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Sezione 01: IL THEATRUM ALCHEMICUM
L'Alchimia e i suoi segreti

Il Detto del Re e della Regina    
L' alchimia rappresenta procedimenti poco noti non per via razionale o sperimentale, ma per via intuitiva e metaforica. Anche noi lo facciamo quando parliamo di "attrazione", "affinità", sostituendo descrizioni o definizioni proprie con espressioni che si servono dell' analogia. Può accadere che questa espressione metaforica o intuitiva (esattamente come per la mistica) non sia immediatamente compresa.
Questo è accaduto appunto al Detto del Re e della Regina, testo piemontese del XIV sec., fino a quando Giorgio De Alessi non ne afferrò il senso. Ma come Re e Regina possano attrarsi ed infine combinarsi può essere compreso, questa volta attraverso un linguaggio metaforico ma realizzato attraverso l' immagine, ad esempio ricorrendo al ms. G.VI.20 della Biblioteca Nazionale di Torino.
 

Novara, Biblioteca Capitolare di Santa Maria, Ms. CXVII
(il manoscritto è stato oggetto di furto nel 1992)

 

     
Lo rey comanda ali doncey chy tasen
quan la Regina dormey
[...]
Guarda Regina per balcon
perde la vista a um bolçon.
Regina cum serpey va dormir,
lo Rey cria no vol ogir.
Regina voi fenestre verciay,
luse ge vem a la pover stam serray.
[...]
Lo Rey sta in preson in cima de la torey
guarda lo so regno, no cria no da vosey.
[...]
O, la Regina fal(sa), comença li dolor,
perdey soa corona e sta a desonor -
La Regina sana per pocho fi saciaa,
quan la è inferma la se no fa nomaa montar.
La Regina no peccaa se al novior
lo sol no luse stelle ne ge dan splendor.
Canta lo Rey dolcey instrumento
e la Regina nol vol ogir,
destopa le oregey, conmença un gram cri.
EI' é gram folia desveger lo serpent.
E fim che al dorme sta segurament.
  "Il Re e la Regina sono nella prigione. Il Re è sull'alto della torre. La Regina è nel fondo del carcere; ma tiene le finestre spalancate perché giunga la luce alla poveretta che vi è rinchiusa. Dal balcone il Re vede la Regina e ne ha gli occhi come trafitti da un chiodo (guarda la Regina per balcon / perde la vista a un bolçon) La Regina dorme con il serpente. Il Re che prima aveva raccomandato ai valletti di tacere per non turbare il sonno della Regina, ora dà un grido e poi comincia un lamento per la condotta della falsa Regina, indegna della sua corona (perdey soa corona e sta a desonor). Poi prende uno strumento e canta. La Regina che non aveva voluto ogir (udire) il grido del Re, si tura le orecchie (destopa le orege) anche al suo canto. Ma se al novilunio (novior) il sole non risplende e le stelle non rilucono, anche nel fondo del carcere si eclissa la virtù. Ella giace col serpente. Sarebbe gran follia con quei canti, con quelle grida, svegliarlo; fin che dorme ella sta sicura (El' é gram folia desvieger lo serpent / E fun che al dorme sta segurament)."

 

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