Colorimetro Aussenrieth
Friedrich W. Autenrieth, Friburgo, 1910 Laboratorio
chimico-clinico
Ospedale S. Bortolo. Vicenza
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Fondato sullo stesso principio del precedente il colorimetro Aussenrieth
si distingue per le modalità costruttive. La sorgente luminosa
è posta sul retro del dispositivo anziché in basso.
La soluzione a titolo noto è contenuta in una cuvetta a forma
di cuneo sigillata che viene mossa verticalmente da un cremagliera
associata alla scala di misura. In tal modo la variazione di spessore
della soluzione di riferimento avviene lungo l'orizzontale anziché
sulla verticale, facilitando il compito dell'osservatore.
La possibilità di impiego di soluzioni campione predisposte
e differenti (ammessa la loro stabilità nel tempo) conferisce
all'apparecchio una maggiore versatilità ed una riduzione
dei tempi di lavoro. Va apprezzata in particolare "l'incorporazione"
(la sussunzione) nell'apparecchio di funzioni che nell'altro sono
di competenza dell'operatore (non è necessario preparare
la soluzione campione né trasferirla nella cuvetta, né
procedere alle manipolazioni per la pulizia e l'essicazione di quest'ultima).
[Giuliano Dall'Olio, Romolo M. Dorizzi, Paolo Telesforo, Il
laboratorio di chimica clinica nell'800 negli studi di tossicologia
e farmacologia, in P. Amat Di Sanfilippo (a cura di), Atti
del VI Convegno Nazionale di Storia e Fondamenti della Chimica (Cagliari,
4-7 ottobre 1995), "Rendiconti dell'Accademia Nazionale
delle Scienze detta dei XL - Memorie di Scienze Fisiche e Naturali".
1995, Serie V, 19 (113), pt. II, pp. 375-396.
Giuliano Dall'Olio, Romolo M. Dorizzi, Paolo Telesforo, Apparecchiature
del laboratorio clinico: dalle origini al 1950, Foggia : DI.
TE, 1996]
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