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"Quando due sostanze si congiungono chimicamente, ognuna saziando la determinazione dell'altra cessano entrambe della loro natura, mutate nel vicendevole assorbimento. La loro vita è il suicidio. Per esempio il cloro è sempre stato così ingordo che è tutto morto, ma se noi lo facciamo rinascere mettiamo in vicinanza dell'idrogeno, esso non vivrà che per l'idrogeno. L'idrogeno sarà per lui l'unico valore nel mondo: il mondo; la sua vita sarà unirsi all'idrogeno. E questo sarà luce a ognuno degli atomi del cloro nella loro breve vita alla vicina via della compenetrazione. Ma soddisfatto l'amore, la luce anche essa sarà spenta, e il mondo sarà finito per l'atomo di cloro. Poiché la presenza dell'atomo d'idrogeno avrà fatto palpebra all'occhio dell'atomo del cloro, che non vedeva che idrogeno, e gli avrà chiuso l'orizzonte, che era tutto idrogeno. Il loro amore non è per la vita soddisfatta, per l'essere persuaso, bensì nel vicendevole bisogno che ignora la vita altrui. I loro due mondi erano diversi ma correlativi così che dall'amplesso mortale avesse d'attender poi e soffrir la sua vita: l'acido cloridrico. S'afferma l'una determinazione nell'affermarsi dell'altra, ché ognuna vedeva nell'altra solo il proprio affermarsi. Il loro amore è odio come la loro vita è morte. L'acido cloridrico era prima del loro amplesso determinato nella coscienza cel cloro e dell'idrogeno, e il cloro e l'idrogeno sono ancora dopo l'amplesso nella coscienza dell'acido cloridrico, ch'essi hanno determinata; e l'idrogeno e il cloro e l'acido cloridrico - determinati così come sono e dove sono ad affermarsi o non affermarsi - nella coscienza di tutte le altre cose."
(La persuasione e la rettorica, parte I, capitolo II: L'illusione
della persuasione)
Carlo Michelstaedter
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