distinguersi.
Un progetto così studiato sulle condizioni di fatto della città
raccoglierebbe certamente la maggioranza del Consiglio perché
risolverebbe completamente la questione ed avrebbe il vantaggio dell'economia
della spesa, potendosi utilizzare la canalizzazione esistente, coordinandola
coi nuovi sistemi.
Corsi dichiara al consigliere Rabbi che la sua domanda di appello
nominale non fu dettata da un vano puntiglio, ma dall'opportunità
che in una questione tanto importante siano ben chiariti i sentimenti
di ciascun Consigliere.
Riccio (Assessore) risponde al Consigliere Rossi, il quale si professò
amico della Giunta, ma le rivolse le maggiori censure, che l'offerta
di assunzione à forfait delle opere di fognatura sarebbe stata
oggi stesso da lui comunicata al Consiglio, come lo fu alla Giunta,
appena gli venne presentata. L'offerta medesima, di cui la lettura,
non si riferisce soltanto alla canalizzazione unica, come potrebbe
apparire dalle parole del consigliere Rossi, poiché gli assuntori
si riservarono di presentare proposte concrete anche per la canalizzazione
doppia appena abbiano compiuto gli studi relativi a questo sistema,
da loro meno conosciuto.
Siccome il calcolo della spesa venne fatto dall'Ufficio lavori pubblici
pei due progetti su basi analoghe, anche il ribasso dovrebbe essere
proporzionale e rimarrebbe sempre la differenza a favore del sistema
propugnato dalla Giunta. Chiede intanto se questa dovesse sospendere
le sue deliberazioni, solo perché era sopravvenuta la proposta
di assunzione à forfait di lavori che essa non ha approvati,
mentre, come il riferente ebbe già occasione di dichiarare
al Consiglio, egli sempre erasi astenuto dall'accettare simili proposte
per questa e per altre opere pubbliche, nello scopo di non pregiudicare
menomamente la libertà di giudizio per parte del Consiglio.
Le parole del consigliere Rossi a tale riguardo suonerebbero quindi
quale mancanza di fiducia negli intendimenti dell'Assessore dei lavori
pubblici.
Non può accettare la sospensiva perchè è persuaso
che dopo dieci anni di studio si debba venire all'esecuzione materiale
di un'opera, la cui necessità fu sempre affermata ed è
conosciuta non solo a Torino, ma in tutta Italia.
I propugnatori dell'uno e dell'altro sistema hanno sempre concordemente
propugnato la necessità, l'urgenza di fare la fognatura.
Colla sospensiva si rinnega il passato, si misconoscono i bisogni
presenti, si fa un passo indietro. Egli non è disposto a questo
regresso, a simile atto di debolezza.
Non dubita delle benevole intenzioni dei proponenti, ma la sospensiva
non si può lealmente considerare che una repulsiva cortese.
La maggioranza della Giunta non può fare sacrifizio delle sue
convinzioni e piuttosto cederà ad altri la cura di condurre
in porto la questione della fognatura.
Deplora anche egli le precoci dimissioni dei colleghi della Giunta;
deplora che si addivenga ad una crisi generale.
Perciò dopo il voto del Consiglio nella seduta del 7 aprile,
egli rassegnò al Sindaco le sue dimissioni da Assessore, e
non si indusse a rimanere che per le cortesi insistenze dei colleghi
e per le contingenze speciali in cui si trovavano i pubblici servizi
in conseguenza della mancanza di acqua; circostanze, queste che, a
suo avviso, richiedevano maggior coraggio nel restare all'Amministrazione
che nell'abbandonarla.
Le condizioni sono ora alquanto mutate: le pratiche della condotta
d'acqua per forza motrice dal Ghiandone e quella dell'acqua potabile
di Cafasse a cui si opposero con tanta vivacità alcuni fautori
della canalizzazione unica, sono ben avviate: la maggioranza della
Giunta può quindi seguire nel campo delle dimissioni l'esempio
datole dalla minoranza: sebbene in altra occasione la minoranza abbia
potuto esporre le sue ragioni a favore di un sistema di fognatura
senza dimettersi.
Non riapre la discussione tecnica, ma ha la profonda convinzione di
poter fare una buona fognatura col sistema che ha sempre propugnato,
per il quale si può far bene con minore quantità d'acqua.
E a riguardo all'acqua è spiacente che i fatti dei giorni scorsi
gli abbiano dato fin troppo ragione.
