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Sezione 02: LE "SEMPLICI ORIGINI"
Dall'orto dei semplici le origini di una scienza naturale

    Il Nuovo Ricettario Fiorentino

Il Nuovo Ricettario Fiorentino (1499)
ed. del 1594, Biblioteca "I. Guareschi"
Università di Torino

 

Il problema dell'affidabilità del prodotto era certamente dominante, non soltanto per tutelare il paziente, ma anche per tutelare il buon nome del medico che prescriveva, e che doveva essere certo che l'apotecario sostituisse a piacer suo i componenti. Il primo testo ufficiale, con pertinenza territoriale e con valore normativo fu il cosiddetto Nuovo ricettario fiorentino, del 1499 (1498).

     

"Considerando noi doctori dell'arte et di medicina del famosissimo Collegio Fiorentino Spectabili.S. Consoli in quanti pericoli gl' infermi nella ciptà nostra incorrono, et quanti errori i nostri Spetiali, sì nella ciptà nostra, sì nel contado existenti, per la diversita delli receptarii commettino: li quali sino al presente di circha la preparazione et la electione, et conservatione, et compositione di tutti i lactovarii, semplici, et composti a decti Spetiali necessarii, hanno usati: onde molta infamia ne seguita alli medici in quella practicanti. Volendo adunque a tali inconvenienti et pericoli di infermi et infamia a medici falsamente data: iuxta al potere nostro con più honorevole et più laudabile et miglior modo riparare et obviare. Essendo coadunati tutti insieme nella nostra solita residentia sì per conforto delle S.V. sì ancora per la utilità comune et publica: la quale più è degna della privata, sperando nondimeno el decto di Platone doversi verificare: cioè non essere libro alcuno possa schifare di non essere ripreso, o per essere troppo breve et obschuro, o per essere troppo lungho et fastidioso. Pur servando la via del mezo ci è paruto a tutti di uno volere: essere necessario conponere uno nuovo riceptario, non passando, ne aggiungendo: immo seguendo l'ordine di Mesue, Nicholao, Avicenna, Galeno, l'Almansore, et tutti gli auctori li quali hanno scripto sotto brevità; non per questo lasciando le cose necessarie: ma le cose superflue resecando, et ponendo in epso tutte le ricepte emendate dalli errori, et così tutte le cose dalli medici in detta ciptà familiarmente et canonicamente practicanti, solite ordinarli secondo il quale i nostri Spetiali non solamente in decta ciptà, ma in tutto il contado et distrecto nostro habbino le loro preparazione, electione, compositione et preservatione fare et observare. Le quali cose se con fede, amore, studio et diligentia dalli Spetiali saranno observate, non solamente gli Spetiali senza alcuno errore l'opera loro, ma ancora i medici il magisterio indubitantemente exercitare potranno et appresso a dio premio et retribuzione grande ne conseguiteranno."

(Nuovo Ricettario Fiorentino, 1499)

     
Prima ancore di dare la descrizione esatta dei composti, il Nuovo Ricettario esplicita i caratteri dei componenti (i "semplici"), con un'attenzione merceologica che ha valore di normatica commerciale. Già in passato si era fatta attenzione a questi dati, ma qui siamo per la prima volta di fronte ad una specifica normativa.  
I 5 DOCTRINA QUINTA

In questa quinta doctrina tracteremo della electione et conservatione delli semplici solutivi et di molti altri semplici non solutivi; et prima cominceremo dalli semplici che sono solutivi.
     
DELLO ALOE.

Diciamo che l'aloe buona vuole havere queste parte. La prima vuole essere chiaro et quando tu lo ghusti in principio dolce, poi amarissimo. Conservasi anni dieci o piu. Vuole stare in luogho asciutto et privo da sole, vento, humidita et fumo.
  DELLI MIRABOLANI.

I mirabolani citrini durano anni dua.
I mirabolani emblici et bellirici durano anni octo.
I mirabolani Chebuli durano anni sei.
I mirabolani indi durano anni septe.
[...]
     
DEL REUBARBERO.

Diciamo che el reubarbero vuole essere grave et virghulato et che mastichandolo renda sapore stiptico con uno poco di amaritudine, et conforti el cervello et faccia assai tinctura masticandolo. Conservasi anni quattro o piu tenendolo in in una schatola di legnio con miglio o veramente dandogli una coperta di cera o tenendolo in trementina o in mele o in seme di lino.
  DELLA CASSIA FISTULA.

Diciamo che la cassia fistula vuole essere frescha, pesante, grossa et piena. Dura uno anno o piu quando è ben conservata.
     
DELLI THAMERINDI.

I thamerindi sono frusti di dacteri acetosi et nati del palmista il primo fructo et è salvathico. Durano anni tre. Conservasi in vaso invetriato serrato bene et calchati insieme et tenuti in luogho seccho et frescho privo di fumo.
  DELLA SCHAMONEA.

La schamonea si fa di una spetie volubile cioè del sugho et viene di Anthiochia; et quella è buona la quale ha queste conditioni, cioè è di colore citrino, frangibile et posta in su la lingua s'appiccha; leggieri, di buono odore, anticha et non frescha et che sia di Antiochia. Dura anni XII.
     
DELLI TURBITTI.

Li turbitti sono barbe d'una herba a noi incognita et vogliono havere queste conditioni: cioè che sieno bianchi et voti come la canna, gommosi et che la buccia sia di cholore citrino et che sieno delichati et non aspri, et che sieno diritti et non torti, et che sieno frangibili. Durano anni quattro o più.
 

DELLO AGHARIGHO.

Diciamo che dello agharigho è il maschio et la femina; et la femina è il migliore perché il maschio è piu duro et mancho frangibile, et il buono vuole havere queste conditioni. Et prima che sia bianchissimo, leggieri, frangibile, poroso, cioè che non sia fitto ma che habbia in lui uno poco di rarita et sia nel ghustarlo prima dolce et poi sia amarissimo et sia stiptico, et sia colto quello che nasce apresso agli arbori grandi et corropti per vecchiezza. Nasce come il fungho. Conservasi da anni tre infino in quattro, pure che sia riguardato da fumo, da humidità et da polvere.

(Nuovo Ricettario Fiorentino, 1499)

 

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