Fratelli Thierry, Parigi, "Prima Riunione
degli Scienziati in Pisa, sotto gli auspici di Leopoldo II, Granduca
di Toscana"
Litografia, manifesto incorniciato, cm 82 x 110.,
sala 9, n. 1/1. Museo del Risorgimento
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La prima riunione di naturalisti e medici
si tenne nel 1815 in Svizzera; nel 1821 il biologo Lorenz Oken trapiantò
l'iniziativa negli Stati tedeschi, dando alla sua creatura, la
Gesellschaft Deutscher Naturforscher und Aertze, un'impronta romantica
e liberale. In Gran Bretagna, su impulso del matematico Charles Babbage
la British Association for the Advancement of Science si riunì
per la prima volta ad Oxford nel 1831, e i francesi seguirono nel
1833. Nel 1839 un analogo progetto fu messo in atto nel Granducato
di Toscana dal naturalista principe Carlo Luigi Bonaparte, un nipote
di Napoleone, che aveva partecipato a Friburgo ad una riunione della
Gesellschaft tedesca. Subito le principali cancellerie degli Stati
italiani e quella viennese si misero in moto per comprendere la vera
natura dell'iniziativa, dal punto di vista del colore politico
e della competizione per l'egemonia fra tutti gli Stati presenti
nella Penisola. Torino decise di stare al gioco, e manovrò
subito per candidarsi come sede del secondo incontro; Vienna alla
fine permise la partecipazione degli scienziati del Lombardo-Veneto,
mentre la Santa Sede assunse una posizione nettamente contraria, così
che a tutti i docenti sotto la giurisdizione dell'Università
Pontificia fu proibito non solo di partecipare alla riunione, "ma
eziandio [di] avere con essa corrispondenza".
I Congressi degli scienziati ebbero cadenza annuale, e l'ultimo si
tenne a Venezia nel 1847, alla vigilia degli eventi rivoluzionari
che sconvolsero l'intera l'Europa. Essi rappresentarono un grande
successo per la cultura italiana, in particolare per l'amplissima
partecipazione di quanti in vario modo si richiamavano alle scienze.
Nei primi cinque incontri (Pisa 1840, Torino 1841, Firenze 1842, Padova
1843, Lucca 1844) una sessantina di persone presentarono circa 120
comunicazioni riguardanti in vario modo la chimica. Nel caso di Stanislano
Cannizzaro (1826-1910) la partecipazione ad un Congresso degli Scienziati
segnò una svolta decisiva nella sua vita. Nel settembre 1845
il diciannovenne Cannizzaro intervenne con tre comunicazioni di carattere
fisiologico al Congresso di Napoli, il più affollato dell'intera
serie con ben 1545 partecipanti; il giovanissimo siciliano fece la
conoscenza del fisico Macedonio Melloni, che, a sua volta, lo indirizzò
verso il laboratorio pisano di Piria. Si innescò così,
quasi casualmente, il processo prima personale, e poi politico-accademico,
che portò Cannizzaro a diventare il capo-fila della chimica
accademica italiana. |