Per suo conto ripete che non vuole far pressioni, ma è convinto
che quando un amministratore crede di non poter più fare il
bene della città debba ritirarsi e lasciare ad altri il compito.
Augura a questi di riuscire meglio e per quanto possibile né
egli né i suoi colleghi mancheranno di aiutarli.
Rossi non crede di commettere indiscrezione nel dar notizia dell'offerta
di esecuzione della fognatura, ed usò termini che non possono
offendere alcuna suscettibilità, essendosi limitato a manifestare
sorpresa che l'offerta non fosse subito stata comunicata al Consiglio.
Tanto meno poi intese mettere in dubbio la diligenza dell'Assessore
Riccio.
Tacconis, avendo l'assessore Riccio accennato all'atto di coraggio
compiuto col rimanere nella Giunta sebbene il Consiglio non avesse
accettato la sua proposta sulla fognatura, desidera spiegare la ragione
per cui egli credette di dimettersi. Ciò avvenne perché,
in una questione d'igiene, quando l'Assessore preposto a tale servizio,
ed a cui incombe tutta la responsabilità di fronte alla Giunta
ed al Consiglio, avendo mezzo di far conoscere alla popolazione se
un alimento di prima necessità, come l'acqua, sia o no salubre,
vede le sue opinioni respinte dalla Giunta, è in dovere di
ritirarsi e non compirebbe un atto di coraggio col rimanere al suo
posto.
Quanto al voto odierno, egli, che solo ieri lasciò l'Amministrazione,
pur deplorando il dissidio in linea tecnica, dichiara che proverebbe
un vivo rammarico se avvenissero cambiamenti, e che il suo voto non
potrebbe esprimere né sfiducia, né minor riverenza verso
la Giunta.
Goldmann, premesso che per l'uno e per l'altro sistema è necessaria
un'abbondante quantità d'acqua, non sa come la fognatura potrebbe
funzionare nella nostra città ove l'acqua è tanto scarsa,
al punto da mancare quasi del tutto come accade in questi ultimi tempi.
Spera che il Sindaco e la Giunta non insistano nel provocare una crisi
e tanto più ciò gli dorrebbe dopo la prova lodevolissima
di energia data nei rapporti colla Società dell'acqua potabile.
Non può votare i fondi perchè è convinto che
nelle attuali condizioni la fognatura sarebbe di impossibile esecuzione:
invita pertanto la Giunta a risolvere prima la questione dell'acqua
ed a presentare poi un'altra proposta dopo le elezioni amministrative.
Il Sindaco fa presente come, nella vivacità della discussione,
siansi usate espressioni poco esatte riguardo agli intendimenti della
Giunta, e siasene travisato il concetto. Si parlò infatti di
ostinazione, di puntigli, di spauracchi e di pressioni, mentre la
Giunta si limitò ad esporre francamente le condizioni difficili
in cui verrebbe a trovarsi, quando non le fossero accordati i mezzi
necessari all'esecuzione di un'opera, che figura fra le prime nel
programma presentato al Consiglio, da questo in massima approvato
e dalla Giunta stessa sempre affermato.
Osserva che non si tratta di una vera questione di fiducia, che può
sorgere solo quando vi sia dissenso nell'indirizzo dell'amministrazione:
ma aggiunge che certe questioni d'indole amministrativa, come la presente,
portano alle stesse conseguenze.
Egli non vuole certamente far pressione sull'animo dei Consiglieri:
in tutte le discussioni, ma specialmente in quella della fognatura,
si attenne alla più scrupolosa e larga imparzialità,
che a taluno pare quasi eccessiva. Ma la Giunta, che da varii anni
assiste e contribuisce allo svolgimento della questione e colla massima
libertà lasciò definire la parte tecnica, doveva pure
venire ad una conclusione e porre ora sulla spesa la questione amministrativa,
che per un'alta deferenza al Consiglio non aveva prima sollevato.
Nelle sedute del gennaio scorso la parte della questione riflettente
il merito si definì con quella della spesa; e siccome egli
aveva dichiarato di non fare questione di fiducia sul sistema, così
non poteva farla subito dopo sulla parte amministrativa. L'Autorità
prefettizia, che trovò perfettamente regolare la votazione
sul merito, approvando la relativa deliberazione, invitò a
ripetere la votazione sulla spesa. Allora si discusse in seno della
Giunta se dovesse porsi la questione di fiducia amministrativa, ma
egli dissuase i colleghi sperando che i Consiglieri avrebbero accettato
l'appello alla concordia, loro rivolto in apposita relazione.
