Lo scritto più importante
di Cannizzaro è il Sunto di un corso di Filosofia Chimica
fatto nella R. Università di Genova, apparso nel 1858 sul
"Nuovo Cimento", la rivista diretta da R. Piria e da C.
Matteucci. Le prime parole del saggio esprimono nello stesso tempo
l'orientamento filosofico dell'Autore e la validità assoluta
della legge di Avogadro:
"Io credo che i progressi della scienza, fatti in questi ultimi
anni, abbiano confermato l'ipotesi di Avogadro, di Ampère e
di Dumas sulla simile costituzione dei corpi allo stato aeriforme,
cioè che i volumi eguali di essi, sieno semplici, sieno composti,
contengono l'egual numero di molecole".
L'articolo contiene anche notevoli apporti alla teoria della valenza,
ma è famoso nella storia della scienza per aver posto su basi
solide e incontrovertibili gli aspetti teorici della determinazione
dei pesi atomici. In questo campo Cannizzaro non fece una sola misura
sperimentale, il suo contributo è quindi esclusivamente teorico,
di "Filosofia Chimica". Nel testo del "Sunto"
viene svolta una argomentazione di grande forza retorica, basata sull'applicazione
rigida, senza eccezioni, della legge di Avogadro, e su un abile uso
dei calori specifici degli elementi e dei composti chimici. Il carattere
rivoluzionario dello scritto di Cannizzaro è tutto racchiuso
in una cifra: in un sol colpo lo scienziato italiano cambiò
i valori fino ad allora accettati dei pesi atomici di un terzo degli
elementi conosciuti, compresi quelli fondamentali del carbonio e dell'ossigeno,
e di metalli come il ferro, il rame, il mercurio e lo zinco. |
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"Nuovo Cimento"
annata 1858, volume 7
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