![a4](../media/arco4.jpg) |
![](../media/shim.gif) |
![](../media/shim.gif) |
![](../media/shim.gif) |
|
|
CAMPANA, Dino |
![](img/campana.jpg) |
|
Nacque a Marradi, paese ai confini fra Toscana e Romagna, nel 1885,
figlio di un maestro. Dopo il liceo frequentò per tre anni
la facoltà di chimica dell'Università di Bologna,
per iscriversi poi a Firenze. Nel 1906 cominciò a dare i
primi segni d'inquietudine e di nevrosi e fu ricoverato nel manicomio
di Imola. Dimesso, viaggiò molto tra l'Europa e l'America
del Sud, facendo i più vari mestieri per sopravvivere; in
Francia fu imprigionato per vagabondaggio e di nuovo rinchiuso nel
manicomio di Tournay. Alla fine del 1912 cominciò a comporre
quello che sarebbe stato il suo capolavoro: i Canti orfici. Si avvicinò
all'ambiente letterario fiorentino, facendo conoscenza di Papini
e Soffici, al quale consegnò il manoscritto dei Canti, (aveva
un altro titolo: Il più lungo giorno) che lo scrittore
smarrì (fu ritrovato solo nel 1971). Riuscì a ricostruire
a memoria e utilizzando solo alcuni appunti la sua opera, che pubblicò
a spese proprie. Pubblicò ancora qualche poesia sulla "Voce";
tra il 1916 e il 1917 ebbe una intensa storia d'amore con Sibilla
Aleramo. Arrestato per vagabondaggio a Novara il 28 gennaio 1917,
fu internato nell'ospedale psichiatrico di Castel Pulci, nei pressi
di Firenze, dove visse il resto della sua vita. Morì nel
1932.
Opere principali:
Canti orfici e altre liriche (Vallecchi, 1928).
|
|
|
CANNIZZARO,
Stanislao |
![](img/cannizza.jpg) |
|
(1826-1910) Stanislao Cannizzaro va collocato
fra i ricercatori del nostro Paese che hanno lasciato una impronta
decisiva nella storia della scienza. Nato a Palermo in una famiglia
dell'alta borghesia, svolse un ruolo essenziale nella costituzione
della scuola chimica italiana. Dal punto di vista scientifico la sua
attività può essere divisa in tre periodi. Dal 1846
al 1855 visse con Raffaele Piria un intenso apprendistato nelle arti
difficili della chimica organica, mentre strinse un forte sodalizio
di amicizia e ricerca con l'amico Cesare Bertagnini. Nel 1848 prese
parte all'insurrezione siciliana contro i Borboni.
Venne eletto membro del Parlamento siciliano e come ufficiale di artiglieria
partecipò alla difesa di Taormina. Dopo la sconfitta andò
in esilio a Parigi. Nel 1851 gli venne affidato un insegnamento al
Collegio Nazionale di Alessandria, e nel 1855 salì sulla cattedra
di Chimica di Genova. Gli anni fra il 1855 e il 1870 furono quelli
più ricchi di risultati scientifici, ottenuti prima a Genova
e, dopo l'annessione della Sicilia alla corona dei Savoia, a Palermo.
Infine, dopo la liberazione di Roma, fu chiamato sulla cattedra di
Chimica di quella Università, e iniziò una tenace opera
politica per dotare la Nazione di presidi scientifici adeguati, i
cui esiti più importanti furono la fondazione dei Laboratori
centrali delle Gabelle e dei Laboratori della Sanità pubblica.
Lo scritto più importante di Cannizzaro è il "Sunto
di un corso di Filosofia Chimica fatto nella R. Università
di Genova", apparso nel 1858 sul Nuovo Cimento, la rivista
diretta da R. Piria e da C. Matteucci. L'articolo contiene anche notevoli
apporti alla teoria della valenza, ma è famoso nella storia
della scienza per aver posto su basi solide e incontrovertibili gli
aspetti teorici della determinazione dei pesi atomici. In questo campo
Cannizzaro non fece una sola misura sperimentale, il suo contributo
è quindi esclusivamente teorico, di "Filosofia Chimica".
Nel testo del "Sunto" viene svolta una argomentazione di
grande forza retorica, basata sull'applicazione rigida, senza eccezioni,
della legge di Avogadro, e su un abile uso dei calori specifici degli
elementi e dei composti chimici. Il carattere rivoluzionario dello
scritto di Cannizzaro è tutto racchiuso in una cifra: in un
sol colpo lo scienziato italiano cambiò i valori fino ad allora
accettati dei pesi atomici di un terzo degli elementi conosciuti,
compresi quelli fondamentali del carbonio e dell'ossigeno, e di metalli
come il ferro, il rame, il mercurio e lo zinco.
