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Sezione 17: UN'ARTE RINNOVATA NELLA MATERIA
La chimica e le arti
MANIFESTO DELLA PITTURA
INDUSTRIALE |
Per un'arte unitaria applicabile
PINOT GALLIZIO
Dal Laboratorio Situazionista di Alba - Agosto 1959 |
Le macromolecole dei colloidi hanno già fatto
la loro apparizione nel campo dell'arte, ed anche se il poeta non
è ancora stato trovato, migliaia di artisti si affannano a
dominarle.
La grande era delle resine è cominciata ed è con essa
incominciato l'uso della materia in movimento; la macromolecola colloidale
inciderà profondamente sul concetto di relatività e
le costanti della materia subiranno un definitivo tracollo; si sgretoleranno
i concetti di eternità e di immortalità e gli affanni
di eternizzazione della materia si ridurranno sempre più al
nulla lasciando agli artisti del caos la gioia infinita del sempre
nuovo.
Il nuovo, concepito nell'azzardo di infinita fantasia, procurato dalle
energie in libertà che l'uomo userà al disfacimento
del valore oro, inteso questo come energia congelata dall'infame sistema
bancario ormai in decomposizione.
La società brevettata, concepita e basata sulle idee semplici,
sui gesti elementari degli artisti e degli scienziati ridotti in captività
come i pidocchi dalle formiche, sta per finire; l'uomo sta esprimendo
un senso collettivo ed uno strumento adeguato per trasmetterlo in
un sistema potlatch di doni non pagabili se non con altre esperienze
poetiche.
Può darsi che la macchina sia lo strumento atto a creare un'arte
industriale inflazionistica e quindi basata sull'Antibrevetto; la
nuova cultura industriale sarà soltanto " Made in Popolo"
o non sarà! Il tempo degli Scribi è finito.
Soltanto una creazione e distruzione continua ed implacabile costituirà
una ansiosa ed inutile ricerca di oggetti-cose di uso momentaneo,
minando le basi dell'Economia, distruggendone i valori od impedendo
la loro formazione; il sempre nuovo distruggerà la noia e l'angoscia
creata dalla schiavitù della macchina infernale, regina del
tutto-eguale; la nuova possibilità creerà un mondo nuovo
del tutto diverso.
La quantità e la qualità saranno fuse: sarà la
civiltà del lusso-standard che annullerà le tradizioni.
I proverbi non avranno più senso.
Ad esempio il proverbio "Chi lascia la via vecchia per la nuova
" ecc. sarà sostituito da: "I proverbi dei vecchi
fanno morire i giovani di fame".
Una nuova famelica forza di dominio spingerà gli uomini verso
un'epopea inimmaginabile.
Nemmeno l'usanza di stabilire il tempo sarà salvata.
D'ora in avanti il tempo sarà soltanto un valore emotivo, una
nuova moneta di choc, e sarà basato sui cambiamenti repentini
dai momenti di vita creativa e sui rarissimi momenti di noia.
Si creeranno in sostanza degli uomini senza memoria ; uomini in continua
in estasi violenta, in partenza sempre da un punto-zero : sarà
l'ignoranza-critica ,con lontanissime radici nella lunga preistoria
dell'uomo selvaggio, mago delle caverne.
La nuova magia avrà come alimento più recente le faville
del grande incendio della Biblioteca di Alessandria , che fu la sintesi
della rivoluzione neolitica e che brucia ancora ai nostri giorni i
residui delle civiltà urbane dei Sumeri e del nomadismo fenicio,
alimentando come un incenso inebriante le speranze dell'uomo .
Tanta sarà la produzione artistica che le macchine , docilmente
piegate ai nostri voleri, produrrano, che non avremo nemmeno il tempo
per fissarla nella memoria: le macchine ricorderanno per noi.
Altre macchine interverranno a distruggere determinando situazioni
di non-valore :non ci saranno più opere d'arte-campione ma
scambi di aria estatico-artistico fra i popoli.
Il mondo sarà la scena e la controscena di una rappresentazione
continua; la terra si trasformerà in un immenso Luna Park,
creando nuove emozioni e nuove passioni.
Lo spettacolo cosmico offerto dall'umanità potrà essere
effettivamente univresale e visibile nel tutto-assieme a distanza
telescopica, obbligando l'uomo a salire per abbracciare l'intero spettacolo:
le poltronissime si prenoteranno in Paradiso.
