Dispositivo per l'analisi per via secca dei minerali e altri prodotti
inorganici. Costituito essenzialmente da un cannello con l'estremità
ricurva. Soffiando attraverso una fiamma si ottiene un dardo di
temperatura sufficiente a provocare su piccole aliquote di materiale
una varietà di reazioni adatte a permettere la determinazione
qualitativa di numerosi elementi. La sua versatilità aumenta
grazie all'uso di reagenti come il carbone, di fondenti come la
soda e il borace e numerosi altri composti.
Nato dall'esperienza dei soffiatori di vetro, che se ne avvalevano
per sagomare finemente le loro composizioni, su suggerimento dello
studioso del vetro Johann Kunckel esso venne impiegato nei procedimenti
analitici e trovò un uso assai intenso nel '700, in particolare
da parte dei mineralisti svedesi.
Assieme a qualche pezzo di carbone, una candela e pochi reagenti
chimici, costituiva il componente essenziale dei cosiddetti "laboratori
portatili" che i naturalisti portavano con sé nelle
loro escursioni alla ricerca di minerali.
Sinonimi italiani: gonfia, canna da vento e altri.
Bibl.: F. Szabadvàry, History of analytical chemistry, Oxford:
Pergamon Press, 1966.
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