Sgraziatamente questo appello andò deserto, e nella seduta
del 7 aprile, sebbene si raccogliesse la maggioranza sulla proposta
della Giunta, mancarono i 41 voti richiesti dalla legge. L'indomani
l'Assessore dei lavori pubblici, credendosi esautorato, presentò
le sue dimissioni, che ne provocarono altre, alle quali egli si oppose,
credendo più corretto di manifestare francamente prima del
voto le loro intenzioni. Questa è la ragione per cui annunziò
nella seduta del 10 aprile che sarebbe avvenuta una terza votazione,
che egli crede perfettamente legale, perché nessuna disposizione
di legge impone ai Comuni le norme segnate al Parlamento circa la
presentazione dei progetti di legge respinti in una sessione.
Prima d'ora una crisi avrebbe potuto avere gravi inconvenienti, per
le difficili condizioni in quel momento create alla città dalla
mancanza d'acqua e per la necessità di avviare meglio alcune
pratiche importanti, come quella dell'emissione del prestito per le
somme definitivamente approvate, che ora è pressoché
ultimata.
Il consigliere Gianolio osserva che sino a quando non siansi raccolti
i 41 voti la deliberazione non sarà esecutiva, ma che ciò
non ostante un esplicito e formale voto a favore della canalizzazione
doppia già esiste e fu confermato in tre sedute del Consiglio,
delle quali la prima nel 1888, cioè anteriormente alla nuova
legge comunale. Anzi, lo stesso consigliere Gianolio, nella seduta
del 21 aprile 1890, associandosi ad un ordine del giorno Spantigati
per nuovi studi relativi alla canalizzazione unica, dichiarava ciò
fare solo in quanto rimanesse bene stabilito che intanto il voto precedente
del Consiglio sulla canalizzazione doppia non era revocato e rimaneva
sempre in vigore.
Nota come l'art. 159 della legge comunale possa portare a conseguenze
assurde, quando, discussa una questione tecnica e risolta nel merito,
le minoranze non s'inducano a fare il sacrifizio delle proprie idee
per il bene comune.
Di fronte a queste considerazioni, se il Consiglio non crede di accordare
i fondi per la fognatura secondo il sistema approvato, la Giunta,
a tutela della sua responsabilità amministrativa, deve lasciare
il posto ad altri, i quali, come già disse in principio di
seduta, più avveduti o più fortunati, riescano a risolvere
praticamente l'urgentissimo problema.
Quanto a lui, dichiara di non avere la menoma ombra di animosità,
ma sente di non poter più oltre rimanere in carica quando dovesse
rinunciare alla esecuzione di opere pubbliche, di cui la sua amministrazione
aveva assunto ripetutamente pubblico impegno verso la cittadinanza.
Ciò premesso, dichiara che la Giunta mantiene la sua proposta,
e non può accettare la sospensiva contenuta nell'ordine del
giorno dei consiglieri Villa, Rossi e Laura, la cui approvazione significherebbe
il rigetto della spesa.
Rossi chiede la votazione per appello nominale anche sulla proposta
sospensiva, sulla cui accettazione, a suo avviso, la Giunta non potrebbe
fare questione di fiducia.
Compans dichiara che egli si asterrà dal voto su tutte le proposte
e stima inutile di ripetere le ragioni, già esposte in altre
sedute, per spiegare la sua astensione.
Ruggeri Edoardo dichiara di astenersi dal votare sulla proposta della
Giunta, non sulla sospensiva. Sa che, in questo caso, l'astensione
equivale a voto contrario, poiché non concorre a formare i
41 voti necessari, e si astiene, non solo perché non trova
ragioni di mutare la sua convinzione sul sistema di fognatura, massime
in cospetto ad una maggioranza di soli due voti, su questione di supremo
interesse igienico, e che impegna il Municipio per diecine di milioni,
ma essenzialmente ancora, perché non intende con atto d'iniziativa
personale di concorrere a un voto di sfiducia alla Giunta, e specialmente
al benemerito Sindaco senatore Voli. Subisce una posizione angustiante,
non ci va incontro.
Il Sindaco rilegge l'ordine del giorno dei consiglieri Villa, Rossi
e Laura, non accettato dalla Giunta, e procede all'appello nominale
per la votazione.