L'uomo è così lanciato alla ricerca del mito.
In passato l'epopea si poteva creare sulla terra: la mancanza di comunicazione,
le guerre, le grandi paure e la confusione di lingue e di costumi
favorivano nel tempo le deformazioni e distorsioni della realtà:
trasformavano l'azione, in sintesi creavano l'epopea.
Oggi un mito si può solamente creare dove difficilmente ed
in condizioni speciali l'uomo può arrivare, o lanciandosi nel
macrocosmo coi grandi strumenti o scendendo coi piccoli nel microcosmo.
Dovremo perciò dipingere le strade dell'avvenire nella materia
inconoscibile, segnare la lunga strada dei Cieli con mezzi segnalatori
adeguati alle grandiosità delle imprese.
Dove oggi si fanno segnali con razzi al sodio, domani useremo dei
nuovi arcobaleni, fate morgane, aurore boreali che noi ci saremmo
costruiti e gli spogliarelli delle costellazioni, le danze ritmiche
degli asteroidi e la musica ultrasonica di miliardi di suoni spezzati
ci renderanno momenti degni di semi dèi.
Per tutte queste cose o signori ancora potenti della terra, presto
o tardi ci darete le macchine per giocare o noi le costruiremo per
l'occupazione di quel tempo-libero che voi, con insana ingordigia,
pregustate di occupare nella banalità e nello spappolamento
progressivo dei cervelli. Noi useremo queste macchine per dipingere
le autostrade, per fabbricare i più fantastici ed unici tessuti,
che folle gioiose vestiranno con senso artistico per un solo minuto.
Chilometri di carte stampate, incise, colorate inneggeranno alle più
strane ed entusiasmanti follie.
Case di cuoio dipinto, sbalzato, laccato, di metallo o di leghe, di
resine, di cementi vibranti costituiranno sulla terra un diseguale
e continuo momento di choc.
Fisseremo a nostro piacere le immagini con le macchine cine- fotografiche,
televisive, che il genio collettivo del popolo ha creato e che voi
malamente avete sinora adoperato per concludervi nel regno assoluto
della noia.
Ognuno proverà la gioia del colore, della musica; le arie architettoniche
dei gas colorati, dei muri caldi degli infrarossi che ci daranno l'eterna
primavera: faremo giocare l'Uomo dalla culla alla tomba, anche la
Morte non sarà che un gioco.
Segni poetici colorati creeranno momenti emozionali e ci daranno l'infinita
gioia del momento magico-creativo-collettivo, piattaforma di nuovi
miti e di nuove passioni.
Coll'automazione non ci sarà più lavoro nel senso tradizionale
e non ci sarà più dopolavoro ma un tempo libero per
libere energie antieconomiche.
Noi vogliamo fondare il primo stabilimento della poesia industriale
e da questo inimmaginabile e mostruoso parto che le macchine ci elargiranno
noi creeremo a fianco gli stabilimenti della distruzione immediata
per distruggere subitamente i prodotti emozionali appena creerati,
affinché il nostro cervello sia sempre immune da plagi per
potersi trovare puntuali nello stato di grazia del punto zero.
Soltanto un popolo di artisti può sopravvivere guidato dalle
sue minoranze geniali: i creatori di credenze.
Le antiche culture ce ne danno gli esempi con la loro inflazione;
tutto era unico, e questa immensa produzione non era possibile se
non con il concorso degli elementi popolari trascinati nelle loro
opere dall'immensa poesia.
Inariditasi la fonte poetica è breve il passo per giungere
alle rovine dei Maya, dei cretesi, degli etruschi, ecc.
Oggi l'uomo è parte della macchina che ha creato e che gli
è negata e ne è da essa dominato.
Bisogna invertire questo non senso o no si avrà più
creazione; bisogna dominare la macchina ed obbligarla al gesto unico,
inutile, anti- economico, artistico, per creare una nuova società
anti-economica ma poetica, magica, artistica.
Signori potenti e simmetrici, la dissimmetria, ormai alla base della
biologia moderna, dilaga nei campi artistici e scientifici minando
alle basi il vostro mondo simmetrico, calcolato sugli assiomi di momenti
poetici di un lontano passato e che ha raggiunto l'immobilità
assoluta, nella Noia cristallina del Vostro divismo.
