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Sezione 11: L'INDUSTRIA DELLE SINTESI
Le grandi sintesi
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L'autarchia industriale |
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Anche se non nella direzione voluta dal regime, ma in quelle già battute dagli industriali prima del 1935, l'industria chimica italiana spuntò buoni risultati in diversi settori, fra i quali primeggiarono quello della fissazione dell'azoto, ovvero dell'ottenimento di ammoniaca a partire da azoto e idrogeno, e quello della seta artificiale. Entrambi i comparti erano esemplari, sia pure per aspetti diversi. La produzione industriale di ammoniaca sintetica fu avviata dalla tedesca BASF alla vigilia della prima guerra mondiale, e fino alla fine degli anni 1920, malgrado ogni sforzo Inghilterra e Stati Uniti non furono in grado di avere impianti propri, in particolare per la difficoltà di mettere in linea compressori in grado di raggiungere le alte pressioni richieste dal processo di sintesi. In Italia, già all'inizio del decennio post-bellico, si ebbero invece ben due serie di brevetti e di realizzazioni distinte, una dovuta a Luigi Casale (che operò con capitale svizzero) e l'altra a Giacomo Fauser, che fin dall'inizio collaborò con la Montecatini. Il fatto che impianti e brevetti fossero stati tutti realizzati e ottenuti in Italia fu a lungo un giusto motivo d'orgoglio per i tecnici italiani. |
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