Cannizzaro si conquistò una posizione di grande rilievo nella
comunità scientifica europea nel Congresso internazionale dei
chimici, tenutosi a Karlsruhe dal 3 al 5 settembre 1860. Il Congresso
di Karlsruhe segnò una svolta decisiva nello sviluppo della
chimica. La comunità scientifica era assai divisa sul punto
cruciale del valore del peso atomico da attribuire a ciascun elemento.
La discussione fu assai accanita e si svolse in due tempi. In una
prima fase Cannizzaro si trovò alleato con il tedesco Kekulé
contro il potente caposcuola francese J.-B. Dumas, che sosteneva la
tesi arretrata dell'uso degli equivalenti e che rifiutava completamente
la teoria atomica.
Vinta la battaglia contro Dumas il fronte degli innovatori si divise,
con Cannizzaro e Kekulé contrapposti su aspetti rilevanti della
teoria del legame chimico, ma ancora una volta il chimico italiano
ebbe la meglio. In entrambe le fasi del dibattito il nostro chimico
fu un sostenitore inflessibile della legge fondamentale sui gas dovuta
ad Amedeo Avogadro, ottenendo il consenso di molti dei ricercatori
presenti. Particolarmente significativa fu l'adesione alle tesi di
Cannizzaro del russo Dmitri Mendeleev e del tedesco Lothar Meyer,
i due scienziati che proposero il sistema periodico degli elementi,
pochi anni dopo e proprio sulla base dei nuovi pesi atomici. |
|
|
CARAFOLI, Ernesto |
|
|
Medico, docente di biochimica presso il Politecnico federale di
Zurigo (n. Sedegliano 1932). Laureato a Modena in medicina e chirurgia.
Ha tenuto relazioni a congressi internazionali e in università
di 25 paesi. Ha partecipato a 300 pubblicazioni ed è autore
egli stesso di numerosi lavori di argomento biochimico e biologico.
|
|
|
CARNELUTTI,
Giovanni |
|
|
chimico (Tricesimo 1850 - Milano 1901).
Studiò a Graz e a Padova. Rinunciò all'insegnamento
universitario per la direzione municipale dell'industria chimica di
Milano. Oltre a pubblicazioni originali, tradusse in italiano e chiosò
il Trattato di chimica organica di R. Wagner.
Cfr.: Tricesimani memorabili, in Piccola guida di Tricesimo, Udine
1905; G. Costantini, Uomini ragguardevoli di Tricesimo e Cassacco,
CF V-VI, 1939. |
|
|
CARPENE', Antonio |
|
|
Enologo, imprenditore (Brugnera 1838 -
Conegliano Veneto, Treviso, 1902). Laureatosi in chimica a Pavia,
si dedicò alla preparazione di vini spumanti con un metodo
di sua invenzione. A Conegliano promosse pure la creazione di una
scuola e di una società enologica.
Cfr.: DBI XX, 596-597. |
|
|
CASABURI, Vittorio |
|
|
(1881-1939). Nato a Salerno nel 1881, fa i suoi studi superiori
di chimica pura a Ginevra e prosegue gli studi al Politecnico di
Zurigo, dove consegue il diploma di ingegnere chimico e più
tardi segue i corsi all'Università di Leed, dove completa
i suoi studi sotto la direzione del Prof. H.R. Procter. Completati
i suoi studi, Casaburi entra nell'industria. Egli occupa dapprima
il posto di chimico e poi vicedirettore della Ford Morocco Co. di
Wilmington (USA) e infine alla BASF a Ludwigshafen (Germania) come
chimico. Per due anni è ricercatore alla Herold's Institute
sotto la direzione del Dr J. Gordon Parker. Nel 1911 diventa Direttore
della R. Stazione Sperimentale per le Pelli e il Cuoio di Napoli.
Scrisse: Concia e tintura delle pelli, Dizionario teorico-pratico
dell'industria del cuoio, Metodi di analisi e ricerche nell'industria
del cuoio et cætera.
[da: E. Simoncini, Chim. e Ind. 22,40 (1940)].
|
|
|
CAVALIERE,
Alberto |
![](img/cavaliere.jpg) |
|
Nacque a Cittanova (RC) il 19/10/1897 e morì a Milano il
7/11/1967 in seguito alle ferite riportate in un incidente stradale
a S. Remo.
Laureatosi in Chimica e Poesia presso l'Università di Roma,
dopo aver lavorato presso il Ministero dell'Aeronautica come chimico,
all'impiego statale preferisce la libera professione. Fu attore,
scrittore, giornalista, poeta, umorista e politico.
Autore tra l'altro della Chimica in versi.
Fu eletto consigliere del Comune di Milano e successivamente Deputato
al Parlamento Italiano.