Le ultime creazioni artistiche moderne attuate con senso magico- profetico,
vi hanno distrutto lo spazio; e lunghe tele chilometriche si possono
ormai tradurre e misurare a cronometro, come films, come cinerama
(venti minuti di pittura, trenta, un'ora).
Il tempo, la scatola magica con la quale gli uomini delle antiche
culture agricole regolarono le loro vitali e poetiche esperienze,
si è fermato e vi ha costretto a cambiare velocità.
Gli strumenti base del vostro dominio: spazio e tempo, saranno giocattoli
inutili nelle vostre mani di bambini adunchi e paralitici.
Inutili le vostre costruzioni ideali del Superuomo e del genio; inutili
i vostri decori, le vostre immense costruzioni urbanistiche che annoiarono
le notti insonni di genie aristocratiche capaci solo di arrancare
negli immensi palazzi vuoti, come pippistrelli e gufi in cerca dell'immondo
pasto dei paradisi artificiali.
Inutile e vano fu nei secoli il vostro urbanesimo, perché soltanto
a voi e per voi il popolo aveva consacrato invano le sue migliori
libere energie creative, credendovi i rappresentanti effettivi di
un messaggio poetico. Oggi l'anti-materia, l'antimondo fisico è
trovato e tutta la vostra immensa dimora vi crolla sul dorso.
L'antiuomo è già apparso nel drammatico scenario della
fisica. Il popolo nemmeno si servirà, in futuro, dei vostri
decori che a nulla serviranno poiché altro non saranno che
immensi cimiteri in cui voi avete sepolto da secoli tutte le sofferenze
e le poesie che l'uomo aveva creato per se.
Nuovi decori mobili si richiedono, il nomadismo attuale richiede scenari
smontabili per i campings, per le roulotte, per i week-end.
Il ritorno alla natura con strumentazione moderna permetterà,
dopo migliaia di secoli all'uomo di ritornare nei luoghi ove i cacciatori
paleolitici dominarono la loro grande paura; gli uomini moderni cercheranno
di abbandonare la loro, accumulata nell'idiozia del progresso, a contatto
delle umili cose, che la natura nella sua saggezza ha conservato come
controllo al'immensa superbia del cervello umano.
Signori ancora potenti dell'Est e dell'Ovest, avete costruito le città
sotterranee per difendervi dalle radiazioni che belluinamente avete
scatenato: ebbene, gli ingenui artisti trasformeranno le vostre fogne
nei santuari e nelle cattedrali atomiche tracciando con magia emozionale
i segni della cultura industriale che si trasformeranno velocemente
nei simboli di nuovi zodiaci, di nuovi calendari momentanei.
Energie nuove raccolte dalle sensibili minoranze che le masse avranno
espresso nel lungo letargo, trasformeranno i vostri termitai di cemento
armato in lussuosi momenti trasmissibili e scambievoli.
Gli artisti saranno i teddy-boys della vecchia cultura; quello che
non avrete distrutto voi lo distruggeranno loro per non ricordare
più nulla, poiché la vostra balordaggine è arrivata
al punto di aver distrutta l'ultima possibilità di rinascita
che avevate: la guerra.
Questa fu sempre la vostra risorsa ché la distruzione obbligava
al rinnovo, oggi la vostra codardia, la vostra paura vi è scoppiata
fra le mani.
Siete imbattibili fabbricanti della Noia.
Il vostro progresso sterilizzerà le ultime vostre sensibilità,
e nulla, se non la vostra civilizzazione, vi aiuterà a boccheggiare
le ultime particelle di un ossigeno infetto prolungando la vostra
agonia negli escrementi delle macchine che voi stessi avete sfruttato.
I decori nuovi che vanno dal tessuto alle abitazioni, dai mezzi di
trasporto al bicchiere al piatto, ai lampadari, alle città
sperimentali saranno unici, artistici, irripetibili.
Non saranno più detti "immobili", ma "mobili"
e soltanto d'uso, poiché saranno strumenti momentanei di gioia
o di gioco; in una parola ritorneremo poveri, poverissimi ma ricchissimi
di spirito in un comportamento nuovo.