Votanti: 61
Rispondono si i consiglieri: Abrate, Ajello, Antonelli, Badini, Bertetti,
Bracale, Demichelis, Diatto, Dumontel, Frescot, Gianolio, Gilardini,
Goldmann, Laura, Merlani, Perroncito, Rabbi, Rinaudo, Roggeri Edoardo,
Roggeri Carlo Felice, Rossi, Soldati, Tacconis, Valle, Villa.
In totale: 25
Rispondono no i consiglieri: Arcozzi-Masino, Avondo, Badano, Bassi,
Benintendi, Berruti, Biscaretti di Ruffia, Bollati, Bruno, Caccia,
Cadorna, Carle, Ceppi, Chapuis, Corsi di Bosnasco, Fabretti, Ferraris,
Gioberti, Lessona, Luserna di Rorà, Martini, Mosca, Negri,
Nigra, Perrone di San Martino, Piana, Reycend, Riccio, Rignon, Scarampi
di Villanova, Silvetti, Tensi, Thaon di Revel, Vicari, Voli.
In totale: 35
Astenuto Compans di Brichanteau.
L'ordine del giorno Villa, Rossi e Laura non è approvato.
Il Sindaco procede ad altro appello nominale per la votazione sulla
proposta della Giunta nei seguenti termini:
"Di far fronte all'indicata spesa di L. 2,620,000 coll'emissione
graduale, in cinque esercizi, di obbligazioni, giusta il sistema già
sanzionato dal Consiglio comunale con deliberazione in data 2 maggio
1892, approvando tale emissione a senso dell'articolo 159 della legge
comunale e provinciale, e confermando gli stanziamenti relativi già
approvati nel bilancio attivo e passivo del 1893, pell'importo di
L. 500.000.
Votanti: 61
Rispondono si i consiglieri: Abrate, Arcozzi, Avondo, Badano, Bassi,
Benintendi, Berruti, Biscaretti di Ruffia, Bollati, Bruno, Caccia,
Cadorna, Carle, Ceppi, Chapuis, Corsi di Bosnasco, Fabretti, Ferraris,
Gioberti, Lessona, Luserna di Rorà, Martini, Mosca, Negri,
Nigra, Perrone di San Martino, Piana, Reycend, Riccio, Rignon, Scarampi
di Villanova, Silvetti, Tensi, Thaon di Revel, Vicari, Voli; in totale
36.
Rispondono no i consiglieri: Ajello, Antonelli, Badini, Bertetti,
Bracale, Demichelis, Diatto, Dumontel, Frescot, Gianolio, Gilardini,
Goldmann, Laura, Merlani, Perroncito, Rabbi, Rinaudo, Roggeri Carlo
Felice, Rossi, Soldati, Tacconis, Valle, Villa; in totale 23.
Astenuti: Compans di Brichanteau e Roggeri Edoardo.
Il Sindaco proclama l'esito della votazione ed avverte che non avendo
la proposta riportato i 41 voti prescritti dall'art. 159 della legge
comunale, la spesa per la canalizzazione doppia non è approvata.
Per conseguenza, richiamando le dichiarazioni fatte al Consiglio nel
corso dell'odierna seduta, anche a nome dei colleghi della Giunta,
presenta le dimissioni dalle rispettive cariche di Sindaco e di Assessori,
ringraziando il Consiglio della benevolenza sempre dimostratagli ed
augurando ai successori una miglior fortuna di quella loro toccata,
perché possano condurre in porto la grave questione.
Il Sindaco e gli Assessori dimissionari resteranno in carica ancora
pochi giorni pel disbrigo degli affari: intanto il Consiglio sarà
nuovamente convocato venerdì 5 maggio per l'esaurimento dell'ordine
del giorno, trattandosi di pratiche amministrative importanti ed urgenti:
e quindi si terrà seduta nel giorno di mercoledì 10
per l'elezione del Sindaco e della Giunta.
Compans chiede che questa seduta sia anticipata oppure rinviata alla
fine del mese, per dar agio ai Consiglieri membri del Parlamento di
recarsi sollecitamente a Roma.
Ajello prega di non tener seduta nel giorno di lunedì in cui
avrà luogo l'inaugurazione del Congresso delle Società
economiche.
Dopo brevi spiegazioni del Sindaco, il Consiglio fissa le sedute pei
detti giorni di venerdì 5 e mercoledì 10 maggio, e l'adunanza
viene sciolta alle 6,40 pom.
[manoscritto] Il presente verbale venne letto e fu approvato dal Consiglio
Com.le in adunanza 5 maggio 1893.
Firmato:
Il Segretario Capo Il Consigliere anziano Il Sindaco |