Il moderno

L’architettura moderna penetra tra le Alpi occidentali italiane sulla scia della diffusione degli sport invernali, e in particolare modo dello sci, che a cavallo dei due secoli aveva celebrato i suoi atti inaugurali e fondativi. In questo quadro, lo sviluppo delle tecnologie per gli impianti di risalita permette di immaginare una diversa modalità di consumo della montagna permettendo la nascita delle stazioni di seconda generazione. La localizzazione delle nuove architetture costruite in Piemonte e Valle d’Aosta in quegli anni riflette le nuove geografie del turismo invernale: alta valle di Susa, Courmayeur, Cervinia.

Con il moderno si verifica un vero e proprio momento di rottura nei modi di pensare e costruire la montagna: attraverso un processo di astrazione, di riduzione e di ricomposizione, il paesaggio diventa spazio, nuovo materiale di progetto. Uno spazio culturalmente e fisicamente isotropo, vuoto, considerato come mera morfologia. La legittimazione dell’architettura in montagna non passa più dall’inserimento di una rappresentazione codificata nel paesaggio, ma dal confronto con alcuni elementi assolutizzati: l’orientamento in relazione all’esposizione, la costruzione delle sequenze e delle viste sul panorama, il terreno inteso esclusivamente come conformazione plastica e geometrica. Un’architettura – come sostiene Reichlin – «non più di figure e simboli inscritti nella pietra, ma di gesti nello spazio», manifestazione fisica di un modo di pensare e consumare la montagna che è profondamente cambiato.

Infine, gli anni del dopoguerra rappresentano l’età d’oro dell’architettura moderna di montagna. Impossibile separare l’architettura dalle scorribande tra le Alpi a bordo di auto sportive, dalla mondanità delle stazioni turistiche, dall’emozione provocata dalle discese sugli sci, dalla fascinazione che deriva dalla conquista tecnologica della montagna. L’immagine evocata da Mollino per il progetto del Centro sportivo in verticale “Quota 2600” – «un filtro dove si entra cittadini e si esce sciatori» – sembra cogliere meglio di qualsiasi altra cosa lo spirito dell’epoca.

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Alberghi La torre e Duchi d’Aosta


Albergo Principi di Piemonte


Rifugio Vittorio Emanuele II


Colonia Fiat Torre Balilla


Colonia IX Maggio


Slittovia al Lago Nero


Villa Marocco e Villa Ballerini


Villa San sisto


Centro Ecumenico Agàpe


Casa del Sole


Rifugio-Albergo-Ostello Pirovano


Stazione della funivia al Fürggen


Funivia del Monte Bianco


Rascard Garelli