Quattro anni dopo l'idea di Pat Weaver
della NBC di fare la pubblicità anche in televisione il 3 febbraio
1957, alle 20 e 50, dopo il telegiornale, nasce Carosello, come risposta
italiana agli spot americani. Con la sigla di Luciano Emmer e con
i siparietti disegnati da Nietta Vespignani prendeva il titolo da
Carosello Napoletano, un film di quel periodo. Era strutturato in
5 o 6 sketch ognuno della durata di 2 minuti e 15 secondi di cui solo
gli ultimi 35 dedicati al messaggio pubblicitario vero e proprio,
chiamato "codino". Carosello proseguirà per venti anni fino
al 1 gennaio 1977, anno della riforma televisiva e inizio delle televisioni
commerciali, con un'unica interruzione di tre giorni per la strage
di piazza Fontana nel 1969. |
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In totale verranno trasmesse 42.000 scenette, girate anche da grandi registi e controllate da un'attenta censura della SACIS, tutte diverse una dall'altra con un linguaggio semplice e con il lieto fine, in genere rivolte ad un pubblico femminile e ai bambini.
Con l'inizio delle televisioni commerciali anche la pubblicità cambia: dallo stile Carosello si passa sia alle soap opera introdotte da un gruppo di produttori di saponi alla ricerca di nuove forme pubblicitarie e sia agli spot di durata molto breve con un ritmo incalzante e ossessivo. Cambia anche il concetto di vendita: non è più il prodotto che deve essere venduto ai consumatori ma è il pubblico che viene venduto ai pubblicitari. |