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Sezione 05: UN ELEFANTE INCORRUTTIBILE
La chimica conciaria e... l'elefante

I prodotti concianti
Nelle piante esiste il tannino, contenuto in maggiore o minore quantità nelle diverse parti della pianta (legno, corteccia, foglie, frutti, radici, escrescenze patologiche, succhi).
I tannini vegetali (così denominati per distinguerli dai cosiddetti tannini sintetici) si classificano in due grandi gruppi: Tannini idrolizzabili e Tannini condensati.
I primi sono esteri degli acidi gallici ed ellagici di peso molecolare elevato, mentre i secondi sono simili ai prodotti di condensazione del fenolo. Assieme ai tannini, nelle piante esistono i cosiddetti non tannini, che altro non sono che tannini di peso e grandezza molecolare molto bassi e molto o per nulla polifunzionali.
Come è comprensibile i non tannini reagiscono con il collagene in modo limitato, ma non per questo hanno meno interesse.
Attualmente l'industria chimica estrae i tannini dalle piante che ne hanno un alto contenuto, ottenendo estratti di castagno, di quebracho e di mimosa, anche se esistono altri estratti che si usano per articoli speciali.
Oltre agli estratti vegetali, l'industria chimica fornisce al conciatore altri prodotti concianti, fra i quali i più importanti sono i sali di cromo (III); il più frequente usato è il solfato monobasico del cromo (III).
Si utilizzano i sali di cromo (III) molto di più che quelli di altri metalli, perché fino a questo momento non si conosce (o se si conosce non è entrato nel mercato) altro metallo o prodotto ottenibile che abbia un simile potere di formare legami chimici stabili con il collagene e offre una volta fissato nel collagene, una base nella pelle sufficientemente adatta per conferirle le qualità che il mercato richiede per la fabbricazione di articoli in pelle o cuoio.
Per esempio, fabbricare una pelle che possa sopportare i 100 °C senza che "incolli" è un fatto imprescindibile nella fabbricazione delle calzature.
La concia deve dare un tatto, una mano come si dice nel gergo conciario, simile a quello della pelle umana viva, e pertanto molto gradevole.
Oltre ai sali di cromo, si usano anche i sali di alluminio sotto forma di solfato di Al, allume di rocca o sali basici preparati per conciare la pelle e che frequentemente sono cloruri o sali di acidi organici.
I sali di Al non presentano una grande resistenza all'acqua, né alla temperatura e pertanto vengono utilizzati molto meno.
La loro applicazione come prodotto conciante si fa nella fabbricazione delle pellicce, nelle quali il pelo naturale evita il contatto con l'acqua piovana.
Simile all'alluminio si comportano i sali di Fe (III), di zirconio e di titanio che attualmente hanno un uso molto limitato come prodotti concianti.
Altri prodotti adatti per la concia delle pelli sono le aldeidi, gli oli di pesce ossidabili, le resine ureiche, le melamminiche, le acriliche eccetera.
Tutti questi prodotti, che hanno un uso limitato come concianti, vengono utilizzati come prodotti ausiliari della concia al cromo, con lo scopo di essere complementari, in determinati articoli, sempre per avere delle caratteristiche desiderate.
In generale, si può affermare che molti prodotti sono potenzialmente concianti, come si è detto, solo quando sono polifunzionali e solo in tal caso hanno capacità conciante, cioè sono in grado di formare legami chimici covalenti, e devono avere un peso molecolare alto; quello che è più difficile inoltre è di provvedere la pelle di una base adeguata per essere trasformata in un articolo di qualità.
Attualmente la concia delle pelli si realizza con sali di cromo(III) per articoli di abbigliamento (tipo nappa) e per la maggior parte di cuoio per calzature e tappezzeria.
La concia con estratti tannici vegetali serve invece per certi tipi di pelle per calzature e principalmente per suola, per foderame, per sottopiedi e per marocchineria.
In un certo numero di articoli vengono usati i due tipi di concia (concia mista cromo - vegetale), l'uno dopo l'altro.

 

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