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Sezione 11: L'INDUSTRIA DELLE SINTESI
Le grandi sintesi

  In pace e in guerra

Per 500 anni la polvere nera aveva dominato il campo degli esplosivi fino alla metà del XIX secolo quando si scoprirono il cotone fulminante e la nitroglicerina. I due composti di sintesi non ebbero un'immediata accoglienza sul mercato per i gravissimi inconvenienti dovuti alla loro instabilità. La nitroglicerina si presentava inoltre sotto forma liquida e veniva considerata più che altro una curiosità di laboratorio ma, facendola assorbire su farina fossile e migliorando la preparazione del fulmicotone, come propose A. Nobel, si giunse alla stabilizzazione dei preparati.
Le modifiche apportate coincisero con le grandi opere pubbliche della fine Ottocento e fecero aumentare la produzione mondiale dei nuovi esplosivi da mina da 11 a 1350 tonnellate in soli cinque anni (dal 1867 al 1872).
Altri esplosivi nacquero in quel periodo, la polvere B di P. M. E. Vieille, chiamata polvere senza fumo, la balistite, ancora di Nobel, la cordite di F. A. Abel, l'acido picrico, in precedenza usato per colorare la lana e la seta, e il tritolo, di grande stabilità e facilità di impiego tanto da diventare l'esplosivo più diffuso tra la I e la II guerra mondiale.
Le prime industrie degli esplosivi in Italia nacquero intorno al 1870 quando venne abolito il monopolio delle polveri che ancora vigeva in molte regioni. Sorsero in quel periodo numerose fabbriche di polvere nera, da mina e da caccia mentre le polveri da guerra furono prodotte direttamente dallo Stato.
Anche in Italia i lavori idroelettrici e ferroviari di fine secolo favorirono l'ampliarsi dell'industria.
Nel 1880 nacque la Dinamite Nobel di Avigliana, che integrava la produzione statale di dinamite, mentre dieci anni più tardi sorse la S.I.P.E. specializzata in polveri da guerra, vendute alla Marina, e che in seguito si diede alla fabbricazione della celluloide e di prodotti intermedi per coloranti.
Esplosivi da mina, da guerra ma, soprattutto, munizioni complete per piccoli e medi calibri con polveri e cartucce da caccia furono le specialità del gruppo Bombrini Parodi Delfino di Colleferro, nato nel 1912 dalla riconversione della società Valsacco che produceva zucchero dalle barbabietole.
La posizione dell'industria italiana non era particolarmente favorita in campo internazionale per la mancanza di alcune materie prime fondamentali, per esempio il toluolo, base degli esplosivi più richiesti dal mercato.

Bibl.: N.Nicolini, Chimica, un racconto dai manifesti, a cura di Gianfranco Scorrano, CNR Progetto Finalizzato Beni Culturali, (CD Rom in via di pubblicazione).

 

Manifesti di coloranti e di esplosivi
(Collezione Salce, "Museo A. Bailo", Treviso)

 

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