In concorrenza col cav. Malagotti coi buccheri, propongo che una
serie di godets con pigmenti diversamente odorosi costituisca la
facoltà visiva del soggetto che oramai non ci occorre più
di considerare coatto al buio ma persona costretta o volonterosa
ad esprimersi coi colori in condizione di oscurità assoluta.
Bianco di zinco (giglio), nero (catrame), giallo cadmio scuro (arancia),
giallo cadmio chiaro (limone), rosso cadmio (pomodoro), lacca carminata
(marmeflata di ciliegie), blu oltremare (aringa), blu cobalto (odor
di bucato), terra pozzuoli (argilla bagnata), terra d'ombra bruciata
(carruba), verde smeraldo (menta), terra verde (spinaci), blu di
Prussia (caserma), terra gialla (cereali), lacca di garanza (lampone),
violetto (violetta), bianco di titanio (santità).
S chiaro come queste particolarità possano aiutare il nostro
pittore in mancanza di altri contrassegni da individuare col tatto
o con l'udito.
L'uso di un reticolato di spago più o meno fitto a seconda
del grado dell'esercizio e della sensibilità del soggetto,
costituirà qui l'utile trama da poter controllare continuamente
nel corso del lavoro e da permettere persino l'applicazione di regole
prospettiche. Siamo alle coordinate cartesiane? Se questo fa piacere...
ma non si ricordi mai abbastanza che le coordinate cartesiane non
sono necessariamente ad angolo retto, possono essere cartesiane
anche se costituiscono un angolo acuto od ottuso ed anche più
in là. Perciò quando i critici vogliono intendere
una certa cosa con "coordinate cartesiane " aggiungano
per favore "ortogonali"...
A cose fatte il reticolato si asporterà e resterà
un bell'effetto sulla tela non dissimile e non meno gradevole di
tanti altri che con analoghe astuzie usano i pittori veggenti: anche
Antonio Mancini fece qualcosa del genere ma, purtroppo, coi vispi
occhi aperti.
Posto che uno o mille quadri siano nati, sempre al buio, con questi
procedimenti è nostra convinzione che essi esistano e che
rappresentino quanto in determinati frangenti l'artista ha saputo
fa.
(Italo Cremona, Armi improprie, Torino : Einaudi, 1976, Acetilene)
|
|
Italo Cremona
|