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Sezione 16: IL NOSTRO E L'ALTRUI MESTIERE
La letteratura e la chimica

Italo Calvino
La canzone del polistirene    

Tempo ferma la forma ! Canta il tuo carme, plastica!
Chi sei? Di te rivelami lari, penati, fasti!
Di che sei fatta? Spiegami le rare tue virtù.
Dal prodotto finito risaliamo su su
Ai primordi remoti, rivivendo in un lampo
Le tue gesta gloriose! In principio, lo stampo.
Vi sta racchiusa l'anima; del lor grembo in balia
Nascerà il recipiente, o altro oggetto che sia.
Ma lo stampo a sua volta lo racchiude una pressa
Da cui viene la pasta iniettata e compressa,
Metodo che su ogn'altro ha il vantaggio innegabile
Di produrre l'oggetto finito e commerciabile.
Lo stampo costa caro; questo è un inconveniente,
Ma lo si può affittare, anche da un concorrente.
Altro sistema in uso permette di formare
Oggetti sotto vuoto, per cui basta aspirare.
Già prima il materiale, tiepido, pronto all'uso
Viene compresso contro una filiera: <>,
Ossia spinto all'ugello per forza di pistone;
Lo scalderà il cilindro al punto di fusione.
E lì che fa il suo ingresso nel bollente crogiolo
il rapido, il vivace, il bel polistirolo.
Lo sciame granuloso sul setaccio si spinge,
Formicola felice del color che lo tinge.
Prima di farsi granulo, somigliava a un vibrante
Spaghetto variopinto: chiaro, scuro, cangiante.
Una filiera trae, dall'estruso finito,
Gli spaghi che una vite senza fine aggomitola.
E l'agglutinazione come si fa ad averla?
Con perle varipinte: un colore ogni perla.
Ma colorate come? Diventerà uno solo
Il pigmento omogeneo dentro il polistirolo.
Prima certo bisogna asciugarlo per bene
Il rotante prodotto, dico il polistirene,
Il nostro neonato, il giovane polimero.
Del semplice stirene, ma nient'affatto effimero.
<> designa, già lo sai,
il modo di ottenere più elevati che mai
Pesi molecolari; non hai che a far girare
Un reattore idoneo: mi sembra elementare.
Come perle in collana, legate l'una in cima
All'altra, tu incateni le molecole ... E prima?
Lo stirene non era che un liquido incolore
Coi suoi scatti esplosivi e un sensibile odore.
Osservatelo bene: non perdete le rare
Occasioni che s'offrono di vedere e imparare.
E' dall'etilbenzene, se lo surriscaldate,
Che stirene otterrete, anche in più tonnellate.
Lo si estraeva un tempo dal benzoino, strano
Figlio dello storace, arbusto indonesiano.
Così, di arte in arte, pian piano si risale
Dai canali dell'arido deserto inospitale
Verso i prodotti primi, la materia assoluta
Che scorreva infinita, segreta, sconosciuta.
Lavando e distillando quella materia prima,
- Esercizi di stile meglio che in prosa o in rima -
L'etilbenzene il quale, com'è noto, proviene
Dall'incontro d'un liquido che sarebbe il benzene
Mischiato all'etilene che è un semplice vapore.
Etilene e benzene hanno per genitore
O carbone o petrolio oppure entrambi insieme.
Per fare l'uno e l'altro, l'altro e l'uno van bene.
Potremmo ripartire su questa nuova pista
Cercando come e quando e l'uno e l'altro esistano.
Dimmi, petrolio, è vero che provieni dai pesci?
E' da buie foreste, carbone, che tu esci?
Fu il plancton la matrice dei nostri idrocarburi?
Questioni controverse ... Natali arcani e oscuri ...
Comunque è sempre in fumo che la storia finisce.
Finché non viene il chimico, ci pensa su e capisce
Il metodo per rendere solide e malleabili
Le nubi e farne oggetti resistenti e lavabili.
In materiali nuovi quegli oscuri residui
Eccoli trasformati. Non v'è chi non li invidii
Tra le ignote risorse che attendono un destino
Di riciclaggio, impiego e prezzi di listino.

Un commento alla Canzone del polistirene

Come si può rispondere, con sufficiente sicurezza ad una domanda di questo genere? Un poeta è spesso considerato, un personaggio che scrive sotto la diretta influenza di uno stato d'animo forte e coinvolgente. Egli sarebbe/è quindi un soggetto altamente emozionale che scarica le sue passioni e le sue pulsioni, scrivendo frasi giustapposte che hanno un senso prima per se stesso e poi, per gli altri. Guardando le cose sotto questo profilo è impossibile pensare che un grande poeta quale era Quasimodo poteva scrivere una poesia dedicata al polistirene o comunque ad un oggetto che in se è materiale ed industriale. Se i poeti raggiungono il cuore dell'uomo, lo fanno solo utilizzando le parole che sgorgano dai sentimenti e pertanto rimangono esclusi tutti quei fatti che, almeno in apparenza, non hanno lo stilema della comunicazione sentimentale e non si manifestano come un effluvio di amorosi sensi. I cuori comunicano ai cuori e le menti alle menti. E' questa l'affermazione distruttiva alla quale è associabile la cesura tra scienza e lettere, tra sentimenti e ragione. Il divaricamento culturale che imperversa è ascrivibile nella sua globalità alla problematica della separazione e del dualismo. Pur tuttavia la scienza, nei tempi passati si è sviluppata sulle fondazioni concettuali governate da dualismi - positivo / negativo - acido / base - massa / energia. Questi trovano nelle varie latitudini culturali, riscontri di segni, parole, significati e forme spesso sorprendentemente omogenei. Ciò dimostrerebbe come l'uomo abbia sempre cercato di ridurre il troppo al poco, il complesso al semplice, l'arcano allo svelato. E venne Queneau a cantarci le gesta, l'armi (e gli amori?) di un polimero, un composto chimico di sintesi, ovvero una giustapposizione di molecole atta a formare un'edificio chimico strutturalmente materico. E' come scrivere una poesia concatenando le parole per formare i versi ed i versi per costruire il componimento poetico. Le lettere dell'alfabeto stanno alle parole come le parole ai versi - gli atomi stanno alle molecole come le molecole ai composti chimici. C'è una sintassi poetica ed una sintassi chimica, quest'ultima si può ravvisare facilmente nel sistema periodico di D. Mendeleev. Egli ha ordinato gli elementi chimici come fossero le lettere di un alfabeto che ci consente, quasi sempre, di realizzare frasi compiute (= composti e sostanze reali). Le similitudini qui brevemente presentate non possono essere frutto di semplici coincidenze. Basti ricordare che il grande compositore russo, Aleksandr Borodin (1833-1887), era un noto chimico e lo stesso Primo Levi (1919-1987) anch'egli chimico, s'ispirò artisticamente alla chimica per scrivere i suoi libri tra i quali : Il sistema periodico - Storie naturali - La chiave a stella - L'altrui mestiere. In quest'ultimo è scritto: "... Il mio mestiere è un'altro, è un mestiere di parole, scelte, pesate, commesse a incastro con pazienza e cautela; così, per me anche gli elementi tendono a diventare parole..."

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