Nel 1544 il chirurgo militare Filippo Ulstadio
pubblicò un'opera sui farmaci ottenuti mediante la distillazione,
in cui fin dal titolo riconosceva esplicitamente il debito nei confronti
della tradizione alchemica e di Giovanni da Rupescissa in particolare,
pur affermando con altrettanta chiarezza di non essere egli stesso
un alchimista. Il Coelum philosophorum è in effetti
un dettagliato resoconto delle conoscenze elaborate nei trattati alchemici
medievali sulla distillazione, dei quali riproduce ampi estratti;
l'intento dell'autore è quello di mettere a disposizione farmaci
di estrema utilità, soprattutto in tempo di guerra o durante
le epidemie, per la facilità di trasporto e la flessibilità
di dosaggio. La chiarezza delle istruzioni tecniche fu una delle ragioni
principali dell'influenza a lungo esercitate dal trattato dell'Ulstadius,
che era illustrato con numerose e ben leggibili immagini delle apparecchiature
distillatorie; le sue descrizioni degli apparecchi (fra cui la colonna
di distillazione raffreddata ad acqua) e dei processi operativi offrivano
un sommario accurato delle migliori procedure all'epoca disponibili. |
|
Philippus Ulstadius,
Coelum Philosophorum, Parigi, 1544
|