L'industria tedesca, con il suo livello scientifico e tecnologico straordinario, costituì il modello a cui tutte le altre Nazioni cercarono di adeguarsi. Da questo punto di vista la situazione italiana non può non apparire arretrata. In realtà, per quanto riguarda la produzione di coloranti sintetici pure la Francia, gli Stati Uniti e l'Inghilterra subivano il dominio tedesco, mentre per la grande industria inorganica l'Italia era quasi inesistente come produttrice, persino in composti di largo consumo come la soda. Solo la produzione di acido solforico con il metodo delle camere di piombo aveva avuto qualche sviluppo, in connessione con la produzione di fertilizzanti fosfatici.
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Uno degli ostacoli principali all'industrializzazione chimica fu il regime tariffario e doganale, del tutto inadeguato alle necessità produttive del comparto. In ogni caso la sfida mortale della Grande Guerra dimostrò che l'Italia aveva il patrimonio umano e le capacità tecnologiche per avviare impianti modernissimi per le produzioni belliche. Al termine del conflitto in Italia si otteneva acido solforico con il metodo di contatto, soda con il metodo Solvay e una discreta quantità di coloranti di sintesi. |