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Sezione 08: LE ARTI DEI COLORI
Dalla chimica tintoria ai coloranti di sintesi

     

Pareri del Consiglio di Commercio circa i saggi di colore... di Giuseppe Morina
27/2-6/5 1785, Archivio di Stato di Torino
Materie Economiche e Commercio
cat. IV, mazzo 13 di Addizione, n. 18.

  Nel 1784, il Ministro dei Savoia a Napoli informò il governo che un piemontese di nome Giuseppe Morina aveva, dal 1781, impiantato con successo una fabbrica in cui con il guado locale riusciva a produrre un colorante con caratteristiche molto simili all'indaco.
Le notizie che raggiunsero il Piemonte erano estremamente rassicuranti: Morina aveva ottenuto un privilegio reale, si era avvalso della competenza chimica di Giuseppe Vairo e, oltre a ritenere il suo ritrovato come il "primo raggio di speranza in Europa per un sostituto dell'indaco", si mostrava assolutamente disponibile a collaborare con la madrepatria una volta ottenute le necessarie garanzie.
Nel giro di pochi mesi giunsero a Torino alcuni saggi del suo colorante, a cui Morina prometteva di far seguire le informazioni necessarie nel caso in cui il governo gli avesse concesso i privilegi e gli aiuti finanziari necessari per iniziarne la produzione anche in Piemonte.
In collaborazione con Luigi Coriasso, ex-direttore di una fabbrica reale per la tintura della seta, il conte Carlo Morozzo, membro sia dell'artiglieria sia della Reale Accademia delle Scienze, tinse alcune matassine e giunse alla conclusione che il guado lavorato da Morina era di ottima qualità.

 

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