Negli anni '50, una sera, passeggiando per le strade di Milano e
notando i muri delle case di meridionali imbrattate di vernice con
scritte razziste scrisse RATAPLAN. Poesia che la mattina
dopo diffuse dalle frequenze di Radio Milano dove ogni giorno trasmetteva.
|
|
|
COSSA, Alfonso |
|
|
Di nobili origini, nacque a Milano il 3
novembre 1833. Nel 1857 Cossa si laureò in Medicina presso
l'Università di Pavia. I suoi interessi però si orientarono
verso la Chimica Agraria. Cossa tradusse due opere del famoso chimico
tedesco J. Von Liebig - I principi fondamentali dell'agricoltura
(1855) e La teoria e la pratica dell'agricoltura (1857) - proponendo
al grande pubblico l'uso innovativo dei fertilizzanti inorganici.
Nel 1861 Cossa divenne professore di Chimica all'Università
di Pavia e preside del locale Istituto Tecnico. Nel 1866 il professore
fu chiamato ad Udine da Quintino Sella con l'incarico di fondare il
locale Istituto Tecnico, di cui divenne preside e docente fino al
1872. Per influenza di Sella, mineralogista e cristallografo insigne,
l'interesse di Cossa si spostò dalla chimica agraria a quella
mineralogica. Nell'anno 1872-1873 Cossa fu direttore e professore
della Scuola Superiore di Agricoltura in Portici, poi fu chiamato
a Torino come direttore della Stazione Agraria (1873-1882) e professore
di Chimica Agraria al Regio Museo Industriale. Dal 1882 fu professore
di Chimica Docimastica. Cossa fu membro di numerose istituzioni italiane
e straniere, tra cui l'Accademia Nazionale dei Lincei (dal 1877) e
l'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. Fu anche presidente della
Reale Accademia delle Scienze di Torino e fece parte del suo comitato
geologico. Nel 1887 Cossa venne nominato direttore della Scuola di
Applicazione per Ingegneri, carica che tenne fino alla morte, avvenuta
a Torino il 23 ottobre 1902. Il nome del chimico è legato alla
scoperta della platosemiammina - (la cosiddetta base del Cossa)
- e alla ricerca mineralogica. Ricordiamo il libro Ricerche chimiche
e microscopiche su rocce e minerali d'Italia (1875-1881). Cossa
fu creatore della collezione di circa novecento grandi sezioni sottili
di rocce, conservate nel Museo Geomineralogico della Scuola di Ingegneria
di Torino, nel Castello del Valentino. |
|
|
CROCE, Benedetto |
![](img/croce.jpg) |
|
Nacque a Pescasseroli il 25 febbraio del
1866. Persi entrambi i genitori nel 1883 venne accolto dai fratelli
Spaventa a Roma (con i quali era imparentato) dove frequentò
la facoltà di giurisprudenza senza, tuttavia, terminarne gli
studi. Le suggestive lezioni di Antonio Labriola, che al tempo era
il più significativo esponente del pensiero marxista in Italia,
lo indussero infatti a rivolgere il proprio interesse ad argomenti
letterari, filosofici e storici. Si trasferì a Napoli nel 1886
per rimanervi definitivamente. Spesso nei suoi scritti traspare la
passione esasperata per le bellezze di quella città, le tradizioni
culturali e la mentalità dei suoi abitanti. Nel 1900 diede
vita alla rivista "La critica" alla quale collaborò
anche Gentile fino alla rottura dei rapporti che avvenne in occasione
dell'assassinio Matteotti e l'organizzazione del fascismo in regime
dittatoriale. Politicamente di indirizzo liberale (divenne l'ideologo
del PLI), Croce fu senatore dal 1910 fino alla fine della Prima guerra
mondiale e partecipò come ministro della pubblica istruzione
al governo Giolitti del '20-'21. Si spense nel 1952.
Indicativi della sua formazione culturale sono gli scritti Cio'
che è vivo e morto della filosofia di Hegel, La filosofia
di G.B. Vico e Materialismo storico ed economico.
Tra i suoi saggi storiografici ricordiamo La storia ridotta
sotto il concetto generale dell'arte (1893), Storia d'Italia
dal 1871 al 1915, Storia d'Europa nel secolo XX, La storia
come pensiero ed azione, Filosofia e storiografia, Teoria e storia
della storiografia.
All'arte ed alla letteratura Croce, invece, dedicò La
critica letteraria, questioni teoriche, Problemi di estetica (1910),
Breviario di estetica (1912), Nuovi saggi di estetica
(1920), Aestetica in nuce, Ultimi saggi, La poesia (1936),
La letteratura della nuova Italia, La poesia di Dante, Poesia e
non poesia.
Non vi è dubbio che il nucleo del suo pensiero filosofico
sia espresso nelle opere Materialismo storico ed economia marxista
(1900), Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale
(1902), Logica come scienza del concetto puro (1905), Filosofia
della pratica, economia ed etica (1909), Etica e politica
(1931), Il carattere della filosofia moderna (1940), Discorsi
de varia filosofia (1945), Indagini su Hegel e schiarimenti
filosofici (1952). |
|
|