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Sezione 09: ALCHIMIE RISORGIMENTALI PER UN SAPERE CONTESO
Dal Piemonte all'Italia

     

In Europa l'Ottocento fu un secolo di trasformazioni profonde, ad ogni livello della società. Dal generale sviluppo economico, scientifico e tecnologico, alla formazione degli stati nazionali in Germania e in Italia, al dilagare in Africa e Asia dell'imperialismo inglese e francese, una miriade di mutamenti imponenti sconvolse le mappe concettuali e geografiche del Vecchio Continente. Per le sue strette connessioni con molti aspetti della vita sociale, e con le altre scienze, la chimica usufruì al massimo di questo clima di eccitato progresso, e se si confronta la situazione della disciplina all'inizio e al termine del secolo si possono constatare i forti cambiamenti avvenuti, sia a livello professionale sia a livello epistemologico.
Per i primi decenni del secolo la chimica rimase una disciplina sperimentale facile e casuale. Era 'facile' nel senso che non richiedeva attrezzature e reagenti di difficile reperimento, e neanche manualità particolarissime. Era 'casuale' nel senso che la ricerca in campo chimico - come in altri settori scientifici - era ancora così poco specializzata da poter essere intrapresa da avvocati come Avogadro,

  farmacisti come Malaguti, medici come Piria, e persino da ricercatori senza alcun titolo accademico come Cannizzaro, che coinvolto ancora studente nei moti del '48 mai si laureò.
Alla fine del secolo alla professione chimica si accede solo dopo un lungo tirocinio universitario specializzato, e la sua pratica richiede laboratori attrezzati, finanziamenti, accesso a riviste internazionali. È proprio per via di questa necessità di un addestramento tendenzialmente di eccellenza che si vennero formando le 'scuole nazionali', in particolare in Germania e in Francia. Nel primo caso si ebbe una struttura policentrica, con Liebig, Wöhler e Bunsen come riconosciuti maestri; nel secondo caso, tutta la Francia doveva gravitare a Parigi, dominata con una vera successione apostolica prima da Gay-Lussac, poi da Dumas e infine da Berthelot. Un modello ancora diverso era dato dal Regno Unito, dove il rapporto fra ricerca e società solo parzialmente passava attraverso le Università, e anche professionisti come Crookes poterono dare un buon contributo alla scienza.

 

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