Gli averi saranno collettivi e con velocità di autodistruzione.
La poesia non agirà più sui sensi che conosciamo ma
su quelli che ancora non conosciamo; non avrà più architettura,
né pittura, né parole, né immagine, ma sarà
senza superficie, senza volume...Siamo vicini alla quarta dimensione,
alla poesia pura, alla magia che non ha padrone, ma può solo
essere di tutti, siamo prossimi allo stato selvaggio con senso moderno,
con strumenti moderni: la terra promessa, il paradiso, l'eden, altro
non può essere che l'aria da respirare, mangiare, toccare,
penetrare. Purificarsi nell'aria per creare in questi decori impalpabili
l'uomo passionale nuovo-libero, che non ha più tempo per appagare
tutti i suoi desideri eper crearne dei nuovi.
Tutte le ideologie, tutte le religioni seguirono sempre la politica
dei desideri, non appagandoli se non nell'aldilà; col risultato
che oggi la scienza e l'arte si trovano di fronte al muro invalicabile
dei perché.
Noi vogliamo cancellare per sempre i perché.
I profeti nuovi hanno già attaccato alla base questo muro infinito
e dolce della nuova poesia.
L'uomo di domani attingerà, guidato da questi pionieri, al
nettare indistruttibile che uscirà da esso.
Tutto questo nuovo comportamento umano sarà un gioco e l'uomo
vivrà tutta la sua vita per gioco, di nulla preoccupandosi
che di emozionarsi giocando con i suoi desideri.
I primi rudimentali strumenti di questa rivoluzione sono, secondo
noi, quelli artistici-industriali e devalorizzati, proprio perché
sono innanzitutto strumenti di gioia; ecco perché nel proporre
i nostri minimi risultati, come la pittura industriale, noi ci sentiamo
orgogliosamente sicuri che le nostre speranze sono buone, giudicate
dall'attuale dilagante entusiasmo con cui furono accolte.
La pittura industriale è stato il primo tentativo riuscito
di giocare con le macchine, ed il risultato fu la devalorizzazione
dell'opera d'arte.
Quando migliaia di pittori che oggi lavorano al non-senso del dettaglio,
avranno le possibilità che offrono le macchine, non sarà
più il francobollo gigante, chiamato quadro a soddisfare la
collocazione del plus valore, ma migliaia di chilometri di tele offerte
nelle strade, nei mercati, a prezzo di scambio, che faranno godere
milioni di uomini eccitando altre esperienze di collocamento.
Sarà il trionfo dei grandi numeri mossi dalla qualità
che stabilirà dei valori sconosciuti e la velocità di
scambio determinerà una nuova identità: il Valore diverrà
identico al Cambiamento.
Sarà la fine di ogni speculazione.
Il grande gioco è cominciato a Torino nel '58, continuato a
Milano e Venezia, riconfermato a Monaco nel '59 ove il Congresso dei
Situazionisti stabilì che i 10 punti di Amsterdam erano il
frutto di una silenziosa ma efficace premessa per un urbanesimo-unitario.
La successiva Mostra di Parigi, ove si poté dimostrare la costruzione
ambientale, emotiva di un istante, dimostrarono come l'unità
nella cultura sia la sola idea capace di dominare la macchina.
Noi siamo poveri e questo non importa, la nostra povertà è
la nostra forza.
Inutilmente ci lasceranno bollire nel nostro brodo, potranno escluderci
dalle loro Rassegne, potranno silenziarci, insultarci, umiliarci.
Il popolo ha già capito la nostra poesia e già l'affanno
del nuovo momento poetico batte ansioso al cuore delle folle annoiate
dagli stanchi idoli fabbricati dalla farisaica ed interessata fornicazione
dei fantomatici potenti della terra e dei loro scagnozzi, ringhiosamente
sorvegliati da tutte le ruote del macchinismo umano automatico del
pensiero e della tecnica e dalla razza più eunuca del globo:
gli intellettuali.
Cominciano così i lunghi giorni della creazione atomica.
Ora tocca a noi artisti, scienziati, poeti creare nuovamente le terre,
gli oceani, gli animali, il sole e le altre stelle, le arie, le acque
e le cose.
E toccherà a noi soffiare nell'argilla per creare l'uomo nuovo
adatto al riposo del settimo giorno . |
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