a1 a2 a3
a4

 

Sezione 05: UN ELEFANTE INCORRUTTIBILE
La chimica conciaria e... l'elefante

Il cuoio    
Il cuoio non è altro che la pelle degli animali lavorata in un modo particolare, ossia conciata. Esso si presenta sotto forma di una sostanza flessibile e arrendevole nello stesso tempo, molto stabile e durevole, difficilmente corruttibile (imputrescibile), più o meno impermeabile, che veniva usata fin dai tempi più antichi per la preparazione di coprimento specialmente per calzature, per riparo di abitazioni, per foderatura di barche eccetera. I campi di applicazione odierni sono: pelletteria, marocchineria, arredamento, abbigliamento, cuoio per suola.
Esistono vari sistemi di concia, dipendenti dalle sostanze concianti usate. E pertanto si parla di concia al vegetale, concia al cromo, concia all'olio (per la fabbricazione dello scamosciato all'olio), concia all'allume, concia mista, ecc. Bisogna sottolineare che con l'arte della concia si nobilita una pelle scuoiata, che altrimenti sarebbe uno scarto nell'industria della carne.
 
     
La concia delle pelli
La concia della pelle ha come obiettivo principale una stabilizzazione del collagene rispetto ai fenomeni idrolitici causati dall'acqua e/o dagli enzimi, ed inoltre dà alla pelle una resistenza alla temperatura superiore a quella che possiede allo stato naturale. Un'altra finalità è quella di ottenere, mediante la reazione dei prodotti concianti con il collagene, la creazione di un supporto adeguato perché le operazioni successive possano avere l'effetto che loro compete, ottenendo in tal modo una pelle rifinita adatta al consumo, più o meno morbida, flessibile, con il colore scelto (eccetera), e con le caratteristiche fisiche necessarie.
Per conciare è necessario provocare la reazione del collagene con qualche prodotto che sia capace di "propiziare" la suddetta reazione.
Si deve conseguire non soltanto la reazione con i gruppi reattivi liberi nelle catene laterali delle fibre collageniche, ma anche reagire con la catena propria del collagene, sostituendo i ponti idrogeno e altri legami naturali della proteina fibrosa, in modo che nella sostituzione, con l'operazione di essiccamento della pelle umida, si possano realizzare le unioni naturali che non la trasformino in un prodotto duro e translucido come la pergamena.
L'esperienza dimostra che i prodotti concianti debbano essere almeno bifunzionali; generalmente sono polifunzionali con lo scopo di potere reagire con differenti catene del collagene nello stesso momento.
Inoltre i concianti debbono avere una dimensione adeguata, in modo da potersi legare con i gruppi funzionali superficiali di differenti catene collageniche. Questa dimensione non può essere molto grande, almeno all'inizio della concia, perché si correrebbe il rischio di non riuscire ad introdurre le molecole dei concianti nella microstruttura del collagene.
I legami chimici trasversali sui quali si basa l'effetto conciante dipendono dal tipo di conciante utilizzato. Così per esempio, nella concia con i sali di cromo e di alluminio, si pensa che la fissazione si basi principalmente nella formazione di legami covalenti fra i gruppi carbossilici e i complessi del metallo.
Nel caso invece di concia al vegetale (cioè con estratti vegetali) si pensa che l'effetto conciante sia dovuto alla formazione di legami multipli a ponte idrogeno e legami dipolari con l'intervento dei gruppi idrossilici dei tannini e i gruppi ammidici o peptidici della proteina.
Di qualsiasi concia si tratti non si esclude la partecipazione di altri effetti leganti in ambedue i tipi di concia (concia al cromo, all'alluminio e con tannini naturali). La questione è che, in realtà, anche se nella maggior parte dei casi, è stato identificato il tipo di legame chimico che è il massimo responsabile della concia, ma si possono stabilire altri tipi di legame fra il collagene e il conciante che, anche se in maniera secondaria, possono influire sull'effetto conciante finale.
Vi sono dei casi nei quali è stato identificato il peso reale di un tipo di legame chimico rispetto ad un altro nell'effetto conciante ottenuto. Siccome la reazione avviene in ambiente acquoso, i concianti debbono essere solubili in acqua o formare soluzioni colloidali di micelle molto piccole (molto disgregate).

 

        home        
               
               
indietro - index - visita - chrono - avanti
indietro   index sezione chrono   avanti
 
a5
a5
fullerene fullerene