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Sezione 06: LE MACCHINE PRIVILEGIATE
Macchine minerali e metalliche
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Spirito Benedetto Nicolis
di Robilant, un cavaliere metallurgico |
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La figura di Spirito Benedetto Nicolis
di Robilant si inserisce a pieno titolo nel gruppo di quei "tecnocrati"
che nel Settecento contribuirono a rivoluzionare il sistema scientifico
e tecnologico piemontese. Essi, sulla scia di quanto accadeva all'estero,
furono portatori di quei fermenti innovatori che avrebbero portato
da un lato, alla costituzione di società e accademie, forum
di dibattiti e scambi di informazioni scientifiche, e dall'altro,
al tentativo di applicazione al sistema produttivo piemontese di quelle
innovazioni che altrove avevano permesso la nascita di un "sistema
industriale". Molti degli impulsi di rinnovamento che attraversarono
il Piemonte in questo periodo, e specialmente quelli relativi al settore
minerario e di lavorazione dei metalli, vennero stimolati e sostenuti
dallo Stato, che aveva ormai compreso l'importanza dell'applicazione
delle nuove conoscenze scientifiche e delle nuove tecnologie al sistema
militare e al sistema produttivo ad essa strettamente connesso e cioè
in particolare quello siderurgico. Poter rivaleggiare con le migliori
organizzazioni belliche degli altri stati europei significava esserne
tecnologicamente alla pari, in grado quindi di applicarne gli stessi
sistemi produttivi. |
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Un passo importante alla base della ristrutturazione
operata o sostenuta dai Savoia, fu la scelta di formare, all'interno
del personale militare, un corpo di tecnici preparato, che fosse in
grado di affrontare e dominare gli impulsi di rinnovamento che arrivavano
dal resto dell'Europa. Come sostiene giustamente Ferrone, che a questo
aspetto della storia piemontese ha dedicato alcuni studi molto interessanti,
i Savoia "investendo fondi ed energie per migliorare il proprio esercito
riuscirono a mettere la scienza piemontese sulla strada vincente determinando
le condizioni ottimali per consentire agli studiosi locali di competere
con gli interlocutori europei che potevano giovarsi di grandi istituzioni
e laboratori appositamente creati dai singoli governi". Nelle aspettative
dei Savoia le conoscenze di questi studiosi "allevati" all'interno
della macchina statale, avrebbero dovuto essere applicate al sistema
produttivo piemontese, per consentirne il miglioramento e lo sperato
adeguamento a quello dei paesi più avanzati. |
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Spirito Benedetto Nicolis di Robilant nacque
nel 1724, nel pieno di questi fermenti di ristrutturazione della cosa
pubblica, che, al loro culmine, portarono nel 1739 alla nascita delle
Reali scuole teoriche e pratiche d'artiglieria e fortificazioni, centro
della formazione di tutto il personale tecnico al servizio dello Stato.
Qui il nostro studiò artiglieria con Felice De Vincenti e architettura
civile e militare con Ignazio Bertola. Nel 1749 partì, accompagnato
da quattro cadetti d'artiglieria, per un lungo viaggio di istruzione
alla volta di Sassonia, Boemia, Turingia, Ungheria, Assia, Stiria,
Carinzia, Tirolo, fortemente voluto e appoggiato dal Sovrano. Il viaggio
segnò profondamente le future attività del di Robilant.
Visitare quelle zone dell'Europa dove la lunga tradizione mineraria
e metallurgica aveva creato un terreno fertile per l'applicazione
delle novità tecnologiche e studiare con riconosciuti maestri
del settore, venendo quindi a contatto con una realtà molto
evoluta dal punto di vista scientifico ed altrettanto all'avanguardia
nelle applicazioni produttive, stimolò sicuramente gli interessi
del di Robilant in questo campo e ne facilitò in un certo senso
la carriera all'interno dell'apparato statale. Le esperienze dirette
acquisite durante il viaggio gli permisero infatti di vantare quel
credito che lo portò ad essere subito nominato, al suo ritorno
nel 1752, ispettore generale delle miniere, carica che egli mantenne
per diciotto anni, e che gli permise di dedicarsi al riammodernamento
delle modeste industrie minerarie piemontesi, operazione in cui egli
cercò di attualizzare il know-how acquisito all'estero. Egli
sostenne una serie di iniziative importanti quali la rifusione delle
monete nelle fonderie di Sospello nel 1755 eseguita sotto il suo controllo
tecnico e sulla scorta dei programmi produttivi della Zecca di Zellerfeld,
la creazione delle saline di Conflans e Moutiers, l'ammodernamento
delle miniere in Valsesia. |
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La "scuola fatta in Freyberg" poi, stimolò
il di Robilant a promuovere la nascita in Piemonte di una scuola di
mineralogia, dove egli stesso insegnò geometria sotterranea
e docimastica. Il successo della scuola è riconosciuto dal
fatto che da essa uscirono molti validi tecnici minerari e metallurgici,
alcuni dei quali ebbero a loro volta un ruolo importante all'interno
dell'apparato statale (ad esempio Francesco Graffion e Pietro Belly,
diventati successivamente ispettori generali delle miniere di Sardegna
e Carlo Antonio Napione, figura di primo piano nel panorama dei tecnocrati
piemontesi). Le esperienze compiute dal di Robilant all'estero influirono
anche sull'impostazione che egli diede all'ordinamento scolastico:
questo prevedeva infatti dei cicli di lezioni teoriche (di chimica
metallurgica, docimastica, geometria sotterranea) ma garantiva anche
una solida base pratica attraverso le esercitazioni estive compiute
presso le miniere di Alagna. Al di Robilant era ben chiaro infatti
che per allevare un quadro di tecnici in grado di dominare e migliorare
il sistema di estrazione, di trattamento dei minerali e di lavorazione
dei metalli in Piemonte non si poteva lasciare spazio alla solo teoria
slegandola dalla quotidiana pratica con l'oggetto di studio. Il suo
stesso viaggio era stato condotto con quest'impronta: egli infatti,
dopo aver trascorso più di un anno a Freiberg a seguire le
lezioni di metallurgia, mineralogia e chimica metallurgica, aveva
voluto visitare le miniere e gli impianti produttivi dove la teoria
si traduceva in realtà. E questo malgrado il fatto che i suoi
professori fossero delle riconosciute personalità nel loro
campo: Friedrich Hoffmann, il suo insegnante di metallurgia era stato
dal 1741 assessore al consiglio delle miniere di Freiberg e dal 1744
professore presso la Stipendienkasse dell'Oberbergamt, istituzione
da cui avrebbe visto la luce alcuni anni più tardi la famosa
Bergakademie, Christlieb Ehregott Gellert, che indottrinò di
Robilant in mineralogia e chimica metallurgica, era stato invece allievo
di Eulero a Pietroburgo ed era l'autore di uno dei manuali di chimica
metallurgica più diffusi del Settecento, gli "Anfangsgruende
der metallurgischen Chemie", dato alle stampe nel 1750 e tradotto
negli anni a venire in altre lingue (francese nel 1758 e inglese nel
1776). |
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