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Sezione 02: LE "SEMPLICI ORIGINI"
Dall'orto dei semplici le origini di una scienza naturale
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L'alimentazione e la cura della salute
hanno favorito sin dall'alba della civiltà il consolidarsi
di conoscenze relative all'impiego delle risorse naturali. Anche
se in maniera mitica, prima che scientifica, l'uomo ha visto
nella Natura un enorme laboratorio capace di trasformare sostanze
per i più svariati impieghi. Le "storie naturali"
raccontano e spiegano questa continua ricerca che nel Medioevo si
affermò nei monasteri dove l'orto "dei semplici",
ossia delle piante medicinali e curative, fu la prima officina di
trasformazione chimica. Gli orti botanici, che si affiancarono agli
"studi" e alle università sono il segno che prelude
alla nascita delle moderne scienze chimiche e farmacologiche. |
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Quando non si domina un procedimento, o
quando non se ne conoscono con sufficiente precisione i presupposti
od il funzionamento, è del tutto normale affidarsi ad un qualche
essere vivente che per sua natura generi o governi tale procedimento.
Questo accade ancora oggi quando per la fermentazione o per la caseificazione
ci affidiamo a batteri, o quando per la produzione delle proteine
che ci servono facciamo crescere animali che sono costituiti dalle
proteine stesse, e poi li mangiamo. Non siamo in grado di fare diversamente,
allo stato attuale delle conoscenze; può accadere che in un
futuro non lontano saremo in grado di dominare tutte le fasi del fenomeno,
ed allora forse cambieremo modi di produzione.
Analogamente, mancando il controllo dei procedimenti di produzione
di sostanze utili all'alimentazione o alla salute, si è fatto
ricorso ad esseri viventi che producessero tali sostanze: non volontariamente,
esattamente come non volontariamente i batteri fanno fermentare il
vino o lievitare l'impasto. Le ragioni dei procedimenti sfuggivano
alle conoscenze, ed era perciò ragionevole - soprattutto quando
la trasformazione era incongrua e sorpendente (lievitazione, fermentazione,
caseificazione, ma anche cottura) - che si credesse che un essere
divino od un eroe donatore avesse rivelato agli uomini la conoscenza
del procedimento (Noè, Prometeo, Atena, l'Uomo Selvatico).
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La farmacologia per tempi lunghissimi si
è fondata sull'impiego di piante: è però importante
capire che le piante erano lo strumento di produzione più sicuro
di cui si disponesse, ed una volta conosciuto od ipotizzato l'impiego
di una pianta, si poteva ritenere, con sufficiente certezza che la
pianta avrebbe stabilmente mantenuto le sue caratteristiche chimiche.
Sarebbe del tutto errato pensare alla farmacologia medievale come
ad una farmacia "da tisane": anzi essa è da vedersi sulla stessa
linea della famacia moderna (senza orientamento omeopatico: i farmaci
impiegati erano sovente drastici, mitigati dalla presenza nel composto
di altri principi vegetali che ne mitigassero l'azione), e non sulla
linea della medicina alternativa. |
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